Parma – 21 dicembre 2024 – “A cosa serve l’Europa? A dare una mano a chi non ce la fa”. Garantisce Stefano Bonaccini, per un decennio governatore dell’Emilia-Romagna e oggi deputato a Bruxelles.
Ieri mattina Bonaccini ha fatto ‘lezione’ sull’Europa ad una trentina di studenti parmigiani, in parte “ambasciatori” del Parlamento europeo in diversi istituti superiori, tra cui l’Ulivi, in parte esponenti della consulta provinciale studentesca.
L’occasione era la tappa conclusiva del progetto “1 Avenue Schumann-Via Emilia”, realizzato dalla Provincia di Parma e dall’Upi (Unione Province italiane) insieme a Europe Direct Emilia-Romagna-sportello Gal del Ducato con il contributo della Regione tramite la legge regionale 16 del 2008 per la promozione della cittadinanza europea.
Tantissime le domande degli studenti, già protagonisti del primo incontro del ciclo, tenuto sempre alla provincia di Parma nelle settimane scorse, prima delle ‘trasferte’ per portare il dialogo con gli europarlamentari anche nelle altre province emiliane.
“Noi possiamo maledirla l’Europa, ha tanti difetti, purtroppo non è ancora unita nelle politiche comuni- dice Bonaccini rispondendo ai ragazzi- ma è un grande spazio di libertà“. Per farla funzionare meglio, “basta col diritto di veto dei singoli Stati, bisogna decidere a maggioranza- prosegue l’ex presidente regionale- sì invece alla proposta di Draghi di creare debito comune per avere più risorse da investire. Il Green Deal? Va equilibrato per me, non deve diventare uno scontro ideologico tra chi nega i cambiamenti climatici e chi invece lo invoca, ma senza strumenti rischia di fare perdere il lavoro e chiudere le imprese”.
Bonaccini non evita i temi più delicati anche in chiave locale, come la crisi dell’auto e i temuti dazi Usa nella provincia, quella di Parma, che vanta il maggiore ‘peso’ economico di prodotti Dop e Igp. “Coi dazi di Trump– osserva- molti americani potrebbero non comprare più prodotti come il Parmigiano reggiano, quindi l’Europa deve fare in modo di fargli cambiare idea”.
L’incontro è stato aperto dal padrone di casa, il presidente della Provincia Alessandro Fadda, che ha ricordato il traguardo di Parma Capitale europea dei giovani nel 2027. “E’ attraverso i giovani che può passare il messaggio di quanto sia importante l’Europa per tutti noi”, dice Fadda. “I grandi cambiamenti- sottolinea- sono sempre passati dai giovani, cerchiamo di fare capire quanto le regole che governano l’Europa sono regole che ricadono anche su di noi”.
Portato in giro per l’Emilia da Luca Sparnacci dell’Upi e da Barbara Usberti della Provincia, “1 Avenue Schuman-via Emilia” ha visto il contributo attivo dei ragazzi, che oltre a porre le loro domande agli europarlamentari (agli incontri precedenti hanno partecipato anche Elisabetta Gualmini e Stefano Cavedagna) hanno superato il “quiz” finale sulle regole Ue. E sulla lavagna della Provincia sono rimasti appiccicati tanti loro “post-it” con i loro desideri per l’Europa che verrà: verranno recapitati a Bruxelles insieme al report del progetto.
“Sono molto soddisfatta del progetto Avenue Schuman, che ha portato un pezzo d’Europa nelle nostre scuole”, tira le somme Saba Giovannacci, consigliera provinciale con delega ai progetti Ue. “Con i loro interventi e domande, questi ragazzi e ragazze hanno dimostrato di poter essere protagonisti nel trovare soluzioni nuove alle sfide complesse di oggi, ispirandosi ai padri fondatori dell’Unione- Schuman, De Gasperi ed Eisenhower – che, uniti da una profonda amicizia e da ideali comuni, seppero immaginare un futuro di pace e collaborazione. La Provincia di Parma, il suo ufficio Europa in particolare, è pronta ad accompagnarli e supportare progetti futuri”.
“Ho trovato ragazzi molto preparati, vuol dire che le scuole e gli insegnanti hanno preso molto sul serio questo progetto”, è il bilancio di Bonaccini. “Hanno una consapevolezza più alta rispetto alla mia generazione, convinti che serva un’Europa aperta, unita. Credo che vogliano da un lato che si fermino le guerre, dall’altro che si salvi l’ambiente, perché sentono di poter perdere il bene più prezioso che hanno, il pianeta. E chiedono opportunità, sanno di poter stare peggio dei propri genitori e dei propri nonni”.