(Sesto Potere) – Bologna, 24 giugno 2025 – “Più risorse per i fragili e per le famiglie è certamente un buon segnale, ma se non si spende ciò che si stanzia, o lo si fa con piani vecchi e senza monitoraggio, si rischia di non essere efficaci”. Così Valentina Castaldini, (nella foto) consigliere questore dell’Assemblea legislativa e Pietro Vignali, capogruppo di Forza Italia, commentano i due documenti approvati in commissione relativi al Fondo regionale per la non autosufficienza e al Programma Attuativo povertà 2025.
“Nel primo riparto 2025 del fondo per la non autosufficienza – spiegano i consiglieri– si registra un aumento significativo delle risorse, che superano i 564 milioni di euro. Una crescita dovuta all’invecchiamento della popolazione e al conseguente aumento di bisogni. Ma questo incremento rischia di restare sulla carta: non è ancora pervenuta alla Commissione la relazione sull’effettiva spesa 2023, che per legge doveva arrivare entro ottobre 2024. Lo stesso assessore Taruffi, nel dicembre scorso, aveva ammesso che nel 2022 erano rimasti inutilizzati ben 35 milioni. Secondo l’Assessore Conti il rendiconto 2023 sarebbe stato elaborato ma non trasmesso per mero disguido materiale ma è passato un mese da quando l’abbiamo richiesto”.
Nel mirino anche le proposte di nuove tasse per gli over 65, avanzate dall’assessora Conti: “Non si può chiedere un ulteriore sforzo fiscale ai cittadini, dopo gli aumenti indiscriminati che ci sono stati, senza dimostrare che le risorse esistenti vengano effettivamente spese bene”.
Diverso, ma non privo di criticità, il giudizio sul Programma attuativo del Fondo Sociale Regionale per la povertà: “Il documento è ben scritto e condivisibile negli obiettivi – commenta Castaldini – soprattutto per il focus sulle famiglie, l’infanzia e l’affido. Tuttavia, si fonda su strumenti di programmazione ormai scaduti: il Piano Sanitario e Sociale Regionale è stato scritto nel 2017 e i Piani di Zona nel 2018. Non è accettabile pianificare il futuro del welfare con mappe vecchie di otto anni. Lo abbiamo chiesto sia alla Schlein che a Taruffi, ma senza successo. Il Covid ha fatto emergere nuovi bisogni e nuove peculiarità territoriali che vanno guardate”.