(Sesto Potere) – Cesena – 18 settembre 2024 – Se l’anatomia patologica era un tempo confusa con la “medicina dei morti”, che indagava sulla causa dei decessi delle persone tramite le autopsie, oggigiorno il ruolo del professionista della materia è sempre più centrale per fare la differenza da un punto di vista diagnostico, per scegliere la strada corretta da intraprendere sui trattamenti.
Si tratta di un’affermazione valida a livello generale ma ancor più vera per quel che concerne l’oncologia.
I passi avanti compiuti dalla ricerca nell’ambito della genetica hanno portato a riconoscere “l’impronta digitale” dei tumori, per dirla con le parole del prof. Pierfranco Conte, ex Direttore Scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto: si è quindi scoperto come, a livello molecolare, possiamo avere neoplasie molto diverse che compaiono nel medesimo organo, o neoplasie molto simili in organi distanti tra loro.
Per somministrare terapie sempre più efficaci, non si può prescindere da caratterizzazioni della patologia accurate. In un mondo che oramai offre terapie personalizzate sulle caratteristiche del singolo malato e della singola malattia il ruolo dell’anatomo-patologo è cambiato quindi notevolmente, arrivando a fornire sempre maggiori indicazioni sulle strategie terapeutiche da seguire per migliorare prognosi e prospettive di sopravvivenza.
Per tutti questi motivi risulta così importante la donazione effettuata ieri dall’Istituto Oncologico Romagnolo all’Ospedale “Bufalini”, nello specifico al reparto di Anatomia Patologica diretta dalla dott.ssa Francesca Becherini: un microscopio di ultima generazione, un dispositivo avanzato del valore di circa 12.000 euro per esami su tessuti e cellule sempre più accurati.
Un gesto che segue di pochi mesi la consegna del medesimo strumento ai colleghi dell’Anatomia Patologica del “Santa Maria delle Croci” di Ravenna, cosa che testimonia quanto lo IOR sia consapevole della nuova, sempre crescente centralità di questa disciplina nel percorso di cura dei tumori, anche in ossequio a quella multidisciplinarietà che si è imposta come valore chiave di una presa in carico il più efficiente possibile.
Entrando più nello specifico dello strumento, la dott.ssa Becherini ha sottolineato come “questo microscopio di ultima generazione tornerà molto utile per l’analisi del tessuto o del materiale citologico che deriva da interventi chirurgici o da procedure di specialistica ambulatoriale come Pap Test, biopsie endoscopiche del colon-retto, agobiopsie mammarie ottenute in corso di screening, fornendo informazioni preziose sulle caratteristiche morfologiche e biochimiche delle cellule. Questo, a sua volta, ci permetterà di formulare diagnosi istologiche corrette ed integrate a fattori prognostici e predittivi di risposta alle terapie. Poter disporre di uno strumento moderno, che garantisce un’immagine di qualità e definizione eccelse nonché un’ergonomia migliorata al fine di mantenere un livello ottimale di comfort per l’operatore che esegue l’esame, contribuirà alla rapidità con cui potremo dare le risposte che ci vengono richieste, cosa che va a tutto vantaggio del paziente e delle sue prospettive di cura”.
Un valore aggiunto importante per un reparto che, sempre nelle parole della dottoressa Becherini “solo nel corso del 2023 ha erogato 31167 prestazioni, 11% in più rispetto all’anno precedente, che comprendono esami citologici, Pap Test e in larga parte istologici, fornendo diagnosi ad oltre 20500 cittadini di cui almeno 18000 residenti in Romagna di tutte le fasce di età. Il trend di crescita delle prestazioni richieste si conferma anche per il 2024, con un +7%: un dato che sottolinea quanto la nostra attività sia sempre più al centro della cura”.
La chiosa della cerimonia di inaugurazione è stata affidata infine a Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale IOR e Presidente IRST “Dino Amadori” IRCCS. “Abbiamo accolto con grande entusiasmo la richiesta della dott.ssa Becherini di partecipare a questa iniziativa nell’ottica di una parola chiave che ispira da sempre la nostra attività: integrazione. Come IOR riteniamo fondamentale che tutti i professionisti, non solo gli oncologi, che partecipano al percorso di cura di un paziente facciano rete per dare ai pazienti della Romagna le migliori prospettive: l’auspicio è che con questo strumento l’Anatomia Patologica venga concretamente supportata nel suo ruolo sempre più centrale all’interno delle equipe multidisciplinari. Il fatto di poter offrire ai professionisti della cura strumenti che non rappresentino esclusivamente un miglioramento dal punto di vista tecnico ma che tengano conto anche dell’operatore e del suo comfort nello svolgimento del prezioso lavoro che portano avanti è per noi il miglior modo di realizzare la seconda parte del nostro motto: “insieme a chi cura”. Grazie al nostro canale privilegiato col mondo della Sanità possiamo indirizzare e redistribuire le risorse che riceviamo a chi ne ha più bisogno, anche a quei reparti come l’Anatomia Patologica di cui l’opinione pubblica percepisce meno l’importanza e la centralità. Anzi, si tratta della maniera più concreta che abbiamo per restituire al territorio la fiducia che ci viene espressa tramite le donazioni che raccogliamo: una vera e propria alleanza che, in vista della lunga stagione autunno-inverno che ci aspetta e che porterà a tutte le nostre iniziative di raccolta fondi del Natale, speriamo di poter ancora una volta suggellare e ribadire”.