mercoledì, Aprile 23, 2025
HomeEmilia-RomagnaLiceo Guglielmo Marconi di Parma, II anno progetto “Io leggo perché…"

Liceo Guglielmo Marconi di Parma, II anno progetto “Io leggo perché…”

(Sesto Potere) – Parma – 23 aprile 2025 –Tra i percorsi più interessanti avviati nell’ambito del macro-progetto didattico “Io leggo perché…alla ricerca del senso perduto”, curato dagli studenti e dai docenti del Liceo Guglielmo Marconi di Parma, con il contributo di Fondazione Cariparma, e giunto al suo secondo anno, va sicuramente annoverato quello dedicato allo studio della lingua dei segni, realizzato in collaborazione con l’Università di Parma.

In un’ottica di partecipazione del territorio, di sinergia tra le istituzioni e di sensibilizzazione della società civile in relazione alle persone con fragilità e deficit fisici, alcuni studenti del Liceo parmigiano hanno, infatti, accolto l’invito dell’ateneo cittadino nel partecipare a un corso di Lingua dei Segni Italiana LIS, di livello QCER A1, approcciandosi così alla comprensione di questa modalità di comunicazione altamente inclusiva e all’approfondimento della storia e della cultura della comunità sorda.

Gli allievi che hanno aderito a questa affascinante proposta di studio hanno potuto frequentare un corso standard di 40 ore sulla Lingua dei Segni Italiana, acquisendone le basi per comprendere, almeno in parte, il significato di una conversazione e per elaborare a loro volta un messaggio, mettendo in gioco abilità visive e manuali al posto di quelle acustico e vocali.

Il corso sul linguaggio dei segni ci ha colpito molto perché è una forma di comunicazione che va oltre le parole” hanno raccontato le studentesse Greta Tomaselli, Arianna Oprea e Lisa Bologna, partecipanti al progetto “coinvolge il corpo, le espressioni del viso e lo spazio intorno a noi. Ogni gesto ha un significato preciso ed è incredibile come si possa esprimere così tanto senza usare la voce”.

Alle strategie per apprendere la lingua – insegnate da docenti professionisti della LIS, sia udenti che sordi, secondo i principi del metodo americano “VISTA” – è stato affiancato lo studio teorico di alcune nozioni di grammatica della LIS, di dattilologia e di cultura sorda, allo scopo di allargare la conoscenza degli allievi e facilitare la familiarizzazione con questa “seconda” lingua. “Per noi e i nostri compagni” hanno proseguito le studentesse “partecipare a questo corso è stata un’esperienza arricchente, perché ci ha permesso di scoprire un nuovo modo di comunicare e, soprattutto, di comprendere meglio l’importanza dell’inclusione”.

Diverse le modalità didattiche adottate nel percorso di studio (che prevede, tra l’altro, una verifica finale teorico-pratica), con lezioni frontali in aula, ma anche lavori in gruppo, dialoghi assistiti, esercitazioni propedeutiche in relazione allo spazio, alle espressioni facciali, alle emozioni e giochi per la stimolazione visiva e gestuale; la finalità è stata quella di allenare le abilità visive, accrescendo nello studente anche una maggiore consapevolezza nello sguardo, stimolandolo a guardare, leggere e comunicare il mondo da una nuova prospettiva.

Entusiastiche le impressioni raccolte da tutti i partecipanti:“abbiamo imparato quanto sia fondamentale prestare attenzione non solo alle parole, ma anche ai gesti e alle espressioni, che spesso dicono molto più di quanto immaginiamo. È un percorso che consiglieremmo a tutti perché apre la mente e aiuta a sviluppare una nuova sensibilità verso il mondo della comunicazione”.

La lingua dei segni non è, infatti, un codice di suoni e toni, ma un modo di comunicare spaziale e corporeo, una lingua d’immagine, movimento ed espressività, che proprio per questa sua peculiarità crea un ponte diretto fra significato e significante. Uno strumento di relazione e comunicazione sorprendente, prezioso, icastico e inclusivo in una società multiculturale come quella contemporanea.