venerdì, Febbraio 28, 2025
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Lo IOR dona una nuova colonna endoscopica all’Otorinolaringoiatria di Forlì

(Sesto Potere) – Forlì – 28 febbraio 2025 – Lo IOR ha donato una nuova colonna endoscopica all’Otorinolaringoiatria di Forlì. Il macchinario, del valore di circa 50.000 euro, verrà utilizzato per diagnosi sempre più precoci e precise.

Continua l’impegno dell’Istituto Oncologico Romagnolo per mantenere la proposta della Sanità pubblica del territorio ai più alti livelli di efficienza e tecnologia: giovedì 27 febbraio l’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì ha infatti tagliato il nastro di una nuova colonna endoscopica di ultimissima generazione, del valore di circa 50.000 euro.

Il macchinario verrà installato presso il reparto di Otorinolaringoiatria, diretto dal dott. Andrea De Vito, e sarà utilizzato precipuamente in ambito oncologico.

ingresso ospedale forlì

«La parte della nostra attività dedicata ai pazienti con tumore è molto corposa – spiega il Primario nel corso della cerimonia – nel solo 2024, su un totale di 1638 interventi che abbiamo effettuato nell’arco dell’anno, il 30-40% era legato a diagnosi neoplastiche che non potremo garantire con questo macchinario, in particolare, è molto importante sotto un duplice aspetto: in primis dal punto di vista della diagnosi precoce, perché grazie all’alta definizione dell’immagine ea un filtro di luce denominato NBI saremo in grado di rivelare livelli di vascolarizzazione anomala, segnale di una lesione neoplastica o pre-neoplastica, che a occhio nudo non riusciremo a individuare. Secondariamente, alla stessa maniera, potremo tenere sotto controllo un’eventuale ripresa della malattia, nelle visite di follow-up durante i canonici cinque anni post-intervento o terapie. Per altro, essendo l’immagine così precisa e nitida, potremo definire con precisione i margini della lesione, distinguendoli dal tessuto sano in maniera netta».

Un esempio, dunque, di tecnologia al servizio del paziente della Romagna, non solo per quanto riguarda la cura ma anche tutto l’aspetto legato alla sua qualità di vita.

«Individuare lesioni precoci significa non solo garantire una prognosi migliore al paziente ma trattarlo con interventi meno demolitivi: questo vale per tutti ma in special modo per il nostro distretto di competenza – continua il dott. De Vito – ovviamente questo garantisce un impatto diverso sulla qualità di vita della persona, che può recuperare più velocemente le funzioni di deglutizione e fonazione, e sul nostro Sistema Sanitario, con degenze sempre più brevi. Quindi, per quanto queste strumentazioni sembrino costose specialmente in un periodo di difficoltà economiche, rappresentano anche un investimento che porta a un risparmio per l’Azienda ea liste d’attesa meno lunghe. D’altronde se una Unità, come la nostra, vuole specializzarsi in ambito oncologico, oggigiorno non può più prescindere da un certo tipo di livello tecnologico. Il fibroscopio in dotazione con questa colonna, oltre a garantire immagini ad altissima definizione, ha un diametro anche molto sottile, pensato per garantire al paziente un disagio minimo in sede di visita: un altro aspetto da non sottovalutare, quando parliamo appunto di macchinari innovativi che tengono conto della persona a 360°».

Uno strumento che favorisce la diagnosi precoce e l’individuazione delle lesioni in fase iniziale o ancor prima che il tumore si sviluppi è molto importante in generale in oncologia, ma a maggior ragione in una sede, come quella testa-collo, in cui ancora troppo spesso la malattia viene individuata quando è già molto avanzata.

«Non è facile accorgersi tempestivamente di una neoplasia otorinolaringoiatrica – aggiunge il dott. De Vito – occorre sensibilità e conoscenza della problematica per richiedere una visita specialistica di questo tipo, in presenza di sintomi persistenti quali calo di voce e difficoltà a deglutire, specie in combinazione a fattori di rischio come fumo o abuso di alcol. A questi, ultimamente, si è aggiunto il papillomavirus, che ha determinato un incremento delle diagnosi soprattutto nelle popolazioni più giovani. I marker oncologici individuabili nel sangue come spia della presenza di certe neoplasie non si applicano a quelle del distretto testa-collo: e il dolore, solitamente, rappresenta un sintomo di patologia già piuttosto avanzata. Per comprendere l’impatto che può avere una strumentazione come quella che ci viene donata oggi, basti pensare che anni fa, quando la nostra Unità Operativa venne dotata di una colonna endoscopica di questo tipo, decisi di organizzare un programma di screening sulla popolazione forlivese, che portò ad individuare lesioni che altrimenti non avremmo notato nel 20% delle persone che aderirono. Quindi ringrazio nuovamente l’Istituto Oncologico Romagnolo: si tratta di una strumentazione che può fare davvero una differenza enorme per i nostri pazienti».

La donazione della colonna endoscopica, avvenuta anche grazie al contributo di una importante realtà del territorio, è solo l’ultima di una lista di investimenti recenti che hanno portato i reparti dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì a poter contare su nuove strumentazioni, sempre più tecnologicamente avanzate e sempre a favore della diagnosi precoce delle neoplasie: tra questi da ricordare ad esempio gli ecografi installati presso il Centro di Prevenzione Oncologica all’inizio di febbraio e l’Unità di Ostetricia e Ginecologia poco prima di Natale.

«D’altronde, se vogliamo che i tumori siano una problematica di salute sempre più guaribile oltre che curabile, è sulla individuazione tempestiva di queste malattie che dobbiamo lavorare – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi, presente alla cerimonia – questo impegno, abbinato a stili di vita sempre più improntati alla prevenzione e al benessere, rappresenta l’unica strada possibile per un futuro sempre più libero dal cancro. Come IOR è un piacere collaborare con i reparti d’eccellenza della Romagna, per aiutare i nostri medici e infermieri a mantenere certi standard e magari, in alcuni casi, alzare addirittura l’asticella. Lo spirito che ci anima in questi interventi è quello della restituzione della fiducia che ci arriva dal territorio, che sono donatori privati ​​o, come in questo caso, realtà imprenditoriali, a vantaggio delle strutture e dei professionisti che di coloro che abitano quel territorio si ricevono cura. I cittadini, scegliendo di sostenere lo IOR, giustamente si aspettano che quei soldi diventino dipendenti per qualcosa che faccia una differenza reale: e cosa c’è di più concreto di un dispositivo che migliori le performance di un reparto già riconosciuto come d’eccellenza, come quello del dott. De Vito?».