(Sesto Potere) – Cento – 20 settembre 2024 – Dopo la riapertura della Pinacoteca di Cento (Fe) dello scorso anno, prosegue la valorizzazione, da parte della città emiliana e della Regione Emilia-Romagna, dell’opera di Guercino. Domani sabato 21 settembre inaugura, nella Chiesa di San Lorenzo, la Mostra “Guercino, un nuovo sguardo. Opere provenienti da Forlì e da altri luoghi nascosti”, una nuova opportunità per gli amanti del Maestro del Barocco emiliano di ammirarne opere inedite.
Partendo dalla generosità del Comune di Forlì, che ha messo a disposizione cinque grandi opere provenienti dal Palazzo del Merenda chiuso per ristrutturazione, la mostra vede protagonisti capolavori di Guercino, e della sua scuola, non esposti al pubblico, perchè conservati in luoghi al momento inaccessibili.
Per presentare l’iniziativa è stata indetta una conferenza stampa che s’è svolta oggi, alle ore 12.00, negli spazi della Civica Pinacoteca di Cento intitolata proprio al Guercino.
All’incontro hanno partecipato: il Sindaco di Cento Edoardo Accorsi, l’Assessore alla Cultura di Cento, Silvia Bidoli, il Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Forlì, Vincenzo Bongiorno, il Dirigente del Servizio Cultura e Turismo del Comune di Forlì, Stefano Benetti, l’Assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, i curatori della mostra, Daniele Benati e Lorenzo Lorenzini, la Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Raffaella Cavicchi, e il Presidente della Fondazione Patrimonio degli Studi di Cento, Ivan Greghi.
Cinque grandi opere del Guercino, custodite presso il Palazzo del Merenda di Forlì saranno esposte dunque a Cento (Fe), negli spazi della chiesa di San Lorenzo, nell’ambito della mostra: “Guercino, un nuovo sguardo. Opere provenienti da Forlì e da altri luoghi nascosti”.
Si tratta di due straordinarie pale che lo stesso Guercino inviò alla città: “l’Annunciazione” e “San Giovanni Battista”, oltre alla bellissima “Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina” del nipote di Guercino Benedetto Gennari, alla pala con i “Santi Anna e Gioacchino inginocchiati di fronte all’Eterno” di Cristoforo Serra e allo “Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria”, di Giuseppe Maria Galeppini.
I commenti
“Questa mostra è l’esempio concreto di come il gioco di squadra, anche nella cultura, dia risultati straordinari, capaci di alimentare il linguaggio e la condivisione del bello – ha affermato in conferenza stampa il vicesindaco e assessore alla cultura di Forlì, Vincenzo Bongiorno – Con una sfumatura di orgoglio, possiamo dire che il punto di partenza di questa rassegna è stata proprio la grande generosità del nostro Comune, che ha messo a disposizione di quello di Cento e di tutti gli amanti dell’arte alcune tra le più grandi opere del proprio patrimonio artistico. Ne siamo davvero fieri perché grazie a questo dialogo virtuoso tra istituzioni, diamo l’opportunità ai nostri cittadini di fruire di veri e propri capolavori, destinati temporaneamente a finire in deposito. Nei prossimi mesi rafforzeremo con altri progetti questa politica dei prestiti perché riteniamo che si tratti di un percorso strategico per riposizionare Forlì in termini di città d’arte e di cultura.”
“Oggi è davvero una bella giornata per il mondo della cultura non solo perché celebriamo un fuoriclasse della storia dell’arte ma perché consolidiamo un modello di riferimento, quello della collaborazione istituzionale a servizio della comunità, che fa bene ai nostri territori – ha aggiunto Stefano Benetti, dirigente del servizio cultura di Forlì e membro del comitato scientifico della mostra – Oltre a questo, c’è la consapevolezza di essere riusciti a tradurre una criticità, quella del restauro del Palazzo del Merenda, in una straordinaria opportunità. Con questa importante operazione di sistema, infatti, siamo riusciti a reindirizzare i due capolavori del Guercino e le tre tele dei guerciniani da una destinazione obbligatoria – i depositi – ad un grande contesto espositivo.”
“Con l’incredibile concentrazione di opere del Guercino che conserva Cento si candida a diventare il centro magnetico di attrazione di quel ‘sistema regionale Guercino’ che la Regione intende promuovere e sostenere- ha detto Felicori-. Pochi mesi fa abbiamo inaugurato il Museo Guercino, a lungo chiuso dopo il sisma. Ora, per il tempo che durerà la mostra che inauguriamo oggi, Cento, di “Musei Guercino” ne avrà di fatto due, grazie alla generosità del Comune di Forlì che ha messo a disposizione due tele formidabili provenienti dal Palazzo Merenda, ora in restauro, e ai tanti protagonisti, dal Comune di Cento, alle due fondazioni, agli animatori artistici e tecnici del progetto. A Cento- ha aggiunto- stiamo conducendo un progetto-pilota per i rapporti fra le istituzioni: l’esperienza di una regione sorella dei territori, che li affianca sul piano politico, finanziario, artistico, nei progetti che possono superare l’interesse locale e trainare tutta l’Emilia-Romagna nella sua ambiziosa competizione con le metropoli culturali europee.”
“Cento si conferma il centro nevralgico delle celebrazioni del suo grande maestro dopo un anno della riapertura della Civica Pinacoteca “il Guercino”- affermano il sindaco di Cento Edoardo Accorsi e l’assessore alla Cultura, Silvia Bidoli-. Oggi, con l’inaugurazione di questa nuova mostra, può ragionevolmente considerarsi come la destinazione turistica per eccellenza per chi vuole scoprire e conoscere il mondo che si cela dietro al grande maestro del Seicento italiano. L’esposizione mira non solo a riportare alla luce opere nascoste provenienti da chiese centesi e luoghi privati, ma soprattutto a valorizzare le 5 tele giunte da Forlì, in particolare due grandi pale d’altare di Guercino: la commovente Annunciazione, così simile a quella di Pieve di Cento, e l’intenso San Giovanni Battista”.
L’esposizione
Venti grandi opere, la maggior parte inedite pale d’altare, a firma di Guercino e dei suoi allievi, che fino a oggi erano nascoste all’occhio del pubblico perché custodite in sedi non visitabili. Un percorso tra i capolavori del Guercino e della sua scuola provenienti da vari luoghi chiusi: chiese ancora inagibili a causa del sisma del 2012 e musei in corso di ristrutturazione, che hanno affidato alla città natale dell’artista questi capolavori “invisibili”.
Partendo dalla generosità del Comune di Forlì, che ha messo a disposizione cinque grandi opere provenienti dal Palazzo del Merenda chiuso per ristrutturazione. Sono due le grandi pale che lo stesso Guercino inviò alla città: l’”Annunciazione” (1648) e “San Giovanni Battista” (1653-1655).
Ad esse si affiancano “Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina” del nipote di Guercino Benedetto Gennari e, destinate sempre a chiese forlivesi, la pala con i “Santi Anna e Gioacchino inginocchiati di fronte all’Eterno” di Cristoforo Serra. Accanto lo “Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria”, opera di Giuseppe Maria Galeppini.
Tutti dipinti in grado di intrattenere un dialogo serrato con il patrimonio già in mostra nella Pinacoteca di Cento, nonché con altre opere ospitate dalla stessa chiesa di San Lorenzo. Anche se a partire dal 1642 il Guercino si era ormai trasferito a Bologna, i dipinti presentati confermano l’autorevolezza di una scuola che manteneva le proprie radici a Cento e ne ribadiscono l’indiscutibile originalità.
L’ambiente in cui si è formato il pittore è testimoniato dalla pala “San Lorenzo e san Pancrazio” (1610) di Carlo Bononi, proveniente dalla chiesa di San Lorenzo di Casumaro, e dalle lunette del rarissimo Giovanni Battista Gennari, uno dei capostipiti della famiglia che accompagnò l’attività del maestro.
Dalla chiesa del Rosario provengono cinque grandi tele di Guercino. Questo luogo fu per l’artista, per molti anni priore dell’Arciconfraternita, un luogo dell’anima. Inaugurata il 13 giugno 1645, vide probabilmente il pittore contribuire al progetto della facciata oltre che realizzare molti dei capolavori esposti all’interno.
Databili 1644-45 sono in mostra: la Crocefissione e i tre dipinti della volta raffiguranti “Il Padre Eterno Benedicente”, “San Francesco”, “San Giovanni Battista”. Inoltre, del 1622 la tela del Guercino “L’Assunta” con il suo illusionistico scorcio “dal sotto in su”.
Tutti questi capolavori del Guercino possono essere confrontati con opere analoghe, offrendo uno spunto di riflessione su pittori, alcuni assai rari, ancora da studiare. Dalla chiesa di San Pietro di Cento provengono: di Matteo Loves la “Madonna con il Bambino, con san Bernardino da Siena e l’angelo custode” (1630-40); di Matteo Mingarini la tela “Sant’Omobono” (1661). Inoltre, di Benedetto Zalone, databili 1620 circa, due capolavori: la “Madonna Assunta con i santi Bonaventura, Francesco e la donatrice” e la “Madonna di San Luca con i santi Antonio Abate, Paolo, Sebastiano e Gregorio Magno”.
Dalla chiesa di San Biagio di Cento proviene la “Madonna in gloria con i santi Caterina da Siena, Francesco di Paola, Gaetano Thiene” di Benedetto Gennari (1659-60).
Infine, da una collezione privata di Modena, si inseriscono nel percorso della mostra due tele di grandi dimensioni di Giovan Battista Gennari: “Natività della Vergine” (1606) e “Visitazione” (1606).
La mostra, promossa dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Forlì, dal Comune di Cento, dalla Fondazione Patrimonio degli Studi di Cento e Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, è stata curata dal Comitato scientifico composto da Cristina Ambrosini, Daniele Benati, Stefano Benetti, Lorenzo Lorenzini, Lorenza Montanari, Maria Luisa Pacelli, mons. Paolo Marabini, Antonio Iommelli, Manuel Ferrari, Silvia Battistini, e Giovanni Sassu.
Info
Il biglietto comprende l’ingresso alla civica Pinacoteca “il Guercino”. Orari: venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 dicembre 2025.
Per informazioni: https://www.civicapinacotecailguercino.it/eventi/mostre/guercino_nuovosguardo/