(Sesto Potere) – Modigliana – 5 settembre 2024 – Quando nel post alluvione sono stati eseguiti gli interventi di pulizia sul Tramazzo, a Modigliana i detriti sono stati accumulati anche nei terreni dell’azienda agricola di Innocenzo Samory. E oggi, dopo 15 mesi, tronchi, sassi e cumuli di fango sono ancora lì, rendendo incoltivabili due ettari di campi.
“Una situazione insostenibile – sbotta l’imprenditore agricolo, socio di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – Capisco che nell’emergenza serviva un’area dove collocare i detriti, ma mai mi sarei immaginato che tutto quel materiale sarebbe rimasto sui miei terreni per così tanto tempo. Ho contattato le Istituzioni, dal Comune alla Regione, mi sono rivolto alla Protezione Civile e all’Autorità di Bacino, nel tentativo di trovare una soluzione, ma nessuno è stato in grado di aiutarmi. Dopo più di un anno, credo di avere tutto il diritto di riappropriarmi del mio terreno: ho perso due campagne, oltre ai danni subiti dall’alluvione questo disagio continua a pesare sulla mia azienda agricola”.
L’imprenditore agricolo sta affrontando una situazione difficile.
“Lo spazio occupato da questi detriti è infatti di circa 20.000 metri quadrati, equivalenti a 2 ettari di terra che potrebbero essere utilizzati per coltivare seminativi, attività principale della nostra azienda. Purtroppo, al momento, non è possibile. Ho anche pensato di procedere da solo alla rimozione di questo materiale alluvionale – spiega Samory – ma non è fattibile. Vista la mole dei detriti i costi sarebbero altissimi perché servono macchinari specifici per questo tipo di intervento. Inoltre, non so se siano necessarie autorizzazioni particolari vista la natura dei materiali”.
Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini sta affiancando l’agricoltore di Modigliana per sbrogliare questa vicenda.
“La nostra associazione sta fornendo tutto il supporto necessario a Innocenzo e alla sua azienda per cercare di superare questo incredibile stallo, che sta causando un danno economico significativo a un imprenditore agricolo già duramente colpito dall’alluvione e dalle numerose frane e smottamenti che ne sono seguiti – commenta Alberto Mazzoni, Presidente della Consulta di Forlì e vice-presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini -. Probabilmente c’è stato un inghippo burocratico che ha determinato questo ritardo, anche se la vicenda ha l’amaro sapore di una dimenticanza bella e buona. Purtroppo, il servizio regionale di Protezione Civile, responsabile per il fiume, continua a non dare risposte nonostante i continui solleciti fatti degli enti del territorio e questo non è accettabile”.
“La gestione del post alluvione è alquanto deludente, gli agricoltori aspettano ancora i ristori – conclude Mazzoni – e ci sono situazioni come questa che complicano ulteriormente la vita alle aziende agricole. Ci auguriamo che la Regione Emilia-Romagna, informata di tutto, possa intervenire al più presto”.