(Sesto Potere) – Parma – 9 maggio 2024 – Il Ministero della Cultura del Governo Italiano sostiene la candidatura “Tradizione del Balsamico tra socialità, arte del saper fare e cultura popolare di Modena e Reggio Emilia” a Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco insieme alla Regione Emilia Romagna.
Lo ha ribadito oggi a Cibus, in Fiera a Parma. il Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura Francesco Gilioli, sottolineando come “Nell’aceto balsamico non c’è meno storia che nelle pietre del Duomo e dunque andiamo avanti con la candidatura UNESCO promossa dai due Consorzi di Tutela qui presenti dal Consorzio di Tutela di Reggio Emilia e anche da altre associazioni che promuovono il balsamico come la Consorteria di Spilamberto. Gli uffici l’hanno esaminata, hanno risposto, c’è disponibilità ed interesse anche da parte della Regione Emilia-Romagna. Pertanto vi invito da subito a incontrarsi con il nostro servizio UNESCO che è a disposizione per portare aventi la candidatura avanzata nel 2019 e impostarla seguendo le rigide regole richieste dall’UNESCO. Nella candidatura c’è l’importante aspetto immateriale che caratterizza questo tipo di riconoscimento perché è qualcosa di pervaso e localizzato sul territorio”.
Per la Regione Emilia-Romagna era presente Renzo Armuzzi, dirigente responsabile della promozione dei prodotti DOP e IGP della Regione Emilia-Romagna, portando il pieno sostegno all’iniziativa da parte dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Alessio Mammi che così si è espresso: “Stiamo parlando di un iter che ha preso piede dal territorio e dalle comunità locali, che coinvolge famiglie e imprese delle province di Modena e Reggio Emilia rappresentative della tradizione, della storia e dell’identità del Balsamico sul territorio. Questo processo non deve essere snaturato, proprio per il valore che rappresenta. Stiamo pertanto lavorando affinché questo iter venga legittimato in modo corretto”.
L’occasione è stato il talk show “Modena e il Balsamico: raccontare il Gusto della Cultura e la Cultura del Gusto” tenutosi stamattina a conclusione delle intense giornate di incontri organizzate a Cibus 2024 dai due Consorzi Tutela Aceto Balsamico di Modena e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. per la prima volta presenti alla fiera di Parma sotto la comune egida de “Le Terre del Balsamico”, sintesi della comunione di intenti delle due realtà consortili riferite al Balsamico di Modena soprattutto nel campo della promozione e valorizzazione del prodotto.
Si è dunque approfonditamente parlato in tale contesto della domanda di riconoscimento del titolo di Patrimonio Unesco per l’Aceto Balsamico prodotto nelle province di Modena e Reggio Emilia, presentata da un Comitato territoriale composto dal Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, dal Consorzio Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, dal Consorzio Tutela dell’Aceto Balsamico di Reggio Emilia, dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena (con sede a Spilamberto), dalla Confraternita dell’Aceto Balsamico Tradizionale (con sede a Scandiano) e supportato dalla Regione Emilia- Romagna nonché dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e dal Ministero della Cultura.
Il Presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena Mariangela Grosoli, ha affermato che: “É dal 2019 che è stata presentata la richiesta per riconoscere l’Aceto Balsamico come patrimonio immateriale dell’Unesco da parte dei Consorzi di tutela delle tre filiere e delle due associazioni culturali di Modena e Reggio Emilia legate al prodotto. Oggi questo progetto è al vaglio del Ministero della Cultura e una volta portato a termine l’approvazione della Cucina Italiana come Patrimonio Unesco, verrà riattivato anche questo percorso e speriamo che nel giro di qualche anno si riesca ad ottenere questo riconoscimento che vedrebbe riconosciuta la tradizione di un territorio, ma soprattutto di tante famiglie e di tanti imprenditori modenesi e reggiani che hanno contribuito allo sviluppo di questo prodotto”.
Al talk show moderato da Francesca Romana Barberini, oltre al Presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale e Presidente “Le Terre del Balsamico Enrico Corsini, al Presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena e Vice Presidente “Terre del Balsamico” Mariangela Grosoli, hanno partecipato Francesco Aquila vincitore Master Chef Italia 10, Eleonora Cozzella Giornalista e critica gastronomica, Carlo Spinelli scrittore e cord. edit. Italia Squisita e Mara Nocilla giornalista Gambero Rosso.
Sull’importanza dell’autenticità e della tutela, tema molto importante per uno dei prodotti più esportati al mondo con il 92% della produzione che raggiunge ben 130 Paesi ma tra i più imitati al mondo, se ne è parlato ieri durante il talk show, sempre moderato da Francesca Romana Barberini “L’autenticità ha un gusto unico. Tutelare il valore dell’autenticità al tempo del fake” a cui hanno partecipato esperti del settore come Cesare Baldrighi, Presidente Origin Italia, Mirko Depinto Studio Ambrosetti, Luca Giavi Direttore del Consorzio Prosecco DOC. L’incontro ha messo in evidenza il momento di grande fermento per le IG italiane ed europee dopo la recente entrata in vigore del nuovo regolamento che rafforza il sistema delle DOP e IGP con l’intervento dell’On. Paolo De Castro, europarlamentare e membro effettivo della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale: “Adesso occorrerà rilanciare un piano di azione per sviluppare quella cultura delle IG in tutta Europa aiutando a promuovere questo sistema perché più forte sarà il sistema, più tutelati saranno i produttori dei Consorzi e sarà una straordinaria occasione per rafforzare il loro ruolo. Adesso non fermiamoci – ha concluso Paolo De Castro – lavoriamo bene, ci saranno anche risorse europee che daranno possibilità proprio al sistema dei Consorzi di fare più iniziative per far conoscere le IG al consumatore che deve essere il nostro grande alleato. È questa l’Europa che vogliamo, capace di accompagnare gli agricoltori verso sistemi produttivi sempre più competitivi e sostenibili”.
I temi trattati durante gli incontri hanno un significato particolarmente importante per il Presidente Enrico Corsini anche per la presenza agli incontri di istituzioni a più livelli, dal locale all’europeo: “Il sostegno delle istituzioni dalla più vicina alla più centrale, non fa che ribadire l’importanza della nostra produzione all’interno del sistema Italia, insieme ad altri eccellenti prodotti dell’agroalimentare modenese ed emiliano-romagnolo più in generale. Ciò significa una grande attenzione e sensibilità verso il lavoro delle nostre imprese e delle opportunità che hanno saputo cogliere sviluppando strategie di posizionamento sui mercati esteri anche a lungo termine”.
Al di là dei momenti di confronto, per i due Consorzi presenti a Cibus 2024 con Le Terre del Balsamico, la fiera di Parma è stata anche occasione di degustazioni in collaborazione con il Consorzio del Lambrusco, del Parmigiano Reggiano, del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale rimarcando l’importanza della collaborazione e su come riconoscere l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP ed i suoi affinamenti e sul fronte dell’Aceto Balsamico di Modena IGP con focus sul Consortium Profile per riconoscerne le caratteristiche organolettiche.
DICHIARAZIONI
Cesare Baldrighi Presidente ORIGIN Italia
“L’elemento di maggiore importanza che noi abbiamo da affrontare nei prossimi anni è quello della sostenibilità, ormai è diventato un mantra dal quale nessuno può in qualche modo sfuggire – ha affermato Cesare Baldrighi Presidente di Origin Italia. Fino ad oggi le produzioni DOP e IGP sono state la punta di diamante dell’agroalimentare nazionale e non solo, per continuare a mantenere quella posizione dobbiamo affiancare alla fama, al prestigio, alla qualità dei nostri prodotti anche l’elemento legato alla sostenibilità che significa sostenibilità economica e sociale che sono insite nei nostri disciplinari, ma dobbiamo essere bravi anche sulla sostenibilità ambientale sulla quale oggi non esiste una convinzione del consumatore in questo senso. Il nostro lavoro da qui a cinque anni – conclude Cesare Baldrighi– sarà quello di portare tutti i Consorzi ai vertici anche nella sostenibilità ambientale con un lavoro che prende spunto da un’analisi fatta dalla FAO su 250 indicatori di sostenibilità ambientali dedicati alle Indicazioni Geografiche, da uno screening di questi indicatori il nostro obiettivo è scegliere una base comune per tutte le IG per scendere poi via via nello specifico sulle filiere e via via sui singoli prodotti e sui singoli Consorzi di tutela”.
Luca Giavi, Direttore Generale del Consorzio di tutela della DOC Prosecco
“Spiegare il valore dell’autenticità è molto semplice, basta che ci domandiamo perché quella sensazione che proviamo davanti alla “Nascita di Venere” vista agli Uffizi non è la stessa che proviamo guardando la medesima immagine su un libro o in una qualsiasi riproduzione, anche fosse di ottima qualità ed in scala 1:1. Ed è così anche per ciò che degustiamo. L’originale, l’autentico nasconde in sé quel fascino che esercitano le cose “uniche” che nascono dall’intuito o, se si vuole, dalla genialità dei “primi” che, in un territorio, per il sussistere di determinate condizioni, hanno compreso l’opportunità di realizzare proprio quel prodotto, non un altro, e che ne hanno tramandato le loro competenze alle nuove generazioni, fino ai giorni nostri, dandoci l’opportunità di condividere quell’unicità.”
Mirko Depinto, Ambrosetti
“Da tre anni The European House – Ambrosetti ha deciso di approfondire e quantificare con una metodologia proprietaria il valore dell’Italian Sounding per l’Italia, ovvero quel fenomeno che vede l’imitazione di prodotti agroalimentari italiani a fini di commercializzazione ingannevole, mediante l’utilizzo di nomi, immagini, combinazioni cromatiche che evocano inequivocabilmente l’Italia.
Per farlo, è stata somministrata una survey a 250 retailer internazionali, con l’obiettivo di approfondire la presenza di prodotti agroalimentari tipici della tradizione italiana negli scaffali dei supermercati di tutto il mondo e creare dei coefficienti per quantificare la discrepanza tra prodotti italiani originari dall’Italia e provenienti da Paesi esteri, pur essendo tipici della dieta italiana. Considerando solo i consumatori stranieri che realmente vogliono acquistare prodotti Made in Italy, è possibile così stimare un valore di Italian Sounding “raggiungibile”. Il nostro modello ha quantificato per il 2022 un valore di Italian Sounding pari a 60 miliardi di Euro. Pertanto, se l’Italian Sounding si trasformasse in vero fatturato italiano, il potenziale di export agroalimentare del Paese sarebbe di circa 120 miliardi di Euro.”