venerdì, Febbraio 7, 2025
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Legacoop Romagna: Sì all’uso di terreni coltivati per fare fronte alle alluvioni

(Sesto Potere) – Cesena – 7 febbraio 2025 – Sì alle “servitù di allagamento” di terreni coltivati, a patto che le indennità destinate a compensare il rischio degli agricoltori siano adeguate, certe nelle tempistiche e prontamente disponibili. E sempre tenendo presente che questo tipo di soluzione va disciplinato con attenzione e non può sostituire le opere pubbliche necessarie per mettere in sicurezza il territorio.

Questo il giudizio di Legacoop Romagna sulla proposta della Regione di utilizzare i terreni coltivati per fare fronte alle alluvioni, in caso di emergenza.

Nel complesso, Legacoop Romagna approva l’indirizzo strategico per la messa in sicurezza idraulica del territorio, individuato dalla Regione e dai Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna. Il percorso si sta concretizzando, anche grazie al Piano per la bonifica per l’Emilia-Romagna dotato dal Pnrr di 1,2 miliardi di euro.

«Le considerazioni espresse dal nuovo Commissario Straordinario Fabrizio Curcio nel corso della Consulta Agricola regionale, tenuta nei giorni scorsi, vanno nella giusta direzione – commenta per Legacoop Romagna il coordinatore territoriale di Ravenna e referente per il percorso di risarcimento sull’alluvione, Mirco Bagnari –. La struttura commissariale deve essere un supporto sia per il mondo agricolo e per la soluzione delle sue problematiche legate ai problemi idrogeologic,i sia per gli Enti del territorio nell’implementazione delle scelte di programmazione territoriale di loro competenza. Per riuscire ad affrontare concretamente i problemi è necessario riportare le cose sui giusti binari».

«Siamo convinti che il grande impegno della Regione Emilia-Romagna e del suo Presidente, Michele de Pascale, sia indispensabile: i cambiamenti climatici non ci lasciano infatti tempo da perdere – sottolinea Paolo Lucchi, (nella foto) Presidente di Legacoop Romagna –. Occorre quindi che il Piano speciale, ad oggi non ancora approvato perché il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha garantito la copertura finanziaria degli oltre 4 miliardi di euro di opere pubbliche necessarie, venga realizzato prima che nuovi eventi meteo-climatici estremi mettano a grave rischio la nostra terra, sommando altri danni a quelli già subiti».