Forlì – 24 ottobre 2023 – L’Ufficio Studi ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale che ha sede a Forlì) ha elaborato gli ultimi dati ISTAT, attraverso una retrospettiva tra il 1991 e il 2022 in materia di sicurezza sulle strade italiane.
Negli ultimi 32 anni sono state ben 163.052 le vittime registrate nella penisola per incidente stradale, con la punta di 7.498 nell’anno 1991 (anno di fondazione dell’ASAPS), mentre il dato più basso si è avuto nel 2020 con 2.395, ma solo a causa della pandemia e del blocco alla circolazione durato diverse settimane.
Nei primi anni ‘90 i morti sulle strade avevano raggiunto dei picchi importanti e dopo un primo calo si è avuto un altro picco nel 2001 con 7.096. Poi l’introduzione della patente a punti, dal 1° luglio 2003, ha consentito di ridurre ulteriormente le croci sulle strade, mentre l’ultima grande riforma del codice della strada nell’estate del 2010, anche con un forte contrasto all’alcol alla guida, ha permesso di scendere sotto il muro delle 4.000 vittime, attestandosi tra le 3.400 e le 3.300.
Le regioni che nel trentennio hanno avuto più vittime sono la Lombardia con 23.650 morti da incidente, seguita dall’Emilia Romagna con 18.157, il Veneto con 17.051, il Lazio con 15.796, il Piemonte con 13.670, la Toscana con 11.053.
Se si estrapolano i dati relativi ai soli pedoni uccisi, utenti da sempre più vulnerabili di altri, emerge come tra il 1991 e il 2022 ne siano morti ben 23.935, con altri 607.639 feriti. La percentuale sul totale delle vittime risulta essere perciò del 14,68%.
L’anno peggiore per i pedoni è stato il 2002 con ben 1.226 cittadini uccisi, molti sulle strisce pedonali, il luogo che dovrebbe essere il più sicuro. Anche con la pandemia i numeri indicavano un totale di 409 pedoni morti, nel 2020, anno con meno decessi sulle strade per il Covid-19. Nel 2014 i feriti furono ben 21.807, con 60 pedoni investiti ogni giorno.
Guardando invece alle grandi città svetta il caso di Roma, sicuramente area particolarmente vasta ma che ha avuto 6.452 vittime sulle strade in 32 anni, in pratica un piccolo quartiere che è scomparso nella Capitale. Nel 2002 a Roma fu una mattanza, con 363 decessi, uno al giorno, mentre nel 2022 sono stati 150, (numero però già superato nel 2023) il dato peggiore dal 2015 quando furono 173.
Milano è al secondo posto con 2.331 morti (anno peggiore il 1991 con 120 decessi sulle arterie del capoluogo lombardo), seguita da Torino con 1.388, Napoli con 1.162, Palermo con 1.020, Bologna 919, Genova 844, Catania 787, Verona 718, Firenze 694, Bari 536, Messina 514, Venezia 474 e Trieste 447.
Grazie ai dati ISTAT e in base ai costi sociali calcolati per ogni decesso (un milione e mezzo di euro), in Italia, ASAPS ha calcolato un costo sociale di 244 miliardi di euro, (probabilmente molto sottostimato) per le perdite umane avute in 32 anni, una cifra spaventosa che deve assolutamente ridursi per i prossimi decenni.
“L’Ufficio Studi ASAPS ha voluto elaborare un intero trentennio di dati sull’infortunistica stradale in Italia, fornendo uno spaccato che dimostra che solo grazie a grandi riforme del codice della strada, come la patente a punti, abbinata a controlli sulle strade con divise, etilometri e strumenti di controllo velocità, si possono avere risultati straordinari e diminuzione delle vittime e dei feriti. Quando pensiamo ai costi sociali solo legati ai decessi e alla cifra spaventosa di 244 miliardi di euro, credo che ogni decisore politico debba comprendere quanto sia fondamentale investire su norme più moderne ed attuali, su infrastrutture e segnaletica ma soprattutto sulla presenza in strada di agenti e pattuglie che possano incidere sui comportamenti più gravi. Ecco perché lanciamo un forte appello, proprio a ridosso dell’avvio dell’esame del disegno di legge di riforma del codice della strada voluto dal Governo che partirà in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati nel pomeriggio di mercoledì 25 ottobre. Il Parlamento deve fare presto e bene, inserendo norme che permettano di ridurre i morti sulle strade, di evitare stragi di pedoni, ciclisti e motociclisti. Lo chiediamo, ricordando proprio quanto accaduto negli ultimi 32 anni, anche con risultati parzialmente positivi per alcune riforme introdotte, come emerso dall’analisi del nostro Ufficio Studi”: dichiara il presidente ASAPS Giordano Biserni (nella foto in alto).