(Sesto Potere) – Forlì – 21 marzo 2025 – “Riteniamo che l’iniziativa di parte, contro un ruolo che dovrebbe essere super-partes, del presidente del consiglio comunale di Forlì, Loris Ceredi, sia da stigmatizzare con forza, e per il modo con cui ha contravvenuto le funzioni che gli sono state assegnate debba rimettere il mandato e dimettersi senza ulteriore indugio”: così Filippo Lo Giudice, segretario di Ugl Romagna, che denuncia un caso che non esita a definire di “palese discriminazione sindacale”.
“Ci è stato riferito che Loris Ceredi ha dato indicazione agli uffici di spedire a tutti i consiglieri comunali un invito a un’iniziativa sindacale della Uil del prossimo 27 marzo a Forlì. Non ci risulta che Ceredi abbia dimostrato uguale sollecitudine nel propagare iniziative di altri sindacati, né tantomeno il nostro, che pure hanno organizzato in città tante manifestazioni. Dunque, lo invitiamo a chiarire la disposizione che ha fornito ai dirigenti comunali e chiediamo anche ai consiglieri di tutti i partiti – destinatari della e-mail fatta spedire da Ceredi – di prendere le distanze da un uso personale di una funzione pubblica. Il presidente del consiglio comunale non può selezionare, indicare o propagare iniziative di suo gradimento utilizzando a sua discrezione strumenti di comunicazione di un ente pubblico. Dunque, ha dato dimostrazione di non essere all’altezza delle funzioni a lui delegate”: accusa, ancora, Filippo Lo Giudice.
“Chiediamo, inoltre, al sindaco Gian Luca Zattini di esprimersi su questa sgradevole vicenda, chiedendogli se era a conoscenza dell’iniziativa di Ceredi e se la abbia avallata. Ricordiamo a lui e a tutti che i sindacati confederali in Italia sono quattro: Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Mostrare di preferirne uno a danno di tutti gli altri è scorretto e inaccettabile per chi è chiamato a rivestire un ruolo rappresentativo ed equo, erga omnes. Se non si è all’altezza di questo ci si dimette per manifesta inadeguatezza e incapacità politica e istituzionale”: conclude il segretario di Ugl Romagna Filippo Lo Giudice.