(Sesto Potere) – Forlì – 31 ottobre 2014 – “Italia a crescita zero: la Manovra finanziaria è insufficiente per le imprese cooperative romagnole e la spending review mette a rischio gli investimenti per manutenzione di scuole, strade e infrastrutture fluviali. E questo mentre l’alluvione ha reso evidenti tutte le debolezze del territorio romagnolo e la necessità di intervenire con risorse immediatamente utilizzabili per riportare sicurezza in molte delle nostre comunità”.
Questo il giudizio sulla nuova legge di Bilancio emerso dalla Direzione e Presidenza di Legacoop Romagna, anche alla luce dei dati Istat diffusi questa settimana, dove si registra che nel terzo trimestre (luglio- settembre) l’economia del nostro Paese si è fermata, proprio in comparti chiave per la Romagna come agroalimentare, industria ed export.
«La Manovra finanziaria 2025 non interviene su nessuno dei nodi strutturali della nostra economia e non riesce neppure ad avviare una necessaria azione di risanamento dei conti», è l’analisi di Legacoop Romagna. «La “scelta di non scegliere” del Governo, aggravata nell’impostazione dai dati più recenti di Istat, non solo rende ancor più incerte le prospettive nel medio termine, ma in realtà aggrava le difficoltà di una Romagna che avrebbe invece necessità di ben altro».
IL GIUDIZIO DI LEGACOOP SUI SINGOLI CAPITOLI DELLA MANOVRA
“I dati diffusi ieri da Istat lo confermano: la crescita in Italia è a zero, soprattutto perché nel terzo trimestre (luglio- settembre) l’economia del nostro Paese si è fermata.
E’ la sintesi di una crescita del settore terziario, di una lieve contrazione del settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di una forte riduzione dell’industria e dell’export, che produce il peggior andamento europeo, perchè anche la Germania, data ormai in recessione, registra un rimbalzino dello 0,2% nel suo Pil estivo.
La Spagna invece incassa un altro 0,8%, il doppio della Francia con il traino delle Olimpiadi e ormai – nella fase pre alluvione valenciana – vola un più 3,4% nel 2024, mentre il +1% italiano, con questi dati, pare irraggiungibile.
A fronte di questi dati la Manovra finanziaria 2025 non interviene su nessuno dei nodi strutturali della nostra economia e non riesce neppure ad avviare una necessaria azione di risanamento dei conti.
La “scelta di non scegliere” del Governo, aggravata nell’impostazione dai dati più recenti di Istat, non solo rende ancor più incerte le prospettive nel medio termine, ma in realtà aggrava le difficoltà di una Romagna che avrebbe invece necessità di ben altro.
Temiamo, infatti, che la spending review, con gli annunciati tagli lineari del 5% a tutti i Ministeri, porti ad un ulteriore rinvio della spesa per investimenti e manutenzione di scuole, strade, infrastrutture fluviali. E questo proprio mentre l’alluvione ha reso evidenti tutte le debolezze del territorio romagnolo e la necessità di intervenire con risorse immediatamente utilizzabili per riportare sicurezza in molte delle nostre comunità
Prevediamo anche che la quasi totale assenza di misure a supporto degli investimenti delle imprese, penalizzi soprattutto le scelte di chi, invece, sulla rigenerazione e la transizione energetica (per esempio con le Comunità energetiche), sta puntando molto.
Così come l’assenza di certezze sul credito d’imposta per la Ricerca e sviluppo, con interpretazioni spesso cervellotiche da parte dell’Agenzia delle entrate, va nella direzione di inibire gli investimenti di molte imprese cooperative romagnole nel campo dell’innovazione di prodotto e di processo.
Tutto questo a fronte della mancanza di scelte serie e strutturali per la riduzione del debito pubblico, una zavorra che rischia di pesare sulle future generazioni, continuando a limitare opportunità (già scarse) per questa componente fondamentale per l’Italia. Non a caso, come evidenziato da Bankitalia, l’Italia è l’unico Paese dell’area euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito risulta equivalente a quella per l’istruzione.
Legacoop non può che notare con sconcerto come la Legge Finanziaria eviti di affrontare il tema della copertura della revisione dei contratti pubblici, mettendo in difficoltà la tenuta economica di tante delle cooperative che operano nel campo dei servizi sanitari, sociali e scolastici, così importanti per il nostro sistema sociale e di servizi alla persona. Preoccupa molto la previsione di finanziamento per il servizio sanitario nazionale, perchè le risorse stanziate sono insufficienti a colmare l’attuale affanno organizzativo del sistema pubblico, tendono prevalentemente al rafforzamento delle convenzioni con la sanità privata e limitano ogni nuova programmazione sui servizi ospedalieri e di welfare territoriale.
Infine, l’assenza di qualunque risorsa per rilanciare una indispensabile Politica della casa troppo a lungo rinviata, penalizza le giovani generazioni, in particolare, ma anche coloro che potrebbero dare risposta alle esigenze di personale di molte cooperative romagnole, che trovano difficoltà nel reperire case a basso costo o in affitto nel nostro territorio”.
Legacoop Romagna rappresenta circa 370 imprese associate nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, con un valore della produzione di oltre 7,3 miliardi di euro, oltre 328mila soci (incluse tutte le tipologie di soci: lavoratori, produttori, consumatori) e più di 25mila lavoratori.