(Sesto Potere) – Bologna – 25 settembre 2024 – È sceso da 17mila a 8mila euro il valore ISEE necessario per presentare la domanda alla Regione Emilia Romagna per l’erogazione di contributi per l’affitto relativi all’anno 2024.
“La Regione Emiulia-Romagna, con Delibera di Giunta n. 1620 dell’8 luglio 2024, ha ridefinito i criteri del Fondo Affitto 2024 restringendo in maniera considerevole la platea dei futuri beneficiari del contributo per l’affitto – spiega in una nota il consigliere regionale di FdI, Massimiliano Pompignoli, candidato alle prossime elezioni – Con questo bando, il valore ISEE è fissato a livello regionale a 8.000 euro, con un taglio netto rispetto all’ultimo avviso di 9mila euro in termini di soglia massima per presentare la domanda. I Distretti sociosanitari, in base alle indicazioni contenute in delibera, possono addirittura diminuire tale valore di una percentuale fino ad un massimo del 20%. È facilmente intuibile, dunque, che questo genere di manovra escluderà dal Fondo moltissimi nuclei familiari economicamente più fragili, che avrebbero bisogno di un sostegno concreto per il pagamento dei canoni di locazione nel mercato privato.”
A non convincere il consigliere Pompignoli sono anche le modalità di presentazione della domanda.
“Le domande – aggiunge – possono essere presentate esclusivamente tramite una piattaforma regionale con accesso tramite SPID/CIE/CNS. Non sono considerate ammissibili le domande ricevute con altre modalità e ai cittadini senza identità digitale, anziani e famiglie in difficoltà (la maggior parte), viene lasciato il cerino in mano di rivolgersi a un Caf convenzionato con il Comune di residenza.”
“Mi piacerebbe poi capire – conclude Pompignoli – che fine hanno fatto i 4.668.014,97 € assegnati alla Regione Emilia Romagna nel 2023 e i 4.518.014,97 € assegnati nel 2024 dallo Stato a titolo di contributi integrativi di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione. Secondo la contabilità della Regione, nel 2023 ne sono stati impegnati solo 150mila e nel 2024 1milione 200 mila. È evidente che queste risorse, se spese nei tempi giusti, si sarebbero rivelate preziose per aiutare le tante famiglie in difficoltà e ampliare l’offerta di alloggi in locazione a canoni calmierati. Ancora una volta, tuttavia, ci troviamo di fronte a una situazione poco trasparente, che si ripercuote inevitabilmente sulle comunità più fragili dei nostri Comuni.”