(Sesto Potere) – Rimini – 10 giugno 2024 – Piccoli ma “giganti” per storia, bellezza, tradizioni e per l’impegno nella transizione ecologica ed energetica. Parliamo dei piccoli Comuni d’Italia – sono 5.526 quelli presenti in Italia dove vivono 9.687.000 di cittadini – oggi però sempre più minacciati da spopolamento e calo demografico.
Negli ultimi 23 anni – dal 2001 al 2024 – i comuni con meno di 5 mila abitanti sono passati da 5.836 a 5.526 (-5,3%), in calo anche la popolazione passata da 10.590.000 a 9.687.353 (-8,5%). Per fronteggiare questa tendenza negativa, i piccoli comuni devono ripartire dai giovani e dalla popolazione attiva, quella che va dai 15 a 65 anni, e da quelle opportunità ad oggi ancora non sfruttate appieno.
Su 9.687.353 di cittadini che vivono nei piccoli borghi, il 62,5% è costituito da questa fascia di popolazione tra i 15 e i 65 anni che determinerà il futuro di questi luoghi. Il restante 12,2% da giovani (fino ai 14 anni) e il 26,1% da anziani (dai 65 anni).
A fare il punto della situazione, con dati alla mano, e soprattutto a indicare la “rotta” da seguire è stata Legambiente che con il dossier “Borghi Avvenire, trend e opportunità per arrestare lo spopolamento e investire su scenari futuri”, realizzato in occasione del ventennale di “Voler Bene all’Italia”, la sua campagna dedicata ai piccoli comuni, ha lanciato la sua proposta: “quello che serve è un piano nazionale, un ‘Next Generation ’ per i piccoli comuni, che abbia per protagonista la popolazione attiva dei piccoli comuni e che faccia leva su un pacchetto di 6 opportunità su cui lavorare”. Ovvero le opportunità: energetica, abitativa, turistica, dei borghi universitari, smart working e agricola che, se messe in campo potranno portare benefici soprattutto in termini di occupazione e vitalità.
Il dossier “Borghi Avvenire” è stato presentato a Roma per celebrare “Voler bene all’Italia”, la campagna dedicata ai piccoli Comuni promossa da Legambiente con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero del Turismo, ANCI, UNCEM in collaborazione con CHINT e ENEL, e del Comitato Promotore (tra i componenti Symbola, Kyoto Club, Borghi più Belli di Italia, Federparchi, Forum Terzo Settore, Touring Club, e Unpli), che da 20 anni è dalle aree interne raccogliendo negli anni oltre 8mila adesioni.
“Voler bene all’Italia” (nella foto in alto l’immagine della locandina) è la manifestazione sui Borghi italiani che Legambiente, grazie alla collaborazione con ENEL e CHINT insieme a un vasto Comitato Promotore composto tra gli altri da Anci, Uncem e la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, assieme a tante realtà istituzionali, sociali, culturali ed economiche, tra Federparchi, Forum Terzo Settore e Touring Club, organizza da vent’anni per valorizzare l’Italia dei Piccoli Comuni.
Quest’ anno per l’iniziativa “Voler bene all’Italia” – che s’è svolta dal 31 maggio al 2 giugno – le piazze in tutta Italia hanno celebrato i piccoli comuni italiani, custodi di tradizioni, storia e bellezza del Paese, capaci di innovare e competere, pronti per dare gambe alla transizione ecologica, una maggior giustizia ambientale, climatica e sociale.
Oltre un centinaio (144) gli eventi programmati. Tra questi: il 31 maggio a Pertosa (SA), Gemmano (Rimini), Altidona (FM) i Sindaci dei piccoli Comuni hanno firmato il “Patto per il futuro dei piccoli Comuni”, prendendo l’impegno di attuare politiche insediative davanti a un neomaggiorenne a cui verrà consegnata una copia della Costituzione italiana.
“I piccoli comuni – dichiara Stefano Ciafani, (nella foto) presidente nazionale di Legambiente – hanno bisogno di più politiche di sistema, rivolte in maniera specifica a giovani e residenzialità con un impegno sui prossimi decenni e su queste generazioni, altrimenti la scommessa non potrà dirsi vinta che per qualche comune più visionario e capace. È necessario investire in rigenerazione urbana ma anche nell’innovazione sociale con nuovi servizi alla persona, nuovi modelli di abitare e servizi di cittadinanza digitali su misura, nuove forme di residenzialità di lavoro basate su green economy e democrazia energetica con le rinnovabili. In questi vent’anni di “Voler Bene all’Italia”, abbiamo raccontato le sfide, le buone pratiche ma anche i tanti problemi che riguardano le aree interne. Gli stanziamenti previsti dal PNRR per i piccoli comuni e quelli per le CER rappresentano un passo importante, ma c’è da fare ancora molto per superare la rassegnazione dei trend statistici e costruire oggi nuove opportunità per i piccoli comuni”.
Al 1 gennaio 2024 i piccoli comuni italiani, cioè quelli con una popolazione pari o inferiore ai 5.000 abitanti, sono 5.526 su un totale di 7.901, ovvero il 69,9% del totale. Tra le regioni italiane, il Piemonte è quella che ospita il più alto numero di piccoli comuni, con 1.045 su un totale di 1.180 comuni, seguita dalla Lombardia, 1.032 su 1.504 e dalla Campania, che conta 344 piccoli comuni su un totale di 550.
La Valle d’Aosta è la regione con la più alta percentuale di piccoli comuni sul totale, ben 73 su 74, con la sola Aosta che supera il numero di 5.000 abitanti, ma sono ben 15 regioni ad avere oltre il 70% di comuni sotto i 5.000 abitanti nella composizione del loro perimetro
amministrativo. In Regioni come la Valle d’Aosta e il Molise vivono rispettivamente il 73% e il 52% della popolazione regionale, ma anche in Trentino Alto Adige, Basilicata e Calabria vive oltre il 30% degli abitanti.
E solo Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Puglia hanno una percentuale inferiore a doppie cifre con il primato di quest’ultima del 5,6% della popolazione in comuni piccoli.