(Sesto Potere) – Bologna – 9 ottobre 2024 – Aumentano i prezzi dell’espresso al bar del 14,3% in tre anni da luglio 2021 a luglio 2024. E’ quanto rileva un’indagine Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio, realizzata in occasione della Giornata internazionale del caffè. Si tratta di un aumento maggiore rispetto all’aumento dei prezzi dei vari prodotti al bar, dai cornetti alle paste e al cappuccino, che nello stesso periodo hanno segnato +13%.
Tuttavia, sottolinea la federazione dei pubblici esercizi, “sono aumenti al di sotto del tasso di inflazione che da agosto 2021 ad agosto 2024 è stato di 15,5%”.
“A determinare l’aumento del costo della tazzina c’è il forte incremento dei prezzi all’origine. La crisi climatica che ha devastato i raccolti nei Paesi produttori, Vietnam in particolare, le tensioni geopolitiche che stanno cambiando le tradizionali rotte alle forniture, l’esplosione dei noli marittimi, sono le cause principali che stanno determinando i rialzi dei prezzi all’origine alle borse merci di Londra e New York, con l’Arabica che ha avuto in un anno incrementi superiori al 60% e la Robusta di oltre il 90%”: si legge ancora in una nota della Fipe.
Se il prezzo medio del caffè al bar si attesta a 1,20 euro lungo lo Stivale, tra le città la tazzina più cara si consuma a Bolzano (1,37 euro), seguita da Bologna (con un costo medio a tazzina di 1,27 euro) – ma nella città capoluogo regionale e in altre località dell’Emilia-Romagna un caffè al bar costa già 1,30 euro e in alcuni casi anche 1.40 euro – e Venezia (1,23).
Fipe specifica inoltre che i dati ufficiali su cui si basano le analisi della Federazione mostrano aumenti a livello di singole città considerevolmente più contenuti rispetto ad alcune stime comunicate alla stampa: l’aumento registrato, per esempio, a Bolzano, infatti, è pari al 6% sul 2022 (12% sul 2021), mentre a Pescara è del 13%.
Da ultimo, Fipe segnala che negli ultimi 10 anni il numero delle imprese che svolgono attività esclusivamente di bar è diminuito di oltre 22mila unità.
“Condividiamo le preoccupazioni che riguardano un probabile ulteriore forte aumento della tazzina del caffè al bar, aumento finora contenuto dalla responsabilità dei Pubblici Esercizi italiani che stanno assorbendo i fortissimi aumenti delle miscele causati dagli incrementi dei prezzi all’origine.”: commenta Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio.
Anche il Codacons conferma i prezzi del caffè ai massimi storici, con i prezzi di prodotti a base di caffè che sono aumentati sensibilmente rispetto allo scorso anno. “E’ in corso un aumento delle quotazioni di caffè, con i prezzi della materia prima che sui mercati internazionali stanno raggiungendo nuovi preoccupanti record, aumenti che potrebbero portare a catena a forti rincari dei listini al dettaglio per una moltitudine di prodotti venduti in Italia”: spiega il Codacons.
L’associazione sta monitorando l’andamento delle quotazioni e riporta che a fine agosto 2023 il prezzo del caffè Robusta era pari a circa 2439 dollari la tonnellata mentre oggi le quotazioni sui mercati hanno raggiunto quota 4.820, segnando un incredibile +97.62%, mentre l’Arabica nello stesso periodo è salito da 1,52 a 2,53 dollari alla libbra (+66.45%), ai massimi dal 2011.
Quotazioni alle stelle che interessano materie prime utilizzate per prodotti molto consumati in Italia, e che rischiano di determinare rincari a raffica per i prezzi al dettaglio di una moltitudine di alimenti: lancia l’allarme il Codacons.
Basti pensare che solo per i prodotti a base di caffè gli italiani spendono oltre 8 miliardi di euro all’anno, circa 392 euro a famiglia: Cialde e capsule valgono 595 milioni di euro annui, mentre il caffè per moka registra vendite per 640 milioni di euro. 7 miliardi di euro il business del caffè espresso consumato al bar.
I prezzi al dettaglio hanno già risentito nell’ultimo periodo dell’andamento delle quotazioni, il rischio, ora, è di un nuovo impatto sui consumi degli italiani.