(Sesto Potere) – Forlì – 30 maggio 2024 – E’ tra le principali cause di numerose patologie cronico-degenerative a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare e il maggior fattore di rischio evitabile di morte precoce, eppure la sigaretta continua a essere una cattiva abitudine per il 26% dei romagnoli.
Anche quest’anno, in vista della Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra domani venerdì 31 maggio, i Centri Antifumo dell’Azienda USL della Romagna, il Dipartimento di Sanità Pubblica, i Servizi per le dipendenze patologiche e le Cure primarie in collaborazione con le amministrazioni locali, i distretti sanitari, le associazioni di volontariato e le scuole, organizzano una serie di iniziative su tutto il territorio romagnolo, con l’obiettivo comune di prevenire il tabagismo e promuovere una vita libera dalla dipendenza da nicotina.
I romagnoli e il fumo
Il fumo rappresenta uno dei principali fattori di rischio nell’insorgenza di numerose malattie cronico-degenerative, prevalentemente a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte precoce.
In Romagna, stando ai dati rilevati dal sistema di sorveglianza nazionale “Passi” (Progressi delle Aziende Sanitarie per la salute in Italia) i fumatori rappresentano il 26% degli adulti, pari a una stima di circa 193 mila persone tra i 18 e i 69 anni, valore in linea con quello regionale e nazionale (24%).
L’abitudine al fumo inizia precocemente: dall’indagine sugli adolescenti HBSC (2022) emerge che fuma sigarette lo 0.5% degli 11enni, il 6% dei 13enni e il 24% dei 15enni. La percentuale sale al 28% tra i 18-24enni e al 31% nei 25-34enni. La prevalenza scende al 14% tra i 70-79 anni e al 4% dopo gli 80 anni.
Preoccupa la precocità del fumo nei giovanissimi.
L’indagine specifica sul fumo dei ragazzi di 13 e 15 anni, GYST, ritrovava, nel 2022, una forte diminuzione dei giovani che fumavano esclusivamente sigarette tradizionali ma con un contestuale aumento di giovani che fumavano sigarette elettroniche (20%) o a tabacco riscaldato (14,3%) o un uso composito delle 3 tipologie (sigarette elettroniche, e –cig e tabacco riscaldato). In questa fascia di età 1 ragazzo o ragazza su tre ha provato almeno una volta a fumare e uno su 5 aveva fumato negli ultimi 30 giorni. Il consumo di ogni tipo di dispositivo si è ritrovato sempre più elevato nelle ragazze rispetto ai ragazzi.
Nel biennio 2021-2022 la prevalenza di fumatori di sigaretta è più alta tra i giovani adulti (fino al 31% tra i 25-34enni), le persone con scolarità fino alla media inferiore (31%) e le persone con molte difficoltà economiche (47%).
In un modello statistico condotto per correggere l’influenza dei diversi fattori tra di loro, si confermano in particolare le associazioni con la bassa scolarità e con le molte difficoltà economiche.
Circa un quarto (23%) dei fumatori 18-69enni è un forte fumatore (20 sigarette o più al giorno), mentre solo il 3% è un fumatore occasionale (meno di una sigaretta al giorno). Il 18% dei fumatori fuma sigarette “rollate” (cioè fatte a mano): il 3% qualcuna, l’1% più della metà e il 14% tutte o quasi tutte.
L’uso di sigarette “rollate” è maggiore tra i più giovani (44% nei 18-24enni e 26% nei 25-34enni) rispetto ai 50-69enni (10%) e tra chi ha alta istruzione (22% vs 11%). Inoltre, osservando il periodo 2019-2022 la prevalenza di fumatori tra le persone con 18-69 anni affette da almeno una patologia cronica risulta essere del 29%, pari ad una stima di 56mila persone.
La prevalenza di fumatori tra i 18-69enni affetti da almeno una patologia (29%) è sovrapponibile a quella registrata tra chi non ne ha riferito alcuna (28%), analogamente a quanto avviene in Regione.
Osservando il periodo 2019-2022 il 38% dei fumatori ha dichiarato di aver provato a smettere di fumare negli ultimi 12 mesi, pari a una stima di circa 73mila persone. Oltre la metà dei fumatori (57%) non ha mai tentato di smettere, il 36% ha fallito il tentativo, il 6% è in corso, mentre solo l’1% è riuscito nel tentativo in quanto ha smesso da più di 6 mesi.
Quasi tutti gli ex fumatori hanno riferito di essere riusciti a smettere di fumare da soli, senza l’ausilio di alcun metodo o supporto (82%); il 13% ha utilizzato la sigaretta elettronica e una percentuale più bassa ha fatto ricorso a farmaci e cerotti (1%) oppure a corsi organizzati dalle Aziende Sanitarie (0,7%), corsi che peraltro hanno subito una interruzione durante tutto il periodo dell’emergenza pandemica.