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Identità di genere: carriera alias per tutto il personale dell’Università di Bologna

(Sesto Potere) – Bologna – 18 novembre 2024 – Gli Organi di Ateneo hanno approvato la proposta di aggiornamento delle Linee Guida
e dell’Accordo di riservatezza per avviare il Servizio Carriere Alias, già attivo per la comunità studentesca, anche per il personale Unibo, a partire dal 1 gennaio 2025.
Tutto il personale accademico, dunque, potrà scegliere il proprio nome d’elezione corrispondente all’identità percepita e scelta. 

“In questo modo, chiunque abbia un rapporto di lavoro con l’Ateneo, anche temporaneo, potrà accedere a questa opportunità, con l’obiettivo di rimuovere le differenze sociali che impediscono a una fascia della popolazione di godere pienamente del proprio diritto all’identità di genere quale espressione del diritto all’identità personale”: spiega l’UniBo.

L’Alma Mater, già nel 2021, ha recepito le Linee Guida della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane e con esse il principio di autodeterminazione quale fondamento delle carriere alias, permettendo di accedere al servizio senza l’obbligo di presentare diagnosi mediche o perizie psichiatriche a tutte le persone che hanno il desiderio di essere riconosciute con il nome corrispondente all’identità percepita e scelta.
Dati in crescita tra gli studenti per quanto riguarda le attivazioni delle carriere alias, dal 2017 ad oggi: 229 di cui 30 hanno ricevuto la sentenza definitiva di rettifica anagrafica; 5 hanno disattivato la carriera alias; 159 attualmente con carriera accademica attiva.
“Ciò mostra una crescente esigenza di riconoscimento e inclusività che ha portato l’Ateneo a estendere la carriera alias a tutto il Personale di Ateneo, modificando le Linee Guida e adottando un Accordo di riservatezza specifico. Un modo concreto di affermare che l’Università di Bologna accoglie e rispetta l’identità di ogni persona, e mantiene il proprio ruolo di istituzione aperta, inclusiva e attenta alle esigenze di tutta la sua comunità”: si legge in una nota dell’Alma Mater Studiorum.