(Sesto Potere) – Forlì – 22 agosto 2024 – “Alla collega Rosaria Tassinari rispondo che non c’è alcun bisogno di cambiare la normativa vigente in materia di concessione della cittadinanza. Parlare genericamente di integrazione attraverso un percorso scolastico senza un’analisi approfondita della situazione e di cosa si intenda per integrazione è scarsamente produttivo e realistico. Ci dica Tassinari cosa significhi integrazione se applicata a una platea di giovani immigrati con culture d’origine anche incompatibili tra loro e con la nostra. C’è chi sostiene che la vera integrazione sia l’assimilazione, per altri è sufficiente che i cittadini di origine straniera si conformino ai valori e ai principi della nostra Costituzione. C’è chi vorrebbe che gli immigrati si uniformassero in toto alla società che li accoglie, altri che ne accetterebbero le diversità purchè rispettassero fino in fondo i principi e i valori che regolano la convivenza civile e sociale del paese ospitante. Ci sono giovani stranieri che si adeguano alle nostre leggi e alle nostre norme per cultura e tradizioni analoghe e ce ne sono altri che non hanno alcuna intenzione di farlo e lo dichiarano apertamente. È da qui che nasce un problema…”: lo afferma in una nota il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.
“Un problema – aggiunge Morrone – che va al di là del mero ‘jus scholae sì-jus scholae no’. Prima ci si deve accordare sul significato da attribuire al concetto di un’integrazione socialmente e culturalmente accettabile da parte della stragrande maggioranza degli italiani e su quali siano i percorsi per raggiungerla concretamente. Certamente, se di scuola si parla, le sbandate relativiste e multiculturali a cui troppo spesso si assiste favoriscono la separatezza piuttosto che l’integrazione. Dunque, anche su questo aspetto ci vuole una chiarezza che non si è vista”.
E il deputato della Lega continua: “Voglio anche ricordare due dati: il primo è che l’Italia è il paese che concede in assoluto più cittadinanze in Europa, nel 2022 sono diventati cittadini italiani oltre 213.000 stranieri, il 76% in più che nel 2021; il secondo dato è che a diciotto anni i figli nati e cresciuti in Italia da genitori stranieri possono, se vogliono, chiedere la cittadinanza. Non credo quindi che poco tempo in più rispetto a due cicli di studi possa fare la differenza nell’acquisizione della cittadinanza che, ricordiamolo, non può essere regalata ma neppure imposta”: conclude Jacopo Morrone.