giovedì, Luglio 10, 2025
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L’Economia del mare in Italia genera un valore aggiunto di 76,6 miliardi di euro, in crescita addetti e imprese

(Sesto Potere) – Genova/Roma – 10 luglio 2025 – Con 232.841 imprese e 1.089.710 di occupati, l’Economia del mare in Italia genera un valore aggiunto diretto pari a 76,6 miliardi di euro, che, se consideriamo il valore attivato nel resto dell’economia, raggiunge i 216,7 miliardi di euro, pari all’11,3% del PIL nazionale.

Un settore in netta crescita in ogni suo aspetto. Cresce il valore aggiunto diretto con un +15,9%, pari a più due volte la crescita media italiana ferma al 6,6%. Cresce il peso dell’economia del mare sul valore aggiunto complessivo di più di 1 punto percentuale rispetto a quanto rilevato dal XII Rapporto del 2024.

Il moltiplicatore di quest’anno resta stabile a 1,8. Ossia per ogni euro speso nei settori direttamente afferenti alla filiera mare se ne attivano altri 1,8 nel resto dell’economia.

Crescono gli addetti, con un aumento occupazionale del +7,7%, più di quattro volte quello registrato nel Paese (+1,9%). E nel biennio 2022-2024 cresce anche il numero delle imprese, con un +2% in controtendenza con l’economia nazionale che si attesta su un -2,4%.

È quanto emerge dal XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare a cura di Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare, Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere, Informare, Camera di commercio Frosinone Latina e Blue Forum Italia Network, presentato ieri pomeriggio a Roma presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in apertura del 4° Summit Nazionale sull’Economia del mare Blue Forum.

Come ogni anno, la tredicesima edizione del Rapporto, punto di riferimento nazionale ed europeo nella definizione del valore della Blue Economy italiana, ha messo sotto la lente di ingrandimento i diversi settori che compongono la forza produttiva “blu”: le filiere dell’ittica e della cantieristica, i servizi di alloggio e ristorazione, le attività sportive e ricreative, l’industria delle estrazioni marine, la movimentazione di merci e passeggeri, la ricerca, regolamentazione e tutela ambiente.

All’evento di presentazione, aperto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, sono intervenuti: il Presidente di Unioncamere Andrea Prete, il Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina Giovanni Acampora, il Direttore Generale del Centro Studi Tagliacarne Gaetano Fausto Esposito e il Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare Antonello Testa.

Contestualmente, al Palazzo della Borsa Valori di Genova s’è svolta la quarta edizione del Forum “Economia del Mare 2025”, promosso da Il Sole 24 Ore a Genova, una giornata di approfondimento dedicata alle opportunità strategiche legate al mare e ai settori trainanti della Blue Economy, con la presenza di rappresentanti del Governo, delle istituzioni e delle imprese.

Ha partecipato all’evento anche Confindustria Nautica, nel suo ruolo chiave di rappresentante di un settore trainante della Blue Economy come la nautica da diporto. Dalla cantieristica alla nautica, l’industria marittima è un asset strategico della nostra economia. Ma non si può prescindere dalle altre risorse che il Mare Nostrum offre al nostro Paese: dal turismo agli scambi commerciali.

“Non c’è Italia senza industria, questo va ripetuto come un mantra non solo alle istituzioni e al decisore politico, ma anche al mondo dell’informazione. L’economia del mare ora è al centro del dibattito, e quando il carro tira c’è la fila per salirci. Facciamo tutti insieme il sistema Italia, ma il motore è l’industria e in questo caso Confindustria è il primo interlocutore”: ha detto Piero Formenti, presidente di Confindustria Nautica, nel suo intervento alla quarta edizione di “Economia del Mare 2025” organizzata dal Sole 24 Ore.

“Le prenotazioni per il Salone Nautico stanno andando bene, siamo già in overbooking. Abbiamo liste di attesa. Abbiamo tantissime conferme di espositori. Abbiamo qualche difficoltà con la finitura di qualche lavoro sui cantieri del Waterfront che però sta avanzando”: ha aggiunto Piero Formenti, annunciando anche che per l’edizione di quest’anno, a settembre, sarà possibile utilizzare “in parte” il Palasport ristrutturato. “Il Salone Nautico di Genova è già la terza fiera al mondo e la prima in assoluto nel Mediterraneo già adesso – dice Formenti -, immaginiamoci quando tutto il Waterfont sarà finito, quando avremo la possibilità di utilizzare appieno anche il padiglione S, il Palasport (che probabilmente per qualcosa riusciremo a cominciare ad usare già quest’anno). Penso che dal 2026 sarà qualcosa di importante. Intanto la viabilità è migliorata e le opere piano piano si stanno ultimando. C’è stato forse un po’ di rallentamento con le elezioni comunali, abbiamo dovuto aspettare l’insediamento della nuova sindaca, però i lavori vanno avanti. Stanno diventando disponibili anche i parcheggi che sono fondamentali”. Ci sono però ancora nodi da sciogliere sui collegamenti: aeroporto e autostrade. “E sarebbe buona cosa avere hotel un po’ più accoglienti che non quadruplichino i prezzi nel periodo del Salone Nautico” conclude Formenti.

“L’economia del mare è un ecosistema complesso, fatto di diversi attori di diverse filiere e questo possiamo farlo diventare un elemento di opportunità e non di difficoltà. Se vinciamo questa sfida, l’economia del mare può diventare un asset strategico per nostro Paese. Occorre potenziare e migliorare le infrastrutture della logistica, servono porti integrati e digitalizzati per un servizio rivolto anche al territorio che si trova alle spalle dei porti. Anche i vettori e le flotte sono centrali nell’economia del settore ed è fondamentale sostenerli, così come è importante il capitale umano. Investire nell’economia del mare vuol dire investire nell’economia del Paese” ha detto Mario Zanetti, delegato del presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, nel suo intervento alla quarta edizione di “Economia del Mare 2025”.

“L’economia del mare è sempre più una leva strategica per lo sviluppo del nostro Paese. L’Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista in Europa, ma servono azioni concrete: infrastrutture moderne, porti digitali e intermodali, flotte efficienti e sostenibili, filiere integrate e competenze adeguate alle trasformazioni in atto”: ha aggiunto Mario Zanetti, che ha anticipato che nel documento strategico che Confindustria presenterà a Roma il 15 luglio saranno individuate le priorità per il settore. “A partire dalla portualità che deve diventare il fulcro logistico del sistema Paese – ha spiegato -, connessa, sostenibile e capace di accogliere le sfide dell’elettrificazione e dei carburanti alternativi”. Ancora: “La riforma della portualità è necessaria – sottolinea Zanetti – serve una governance unitaria e partecipata, capace di coordinare strategie e investimenti, coinvolgendo le rappresentanze economiche locali. Abbiamo l’occasione di costruire un nuovo modello di crescita industriale, fondato sulla nostra vocazione marittima. Servono, però, visione, pragmatismo e responsabilità condivisa, tra istituzioni, imprese e territori”.