giovedì, Ottobre 9, 2025
HomeBolognaLe aree geografiche con il più alto livello di soddisfazione lavorativa? In...

Le aree geografiche con il più alto livello di soddisfazione lavorativa? In montagna: ad Aosta, Trento e Bolzano

(Sesto Potere) – Mestre – 9 ottobre 2025 – Secondo l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, basandosi sull’indagine BES-Istat condotta nel 2023, le aree geografiche con il più alto livello di soddisfazione lavorativa sono Aosta, Trento e Bolzano: tutti territori di alta montagna. In particolare, in questa ricerca è stata stimata la percentuale di lavoratori che ha manifestato un elevato grado di apprezzamento per la propria attività professionale, considerando vari fattori quali le opportunità di carriera, l’orario di lavoro, la stabilità occupazionale, la distanza tra casa e luogo di lavoro e l’interesse per le mansioni svolte.

Da questa elaborazione è emerso che in Italia sono 12,2 milioni gli addetti che hanno dichiarato di “amare” il proprio lavoro, pari al 51,7 per cento del totale degli occupati presenti nel Paese.

A livello territoriale la Valle d’Aosta si è posizionata al primo posto nella classifica nazionale con il 61,7 per cento degli occupati (in valore assoluto pari a 70mila persone); sono persone che hanno dichiarato una significativa soddisfazione professionale.
Seguono la Provincia Autonoma di Trento con il 61,1 per cento (161mila) e quella di Bolzano con il 60,5 (170mila). Subito dopo si sono collocate l’Umbria con il 58,2 (234mila), il Piemonte con il 57,1 (poco più di un milione) e le Marche con il 55,4 (370mila).

Ad eccezione del Piemonte, nelle posizioni di vertice si osservano prevalentemente realtà geografiche di dimensioni contenute, caratterizzate dalla presenza di piccolissime attività produttive, con un impatto ambientale trascurabile. Tali realtà risultano fortemente integrate e in perfetto equilibrio con territori di straordinaria bellezza, ancora preservati e a misura d’uomo.

Insomma, le piccole imprese oltre a svolgere un ruolo fondamentale nella conservazione della cultura e delle tradizioni locali, promuovono l’identità culturale delle comunità coinvolte, valorizzando i lavoratori che si sentono i principali protagonisti di questo successo.

Se nella parte alta della classifica dominano le piccole realtà geografiche, la coda, invece, è “occupata” dalle regioni del Sud. Negli ultimi posti scorgiamo i lavoratori della Calabria con un livello di felicità del proprio lavoro del 43,8 per cento (pari a 245mila persone), della Basilicata con il 42,3 per cento (96mila) e, infine, della Campania con il 41,2 (681mila).

L’analisi dell’Ufficio studi della CGIA è proseguita mettendo a confronto l’indicatore appena analizzato con altri nove collegati sempre alla qualità dell’attività lavorativa svolta. Attraverso questa operazione è stato possibile misurare il benessere aziendale presente in tutte le 21 regioni d’Italia.

In relazione al numero di precari – vale a dire alla percentuale di occupati con lavori a termine da almeno 5 anni – le situazioni più
critiche registrate nel 2023 hanno interessato la Calabria e la Puglia entrambe con il 25,5 per cento, la Basilicata con il 25,7 per cento e la
Sicilia con il 27,9 per cento. La Lombardia, invece, è la regione che con il 10,7 per cento è la meno interessata da questo fenomeno.

Il tasso di occupazione più elevato è in capo alla Provincia Autonoma di Bolzano che è pari al 79,6 per cento, in Valle d’Aosta al 77,3 e in
Emilia Romagna al 75,9. Le situazioni meno virtuose le scorgiamo in Sicilia con il 48,7 per cento, in Campania e in Calabria entrambe con il
48,4. Per quanto concerne gli occupati sovraistruiti – ovvero coloro che nel 2023 ritenevano di avere un titolo di studio superiore a quello
maggiormente posseduto per svolgere quella professione sul totale degli occupati – la punta più elevata è del 33,5 per cento in Molise;
seguono con il 33,2 per cento la Basilicata e il 32,7 per cento l’Umbria. Il livello più contenuto si evince nella Provincia Autonoma di Bolzano
con il 16,3 per cento.

Il lavoro irregolare è presente soprattutto nel Mezzogiorno, con punte ogni 100 occupati del 16 per cento in Sicilia, del 16,5 per cento in
Campania e addirittura del 19,6 per cento in Calabria. Il livello più contenuto, invece, lo scorgiamo nella Provincia Autonoma di Bolzano
con il 7,9 per cento.

La soddisfazione per il proprio lavoro – vale a dire l’appagamento per il livello di retribuzione ottenuto, le ore lavorate, la stabilità del posto, l’opportunità di carriera, la distanza casa/lavoro, etc. – tocca la punta più elevata del 61,7 per cento in Valle d’Aosta. Seguono con il 61,1 per cento nella provincia Autonoma di Trento e con il 60,5 per cento nella Provincia Autonoma di Bolzano. Il livello di soddisfazione più basso si attesta al 41,2 per cento e riguarda la Campania. In Italia praticamente un occupato su due non è soddisfatto del lavoro che svolge (per la precisone il 51,7 per cento del totale).

La paura di perdere il posto di lavoro è diffusa soprattutto nel Mezzogiorno. Le situazioni più critiche interessano gli occupati della Calabria (5,9 per cento), quelli della Sicilia (6,4 per cento) e, in particolare, quelli della Basilicata (8,8 per cento). I più “sereni”, invece, sono i lavoratori della Provincia Autonoma di Bolzano: nel 2023 solo il 2,4 per cento ha manifestato una percezione di insicurezza del proprio
posto di lavoro.

Il part time involontario presente ogni 100 occupati, vale a dire coloro che nel 2023 hanno dichiarato di essere stati assunti con un
contratto a tempo parziale, poichè non ne hanno trovato uno a tempo pieno. Ebbene, le situazioni più critiche hanno interessato il Molise con
il 13,8 per cento, la Sardegna con il 14,7 per cento e la Sicilia con il 14,8 per cento. Ancora una volta la Provincia Autonoma di Bolzano con
il 3,8 per cento degli occupati è risultata essere la realtà più virtuosa d’Italia.

In merito allo smart working, sono i lavoratori del Lazio a farne maggior ricorso: nel 2023 la media ha interessato il 20,9 per cento degli
occupati. Seguono la Lombardia con il 15,6 e la Liguria con il 14,9. Chiude la graduatoria la Puglia con il 5,4 per cento.