(Sesto Potere) – Forlì – 16 febbraio – “In occasione dell’ultimo Consiglio comunale siamo intervenuti per esprimere solidarietà alla mobilitazione e alle giuste richieste dei 120 lavoratori e lavoratrici del call center Ingo, azienda aderente all’associazione imprenditoriale Assoconctact. Nei mesi scorsi Assocontact ha negoziato con il solo sindacato autonomo Cisal un Contratto collettivo nazionale di lavoro non sottoscritto dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative; recentemente Ingo ha annunciato l’intenzione di adottare tale contratto, uscendo da quello delle telecomunicazioni. Il cambiamento di contratto rappresenterebbe un netto peggioramento delle condizioni dei lavoratori, con una riduzione del rimborso per le giornate di malattia, il dimezzamento delle ore di permesso retribuito, la riduzione delle retribuzioni massime orarie da 10 a 7,5 euro l’ora. Per questo motivo abbiamo sollecitato l’Amministrazione a farsi parte attiva nel promuovere una soluzione che garantisca ai lavoratori e alle lavoratrici di continuare a godere delle condizioni contrattuali fino ad oggi vigenti”: lo afferma in una nota il consigliere comunale del PD Federico Morgagni.
“A questo proposito – aggiunge – apprezziamo l’impegno dell’Assessore Bravi a convocare le parti per trovare una composizione positiva della vertenza, sui cui sviluppi comunque continueremo ad essere vigili anche nei prossimi giorni”
“Quanto è accaduto è sintomatico dei problemi e delle disfunzioni che caratterizzano il mondo del lavoro in tutta Italia, rispetto ai quali è evidente il disimpegno dell’attuale Governo. Il nostro Paese manca infatti di una legge sulla rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, cosa che permette il proliferare, a fianco dei contratti nazionali sottoscritti dalle principali organizzazioni datoriali e sindacali, di centinaia di contratti “pirata”, sottoscritti da organizzazioni imprenditoriali e sindacali poco o nulla rappresentative”: continua il consigliere Dem.
“Questi contratti, che prevedono condizioni peggiori per i lavoratori e le lavoratrici, diventano anche strumenti di concorrenza al ribasso utilizzati da alcune imprese nei confronti della maggioranza delle aziende che invece rimangono all’interno dei Ccnl principali di settore. Permane inoltre, a Forlì come nel resto d’Italia, l’enorme problema di una fascia significativa di lavoratori e lavoratrici che vengono retribuiti con salari troppo bassi, o addirittura “da fame”. Molto grave a questo proposito è il fatto che il Governo della destra abbia rifiutato ogni proposta di istituire anche in Italia un salario minimo garantito, che pure esiste in tutti paesi europei”: conclude Federico Morgagni.