(Sesto Potere) – Bologna – 28 agosto 2024 – La rabbia e l’angoscia di chi attende da più di un anno gli indennizzi per le perdite da calamità naturali cedono ora il posto alla preoccupazione.
“Abbiamo ancora sotto gli occhi le immagini del disastro: c’è chi ha perso fino al 90% del raccolto di albicocche per i ritorni di freddo e chi, in Romagna, ha visto trascinare via dalla furia dell’acqua (ci si riferisce all’alluvione di maggio 2023) le proprie piante e attrezzature”: scrive in una nota Confagricoltura Emilia Romagna.
«Siamo senza parole, ma soprattutto non comprendiamo le motivazioni –commenta in una nota il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna Marcello Bonvicini (nella foto in alto) – il fondo mutualistico nazionale AgriCat istituito da Ismea proprio per risarcire i danni da gelo o alluvione ha rigettato gran parte delle domande d’aiuto. Nello specifico, solo un numero esiguo di domande di risarcimento danni da gelo è stato accettato sulle 5000 presentate in regione, a fronte di oltre 30mila ettari di colture danneggiate. Un capitolo a parte, inoltre, meritano le alluvioni che hanno travolto e stravolto la provincia di Ravenna, per ben due volte nel maggio del 2023, danneggiando circa 2000 aziende su oltre 6000. Qui l’80% di domande è stato respinto. Ma non va bene nemmeno alle poche aziende che hanno ottenuto una risposta positiva da AgriCat, di queste infatti solo il 20% sta ricevendo molto lentamente i contributi promessi».
Confagricoltura Emilia Romagna traccia poi il perimetro delle aree colpite dalle gelate primaverili nell’aprile 2023: il 50% delle domande sono state presentate da aziende associate nel Ferrarese, poi a Modena e Ravenna come pure a Bologna, Forlì-Cesena e Rimini, Reggio Emilia e Piacenza.
«Rimane inascoltato l’allarme lanciato più volte a sostegno del comparto frutticolo regionale – rincara la dose il presidente Bonvicini – per salvare un patrimonio che sta scomparendo, messo a dura prova da anni di prezzi all’origine troppo bassi e problematiche fitosanitarie senza soluzione fino a ridurre la superficie coltivata da 65.000 a 41.000 ettari in meno di venti anni». Ma c’è di più. «Il sistema di calcolo degli indennizzi utilizzato da AgriCat per risarcire i danni ai frutteti non è assolutamente sufficiente e non risponde alle esigenze delle imprese. Eppure il Fondo dispone di importanti risorse».
Sui rimborsi da alluvione, inoltre, non sono chiare a Confagricoltura Emilia Romagna “la motivazione del rigetto, ma ancora meno lo è la modalità”.
“Difficile dunque gestire il contenzioso, come quello sui danni non riconosciuti in toto alle colture sradicate dalle frane che è stato rimandato alla Regione”: spiega Confagricoltura Emilia Romagna che lancia un monito a fare presto: «La situazione richiede interventi urgenti: correggere l’operatività di AgriCat e risolvere le problematiche tecniche delle singole aziende avviando una stretta collaborazione con il centro di assistenza agricola-CAA. Siamo fiduciosi che si possa sanare questa anomalia in tempi rapidi», conclude la nota del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna Bonvicini.