(Sesto Potere) – Forlì – 23 luglio 2025 – Al centro del sistema intermodale di trasporto sostenibile sul territorio, delle esigenze dei forlivesi e dei tanti lavoratori e studenti che, quotidianamente, si muovono da e per la città, ma ormai sempre più al centro anche delle loro abitudini e scelte consapevoli di mobilità. La ciclostazione “Ercole Baldini” festeggia il suo primo compleanno forte di una crescente fruizione e di un significativo gradimento, da parte di cittadini e pendolari.
Il deposito pubblico, fruibile gratuitamente 24 ore al giorno e che può ospitare in sicurezza sino a 86 biciclette in spazi dotati anche di strumenti per gonfiaggio e piccola manutenzione, nonché di colonnine per la ricarica di e-bike e monopattini elettrici, è stato inaugurato l’estate scorsa nel piazzale antistante la stazione ferroviaria.
Dopo i primi 12 mesi di apertura della struttura, voluta e realizzata dal Comune di Forlì e gestita da FMI – Forlì Multiservizi Integrati, risultano attivi ben 225 abbonamenti. Quelli che i cittadini hanno già, e possono in qualunque momento sottoscrivere, in modo semplice e gratuito: basta scaricare sul proprio smartphone l’App “Weelo”, registrarsi e, dalla sezione “Bike Parking Forlì”, attivare l’apertura della porta automatica della ciclostazione.
Una volta al suo interno si può agganciare in sicurezza il proprio mezzo sui due piani di rastrelliere presenti, per tenervelo custodito tutto il tempo di cui si ha necessità.
E a un anno di distanza dalla sua inaugurazione, la ciclostazione “Ercole Baldini” ha visto incrementare costantemente e progressivamente gli accessi. Dalle iniziali 81,5 biciclette lasciate mediamente in sosta nel mese di agosto 2024, si è passati già a ottobre e novembre dello scorso anno, rispettivamente a una media di 231 e 242, sino a toccare a maggio 2025 la punta di 345,5 mezzi in sosta al suo interno, per un quantitativo giornaliero di oltre 17 biciclette in custodia. I picchi, però, sono stati anche superiori: oltre 25 bici contemporaneamente presenti al giorno.

Complessivamente, la ciclostazione ha ospitato sinora 2.416 mezzi su due ruote, ossia una media quotidiana di 11 stalli occupati e una mensile di ben 220.
Dati che certificano un apprezzamento crescente e diffusosi attraverso il passaparola, tra chi è abituato a utilizzare la bicicletta per i propri movimenti legati a esigenze personali, di lavoro o di studio.
Come spiega l’Assessore alla mobilità del Comune di Forlì, Giuseppe Petetta: «a un anno dalla sua inaugurazione, la ciclostazione ha incentivato e rafforzato le abitudini e gli stili di vita dei forlivesi vocati alla mobilità sostenibile. La sua fruibilità e gratuità ventiquattr’ore su ventiquattro, ne fanno un servizio efficace, funzionale ed efficiente, a misura di lavoratori, studenti e amanti delle due ruote. Continueremo a muoverci lungo questa direttrice, per rendere la città di Forlì sempre più sicura e all’avanguardia nel panorama dei trasporti ecologici».
Il deposito, videosorvegliato internamente ed esternamente, è infatti uno snodo centrale nel sistema dei collegamenti pubblici. Posto di fronte alla stazione ferroviaria, al suo ingresso è presente anche una postazione di bike sharing. Dalla struttura partono, poi, le linee 8 e 9 della Bicipolitana grazie alla quale si può raggiungere qualsiasi destinazione dentro e fuori dalla cinta del centro storico e al suo fianco è ubicato il nuovo Punto Bus di Start Romagna, con i terminal del servizio di trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano.
«La ciclostazione è un servizio che Forlì meritava e il suo successo ci inorgoglisce – afferma Francesco Maria Caponetto, Amministratore Unico di FMI – il valore aggiunto per la città sta nel suo essere il fulcro di un sistema di servizi di mobilità funzionali e integrati tra loro, capaci di soddisfare in modo sostenibile ed efficace qualsiasi esigenza di spostamento in ambito urbano ed extraurbano. Grazie a questa opportunità, la città dimostra ancora una volta di saper venire incontro alle esigenze di tutti, residenti e pendolari, senza lasciarne indietro alcuna».