(Sesto Potere) – Roma – 5 febbraio 2025 – Solo cinque anni ci separano dai nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria, ma le città italiane sono drammaticamente impreparate: l’aria resta irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore nel 2030.
È quanto emerge dal nuovo report di Legambiente “Mal’Aria di città 2025“, che l’associazione ambientalista lancia oggi, a Milano, nel giorno di avvio della sua campagna itinerante Città2030, come cambia la mobilità che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per capire quanto manca alle aree urbane per avere un sistema di trasporto sostenibile, efficiente, accessibile e che renda le strade più sicure, a partire dagli utenti più deboli come i pedoni e i ciclisti.
Il report Mal’Aria ha analizzato nei capoluoghi di provincia i dati relativi alle polveri sottili (PM10) e al biossido di azoto (NO2). Nel 2024, 25 città, su 98 di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento – dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano.
In cima alla classifica troviamo Frosinone (Frosinone scalo) per il secondo anno di fila con 70 giorni oltre i limiti consentiti, seguita da Milano (centralina di via Marche) con 68. Nel capoluogo lombardo, anche le centraline di Senato (53), Pascal Città Studi (47) e Verziere (44) hanno superato il tetto massimo. Al terzo posto assoluto si posiziona Verona, con Borgo Milano a quota 66 sforamenti (l’altra centralina, Giarol Grande, si è fermata a 53), seguita da Vicenza-San Felice a 64.
Seguono: Padova-Arcella con 61 (Padova Mandria si è fermata a 52), Venezia-via Beccaria 61 (altre 4 centraline del capoluogo veneto hanno registrato 54 sforamenti (via Tagliamento), 42 (Parco Bissuola), 40 (Rio Novo) e 36 (Sacca Fisola). Non si sono salvate neanche le città di Cremona (P.zza Cadorna 57, via Fatebenefratelli 46), Napoli (Ospedale N. Pellegrini, 57), Rovigo (Centro, 57 e Borsea (53)), Brescia (56 Villaggio Sereno 41 Broletto e San Polo, 40 via Tartaglia), Torino (55 superamenti nelle centraline di Rebaudengo e di Lingotto, seguite da Rubino con 41 e Grassi con 36), Monza (Machiavelli, 54 e Parco, 40), Treviso (via Lanceri 53 e strada S.Agnese 46), Modena (Giardini, 52), Mantova (50 piazza Gramsci, 42 S.Agnese e 36 via Ariosto), Lodi (Viale Vignati 49 e S.Alberto 40), Pavia (Piazza Minerva 47 e via Folperti 38), Catania (viale Vittorio Veneto 46), Bergamo via Garibaldi 40), Piacenza (Giordani-Farnese 40), Rimini (Flaminia 40), Terni (Le Grazie 39), Ferrara (Isonzo 38), Asti (D’Acquisto 37) e Ravenna (Zalamella 37).
Una situazione di picco, quella dello sforamento del limite giornaliero di PM10, che in molti casi ha riguardato molte centraline della stessa città. Un quadro che secondo Legambiente rivela come l’inquinamento atmosferico sia un problema diffuso e strutturale, ben più esteso di quanto amministratori locali e cittadini vogliano ammettere.
Se per le medie annuali di PM10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero dunque fuorilegge.
Tra le città più indietro, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, si segnalano Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo.
Il quadro non migliora con il biossido di azoto (NO2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/m³. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%.
Il 4 febbraio, ha preso il via la nuova edizione di Città2030, la campagna itinerante di Legambiente che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per promuovere una mobilità sostenibile, chiedendo centri urbani più vivibili, accessibili e sicuri. Il programma prevede incontri con amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere le sfide della mobilità da vincere entro il 2030, anno in cui entrerà in vigore la nuova la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria (AAQD).
Il tour 2025 ha preso il via da Milano, dove tornerà il 14 febbraio, per poi proseguire verso Genova (11 -12/02), Firenze (13 -14/02), Prato (14/02), Modena (22/02), Bologna (24/02), Torino (27/02), Padova (28/02-1/03), Perugia (28/02-1-2/03), Pescara (05/03), Trieste (06/03), Napoli (7/03), Messina (7-8/03), Olbia (7-8/03), Avellino (10/03), Reggio Calabria (13/03), Brindisi (14/03) e concludersi a Roma (17-18).
L’appuntamento finale, in programma il 18 marzo, presso la Sala delle Bandiere, Commissione europea Rappresentanza in Italia, riunirà rappresentanti del settore automotive del nostro Paese, i sindacati, i player della mobilità elettrica, della micromobilità e gli amministratori dei capoluoghi impegnati nella transizione verso un nuovo modello di mobilità.
A seguire la tabella con la concentrazione media annuale nel 2024 di Polveri sottili (PM10) e di Biossido di azoto (NO2) nelle città
capoluogo di provincia dell’Emilia-Romagna:
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