(Sesto Potere) – Bologna – 8 febbraio 2025 – “Ricordare, per commemorare le vittime delle foibe e rinnovare la memoria dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani costretti a fuggire dalle loro terre alla fine della Seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Ricordare, anche per capire come si sia arrivati a una tragedia simile e per evitare che quella orribile pagina della nostra storia venga dimenticata. Il confine orientale è un luogo che per un secolo è stato teatro prima della violenza fascista e poi della tragedia delle foibe perpetrate dal regime titino. Ora è un luogo di fratellanza italo-slovena nella comune identità europea, come abbiamo sperimentato anche negli aiuti avuti durante l’alluvione. Questo dà speranza per altri luoghi del mondo in cui si vivono faide e scontri violentissimi e dimostra quanto sia fondamentale fare tesoro della nostra memoria collettiva per costruire un futuro di pace e di dialogo tra i popoli”.
Questa la riflessione del presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, e dell’assessora regionale alla Cultura, Gessica Allegni, (nella foto) in occasione del ‘Giorno del Ricordo’, la solennità nazionale istituita nel 2004 per ricordare i tragici avvenimenti di ottanta anni fa avvenuti sul confine orientale italiano.
Una ricorrenza cui la Regione parteciperà con l’assessora Allegni, il 14 febbraio quando il “Treno del Ricordo” farà tappa a Bologna.
Lunedì 10 febbraio 2025, in Emilia-Romagna come nel resto del Paese, Comuni, enti e associazioni organizzano una serie di appuntamenti per rinnovare e approfondire la memoria di quegli eventi, indissolubilmente legati alle vicende del ventennio fascista.
Le celebrazioni delle istituzioni e le iniziative degli Istituti storici
“Italiani d’Istria. Chi partì e chi rimase” è la mostra che sarà inaugurata presso l’Assemblea legislativa (viale A. Moro, 50 a Bologna) il 10 febbraio, alle ore 10, in collaborazione con la Fondazione Fossoli e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
L’esposizione riunisce storie orali e ritratti fotografici raccolti da Lucia Castelli tra Pirano e Fossoli. L’esodo giuliano-dalmata è raccontato dalla viva voce dei protagonisti, dagli italiani che lasciarono l’Istria per approdare al Villaggio San Marco di Fossoli, in quello che era stato un campo di prigionia nazi-fascista, o che si dispersero in varie parti d’Italia e all’estero, e da chi invece decise di rimanere nella ex-Jugoslavia.
Lucia Castelli è nata a Carpi (Mo) nel 1956 e vive a Modena. Ha trascorso la propria infanzia nella struttura di Fossoli, ma in Istria ha mantenuto parenti e conoscenti. Nel 2014 ha deciso di raccontare la sua comunità, raccogliendo le storie orali ed i ritratti fotografici di oltre 50 “Italiani d’Istria” che oggi vivono in Italia tra Bologna, Firenze, Modena e Trieste, ma pure di alcuni che decisero di rimanere, faticosamente, nella terra d’origine. La mostra sarà visitabile fino al 21 febbraio 2025.
Sempre il 10 febbraio si terrà, subito dopo l’inaugurazione in Assemblea, l’intervento di Gianni Oliva, docente di Storia contemporanea all’Accademia militare di Torino, dal titolo “Le tragedie della frontiera adriatica, tra memoria e rimozione”.