venerdì, Maggio 23, 2025
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Forlì, importante convegno Aned su malattia renale, aspetti medico scientifici e società

(Sesto Potere) – Forlì – 23 maggio 2025 – Nel 2040 la crescita delle malattie renali nel mondo e in Italia diventerà la quinta causa di morte, ma già nel 2024 la rilevanza delle malattie renali assorbe il 3 per cento della spesa sanitaria complessiva e colpisce ormai oltre 4 milioni e 300 mila persone destinate a diventare il 10 per cento della popolazione nei prossimi dieci-quindici anni.

Questi dati nel territorio provinciale sono solo leggermente inferiori, anche in Emilia-Romagna, rispetto a una media nazionale del 9 per cento della popolazione, ma con l’8 per cento non è che ci si può riposare su allori inesistenti.

Ne sono ben consapevoli i medici nefrologi delle unità operative degli ospedali di Forlì e di Cesena che hanno collaborato attivamente con le loro relazioni e la loro esperienza al convegno che è stato promosso in città, venerdì mattina, nel salone comunale di Forlì.

Incontro pubblico su iniziativa dell’Aned, Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto, che era presente con il suo presidente Giuseppe Vanacore e la presidente Francesca Sessa e un gruppo di volontari iscritti Aned sul territorio e che nelle prossime settimane daranno vita ad un rilancio del gruppo su scala provinciale. 

Lo spettro delle problematiche sulla condizione dei pazienti renali, sia quelli che affrontano i primi stadi della insufficienza renale cronica, sia quelli dializzati e infine la quota più piccola dei trapianti (nella grandissima parte con esito positivo e ripristino della funzionalità renale) è stato affrontato sotto l’aspetto statistico sanitario e medico scientifico.

Il primario di nefrologia e dialisi, dottor Vittorio Albertazzi, ha fornito i dati del 2024 sullo stato dei pazienti nelle fasi più acute della malattia renale….quelli che sono seguiti ambulatorialmente o nella delicata fase post trapianto e quelli con emodialisi o dialisi peritoneale, che hanno ascoltato la testimonianza dell’ingegner Giorgio Calzolari che non ha esitato a raccontare la sua esperienza proprio attraverso questa ultima forma di prestazione.

A Forlì alla fine dell’anno scorso c’erano 140 pazienti complessivamente nelle due forme di dialisi, a Santa Sofia 12, a Cesena 103, a Cesenatico 60, a Savignano 22, a Mercato Saraceno 20.

In Italia complessivamente sempre nelle due prestazioni ci sono 50 mila pazienti, ma le malattie renali prima del ricorso alla dialisi hanno ben 5 livelli precedenti di gravità. Livelli che da principio, pur potendo contare su due test infallibili nelle analisi del sangue, creatinina e albuminaria, vengono sottovalutate e poi entrano in una fase di difficile remissione.

Su questo punto il convegno di Forlì serviva proprio a rafforzare le azioni di prevenzione.

Prima di tutto sul dato del precoce scambio di informazioni fra gli addetti ai lavori, dai medici di base ai nefrologi di tutte le Regioni Italiane.

E’ stato il professor Antonio Santoro, direttore del Comitato scientifico dell’Aned, a ricordare l’importanza delle attività del Prip, Programma di prevenzione insufficienza renale progressiva, che dal 2004 in poi è diventato un punto di riferimento per una metodologia incrociata di dati e informazioni che ha fatto scuola in tutta la nefrologia europea e viene citata come esempio virtuoso nella medologia della diagnosi.

Da parte sua, dopo Albertazzi, è stato il dottor Antonio Giudicissi dirigente medico di nefrologia di Forlì-Cesena a raccontare la esperienza cesenate nei suoi particolari correlati ai dati regionali e nazionali.

Alla dottoressa Francesca Ferrara, che fra l’altri compiti svolge un prezioso lavoro di verifica risultati trapianti del rene nell’ospedale Morgagni-Pierantoni è andato il compito, innovativo, di illustrare i benefici di alcuni farmaci per la cura delle nefropatie acute che stanno avendo, da qualche anno, buoni risultati verso quelle patologie correlate come cardiologiche e diabetologiche che purtroppo accompagnano spesso la patologia di sofferenza renale nei pazienti, soprattutto, over 65.

Mentre la dottoressa Loretta Zambianchi, presenza autorevole e costante in tutte le attività delle sale dell’emodialisi all’ospedale Morgagni-Pierantoni, ha affrontato la esperienza incoraggiante, ma da espandere, dell’assistenza domiciliare del paziente in dialisi che è uno dei nuovi compiti della nefrologia sul nostro territorio.

Infine, le illustrazioni delle strategie migliori in campo dietetico per fornire ai menù apo-proteici del paziente in insufficienza renale cronica e quelli equilibrati per il piaziente dializzato da parte della dottoressa Anna Laura Fantuzzi.

Al presidente di Aned, Giuseppe Vanacore, la narrazione della messa a terra del progetto di legge del 2014, sullo screening nazionale nefrologico e coordinamento fra le Regioni, che ha visto proprio nell’aprile scorso la previsione di un finanziamento di 6 milioni e 500 mila euro in tre anni.

Un piccolo segnale che la politica, soprattutto di governo, dovrebbe ampliare visto che la previsione al 2.040 è di 5 milioni di pazienti nefrologici che se si aggiungono a quelli cardiologici e diabetologici faranno una soma del 40 per cento della popolazione con costi che, senza controlli e prevenzioni, saranno di sicuro fuori controllo non certo solo per la sanità pubblica.

Nella foto in alto medici e infermieri nefrologi del Morgagni Pierantoni, dirigenti nazionali e volontari locali Aned