(Sesto Potere) – Bologna – 29 dicembre 2025 – In Italia più della metà delle donne (il 54,4%) si occupa personalmente delle faccende domestiche, a fronte di appena il 17,6% degli uomini. Il dato – contenuto nel rapporto Censis di fine anno – rispecchia la situazione nazionale, ma è perfettamente riferibile all’Emilia-Romagna.
“Anche nella nostra regione il lavoro invisibile, ovvero la cura della casa e della famiglia, resta prevalentemente a carico dell’universo femminile, laddove non coperto dall’attività della colf. E proprio questa asimmetria tra uomo e donna nelle responsabilità domestiche e di cura dei figli e dei parenti più prossimi resta uno dei nodi per il raggiungimento delle pari opportunità. In Emilia-Romagna – in media – la scelta di ben 69 donne su 100 del lavoro a tempo parziale volontario è stata determinata da necessità familiari. A scapito, ovviamente, dell’autonomia economica e sociale”: lo ricorda Tullia Bevilacqua, (nella foto), segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.
“Ed è nelle motivazioni della scelta volontaria del lavoro part-time tra uomo e donna che emerge questa disparità di genere. Nella maggioranza dei casi le donne scelgono di dedicare il tempo sottratto al lavoro per la cura dei figli e/o di altri familiari non autosufficienti e per altri gravi motivi familiari (ad esempio per occuparsi della casa, perché in attesa di un figlio o per avere più tempo per la famiglia). Mentre, al contrario, gli uomini che hanno volontariamente ridotto l’orario di lavoro hanno addotto motivi di natura personale: problemi di salute, desiderio di avere più tempo per sé, per lo studio o per un secondo lavoro!”: ricorda ancora Tullia Bevilacqua.
“Se ne deduce che, di fatto, il carico familiare rimane un ostacolo all’occupazione femminile. E che, dunque, è necessario intervenire per supportare le donne nei lavori domestici e familiari. Come? Principalmente tramite misure di conciliazione vita-lavoro, ma anche attraverso contributi per servizi di baby-sitting e assistenza familiare. Oppure attraverso incentivi alle imprese che assumono donne con manifeste difficoltà familiari”: propone il segretario di Ugl Emilia-Romagna.
“A nostro parere è necessario intervenire con strumenti precisi nel sistema della conciliazione dei tempi di vita e lavoro e della tutela delle donne nel mercato di lavoro, per garantire quel cambiamento culturale – invocato solitamente l’8 marzo – e per ridistribuire in parti uguali – diciamo noi: tutto l’anno – le responsabilità genitoriali tra uomo e donna”: conclude il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.

