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Miracolo di Savarna: i fedeli, tramite l’avvocato Minutillo, depositano opposizione alla richiesta di archiviazione

(Sesto Potere) – Ravenna – 18 marzo 2025 – Nuovo aggiornamento sulla vicenda del presunto “miracolo” dell’ostia trasformatasi in sangue nella chiesa di Santa Maria Assunta di Savarna, frazione del ravennate. È stata formalmente depositata presso l’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ravenna, assegnata al GIP Galanti, l’opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento penale n. 5592/2024 R.G.N.R., attualmente rubricato contro ignoti per il reato di vilipendio e distruzione di cosa destinata al culto.

Il procedimento riguarda la distruzione e dispersione dell’Ostia consacrata rinvenuta nella chiesa di Santa Maria Assunta in Savarna, nonché la scomparsa dei relativi reperti e campioni biologici, dopo l’affidamento del materiale da parte della Curia Arcivescovile di Ravenna-Cervia all’AUSL Romagna, Unità Operativa di Microbiologia di Pievesestina.

L’atto, redatto dall’avvocato. Francesco Minutillo (nella foto) in qualità di difensore delle persone offese, solleva quelle che vengono considerate: !”gravi criticità sull’operato degli inquirenti” e richiede l’esecuzione di “nuove e più approfondite” attività istruttorie.

Secondo quanto afferma l’avvocato. Minutillo: «solo grazie all’attenta e tempestiva vigilanza esercitata dalla difesa è stato possibile evitare che il procedimento si concludesse con una decisione silenziosa, senza che le persone offese fossero adeguatamente informate o potessero esercitare i propri diritti. Le indagini si sono svolte in assenza di contraddittorio e senza che venisse data alcuna comunicazione agli esponenti, in violazione delle basilari regole del giusto processo. L’opposizione mira a ristabilire il principio del contraddittorio, garantendo alle parti lese il pieno coinvolgimento nella fase terminale delle indagini».

Nel testo dell’opposizione viene contestata la scelta, ritenuta “ingiustificata,” di iscrivere il procedimento contro ignoti, «nonostante – osserva Minutillo – fin dal primo esposto fossero stati indicati nominativamente il Prof. Vittorio Sambri e Mons. Lorenzo Ghizzoni quali soggetti direttamente coinvolti nella gestione dei reperti eucaristici. Tale omissione –aggiunge Minutillo – ha impedito la tempestiva informazione delle persone offese, che sono venute a conoscenza della richiesta di archiviazione solo grazie a un accesso diretto agli atti, e non per iniziativa dell’organo inquirente».

L’avvocato Minutillo evidenzia inoltre «la scomparsa dei vetrini istologici e del blocchetto in paraffina, preparati dalla dott.ssa Cristina Antonini e successivamente consegnati alla Curia di Ravenna. Si tratta di reperti contenenti frammenti della particola consacrata, a tutti gli effetti oggetti di culto, la cui sparizione rappresenta un fatto gravissimo. Se tali reperti si trovano ancora nella disponibilità dell’Arcidiocesi, si chiede che vengano immediatamente messi a disposizione degli inquirenti. In caso contrario, si esigono spiegazioni puntuali sul loro eventuale smaltimento o distruzione, indicando modalità e responsabili. La tutela giuridica riconosciuta dall’articolo 404 del codice penale – sottolinea il legale – si estende anche a questi frammenti, che meritano il massimo rispetto in quanto portatori della Presenza reale del Corpo di Cristo».

Un ulteriore elemento definito “critico” riguarderebbe le analisi scientifiche condotte dall’AUSL Romagna.

L’avvocato Minutillo denuncia «gravi lacune metodologiche, in quanto non è mai stata effettuata alcuna ricerca specifica per verificare la presenza di sangue umano sulla particola. Le analisi si sono limitate a un’indagine microbiologica volta all’identificazione di batteri del genere Serratia, tralasciando completamente l’accertamento sull’eventuale presenza di DNA umano, che si sarebbe potuto rilevare tramite la ricerca del gene β-globina o del rRNA 18S. Le conclusioni trasmesse dal Prof. Sambri al Vescovo Mons. Ghizzoni, in forma privata e informale, non hanno quindi alcun valore scientifico affidabile. Su questo punto – precisa l’Avv. Minutillo – sono state avanzate al GIP richieste puntuali».

Nel corpo dell’opposizione viene altresì denunciata: «l’esistenza di un accordo di assoluta riservatezza tra l’Arcivescovo di Ravenna-Cervia e il Direttore dell’U.O. di Microbiologia dell’AUSL Romagna, Prof. Vittorio Sambri.  Tale intesa – commenta Minutillo – è avvenuta al di fuori di qualsiasi procedura ufficiale e senza alcuna tracciabilità amministrativa, determinando una gestione dei reperti priva di trasparenza e, di fatto, sottratta a ogni forma di controllo pubblico. L’accordo segreto ha impedito la verbalizzazione delle operazioni di analisi e di distruzione dei materiali eucaristici, in violazione dei principi di legalità e imparzialità cui è tenuta l’amministrazione pubblica».

«Alla luce di queste gravi criticità – prosegue l’avvocato. Minutillo – si è chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari di disporre la prosecuzione delle indagini, ordinando l’iscrizione dei soggetti responsabili nel registro degli indagati e l’esecuzione di tutte le attività istruttorie necessarie, comprese l’escussione dei testimoni fondamentali e il recupero dei reperti scomparsi. L’obiettivo è fare piena chiarezza su quanto accaduto e garantire il rispetto della fede e della sensibilità religiosa dei fedeli, squarciando il silenzio della Diocesi sul punto. Un silenzio che – come emerso dagli atti – risulta ben armonizzato con l’operato dell’AUSL, alla luce della fitta corrispondenza intercorsa tra il Vescovo e il personale sanitario, anche successivamente al deposito dell’esposto».