(Sesto Potere) – Napoli, 27 settembre – “L’approvazione della legge in materia di ‘equo compenso’ approvata in via definitiva alla Camera il 12 aprile 2023 ed entrata in vigore il successivo 20 maggio rappresenta una svolta cruciale per il mondo dei professionisti e in particolare per l’avvocatura introducendo nel nostro ordinamento il concetto di compenso minimo inderogabile. Un principio che segna una netta frattura rispetto agli anni 90 del novecento quando la tendenza, dietro la spinta dell’Unione europea, era quella di integrare le professioni intellettuali nelle logiche del libero mercato, provocando un fenomeno di ‘proletarizzazione dell’avvocatura’ con ricadute negative non solo sul piano economico ma anche su quello sociale e intellettuale della categoria”.
Lo ha affermato il parlamentare romagnolo Jacopo Morrone, responsabile del Dipartimento ‘Giustizia’ della Lega e già sottosegretario alla Giustizia, intervenendo oggi pomeriggio a Napoli alla Tavola Rotonda intitolata “Sostenibilità della professione tra equo compenso e nuove opportunità professionali’ nell’ambito del Congresso straordinario di AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati).
Evento che ha richiamato a Napoli 500 avvocati under 45 da ogni regione d’Italia chiamati a riflettere sul tema della kermesse dal titolo “Legge Professionale Forense: verso un nuovo Statuto dell’avvocatura”.
Morrone, che è stato insieme a Giorgia Meloni firmatario della proposta di legge sull’equo compenso, non ha nascosto che “il successo di questa legge così significativa dipende dall’efficacia delle misure di attuazione e dalla capacità delle Istituzioni, di concerto con le organizzazioni di settore come AIGA, di vigilare sul rispetto dei diritti sanciti nei confronti del mondo eterogeneo delle libere professioni, che continuano a rappresentare una grande forza motrice della nostra società, dal punto di vista intellettuale e operativo, e che, di conseguenza, chiedono e impongono una maggiore attenzione da parte della politica e del legislatore”.
“Tra le altre valutazioni, è indispensabile tenere conto del fatto che solo con un compenso equo e adeguato al lavoro svolto è possibile garantire la dignità e la qualità delle prestazioni professionali evitando che subiscano un ulteriore sottrazione sia dal punto di vista economico che sul piano sociale”: aggiunge Morrone.
Durante il proprio intervento, Morrone ha annunciato di aver depositato in queste ore una proposta di legge in materia di ‘lesioni gravi e gravissime cagionate agli esercenti delle professioni legali, attraverso l’introduzione dell’art. 583-sexies del Codice penale’.
“Un’iniziativa legislativa necessaria a fronte dei diversi casi di cronaca di aggressioni nei confronti di avvocati. Crediamo che, come per altre professioni, sia indispensabile garantire un livello di sicurezza minimo prevedendo la repressione delle condotte penalmente rilevanti nei confronti degli operatori del settore, pur tenendo conto dei delicati riflessi psicologici che coinvolgono le persone offese, gli imputati e in generale le parti di un processo civile o penale”.
L’unico articolo di questa proposta di legge prevede che le lesioni gravi siano punite con la reclusione da quattro a otto anni mentre per le lesioni gravissime si prospetta la reclusione da sette a tredici anni.