(Sesto Potere) – Bologna – 25 marzo 2025 – Il Fascicolo sanitario elettronico 2.0 al centro di un convegno, “L’innovazione nel SSN, il Fascicolo sanitario elettronico 2.0 per modernizzare la sanità”, che al ‘DAMA Tecnopolo Data Manifattura Emilia-Romagna’, a Bologna, ha radunato per l’intera giornata esperti a confronto.
Protagonista del dibattito e delle tavole rotonde il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico, il cosiddetto FSE 2.0, e il relativo incremento delle competenze digitali dei professionisti del sistema sanitario: investimento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza alla voce “Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati e la simulazione (FSE)”. Uno strumento che in Emilia-Romagna viene molto utilizzato: sono oltre 4,3 milioni i cittadini iscritti al servizio sanitario regionale che hanno rilasciato il consenso attivo alla consultazione del Fse, con il consenso che sfiora il 90%.
Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali di Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, Massimo Fabi, assessore regionale alle Politiche per la Salute, Lorenzo Broccoli, direttore generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione, Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri all’innovazione tecnologica e transizione digitale e Stefano Lorusso, direttore generale ex Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica, ministero della Salute.
A seguire, momenti di approfondimento e tavole rotonde con focus specifico sull’Emilia-Romagna, impegnata come le altre Regioni a raccogliere l’ambiziosa sfida del PNRR: le indicazioni ministeriali prevedono infatti che il Fascicolo sanitario elettronico diventi un punto unico di accesso per i cittadini ai servizi del Sistema sanitario nazionale, indipendentemente dalla regione di appartenenza; un ecosistema di servizi basati su dati per consentire ai professionisti sanitari la diagnosi e la cura dei propri assistiti, e uno strumento per un’assistenza sempre più personalizzata sul paziente. Ma anche un sistema informativo per le strutture e le istituzioni sanitarie, che potranno utilizzare le informazioni contenute nel Fse a fini clinici e migliorare l’erogazione dei servizi sanitari.
“Il Fasciolo sanitario elettronico- commentano il presidente de Pascale e l’assessore Fabi– diventerà quindi lo strumento attraverso cui i cittadini accederanno ovunque ai servizi di sanità digitale, indipendentemente dal luogo di residenza, e contemporaneamente lo strumento di lavoro e condivisione fra gli operatori sanitari che, attraverso standard condivisi a livello nazionale, potranno attingere a dati omogenei di tutti i pazienti del Servizio sanitario nazionale. Un obiettivo importante, che semplificherà la vita dei cittadini e faciliterà il lavoro dei professionisti. La sanità dell’Emilia-Romagna è impegnata con un piano di lavoro e un cronoprogramma fino al 2026 per trasformare il Fasciolo sanitario elettronico in un vero e proprio contenitore di dati nativi digitali e omogenei per tutto il territorio nazionale. Il PNRR e il Fse 2.0- concludono de Pascale e Fabi- rappresentano un’opportunità unica, che la nostra Regione saprà cogliere, per favorire la trasformazione digitale nella sanità non solo dal punto di vista dell’adeguamento tecnologico, ma anche da quello della messa a disposizione dei cittadini di nuovi servizi digitali, sempre più a misura di paziente”.
In Emilia-Romagna sono stati predisposti specifici piani operativi sia per l’adeguamento dei sistemi informativi agli standard e agli indirizzi dettati dalle linee guida ministeriali, sia per lo sviluppo delle competenze digitali dei professionisti del sistema sanitario. Un lavoro corale, a cui tutti gli attori e i professionisti del Sistema sanitario sono chiamati a contribuire, accompagnato a livello nazionale e locale da una serie di azioni che permettono di condividere obiettivi e modalità di attuazione.
“L’avvio del roadshow regionale in Emilia-Romagna- aggiunge il sottosegretario Butti– segna un momento importante nella nostra strategia per rendere il Fascicolo sanitario elettronico uno strumento realmente efficace e accessibile a tutti i cittadini. L’Emilia-Romagna, con la sua eccellenza nel settore sanitario e la sua forte vocazione all’innovazione, rappresenta un territorio ideale per avviare questo percorso di informazione e coinvolgimento. Il Fascicolo sanitario elettronico è una risorsa fondamentale per migliorare la qualità e l’efficienza del nostro sistema sanitario. Grazie alla digitalizzazione dei dati, i cittadini potranno avere un accesso più rapido e sicuro alle proprie informazioni sanitarie, mentre i professionisti della salute potranno contare su un quadro clinico completo e aggiornato per prendere decisioni più informate. Attraverso questo roadshow, vogliamo ascoltare le esigenze e i suggerimenti dei cittadini, dei medici e degli operatori sanitari, per garantire che il Fascicolo Sanitario Elettronico risponda pienamente alle loro aspettative. Siamo convinti- chiude Butti- che solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo potremo realizzare un sistema sanitario digitale all’avanguardia, in grado di offrire servizi sempre più personalizzati e di qualità”.
Oltre 4,3 milioni di Fascicoli attivi in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna sono oltre 4,3 milioni i cittadini iscritti al servizio sanitario regionale che hanno rilasciato il consenso attivo alla consultazione del Fse, con un dato del consenso che sfiora il 90%; una piccolissima quota di assistiti, inferiore all’1%, ha negato il consenso, e la parte rimanente non lo ha ancora espresso. Nel 2024 gli accessi da parte dei cittadini hanno sfiorato i 68 milioni, con oltre 72 milioni di documenti consultati. 6 milioni e 700 mila sono stati gli accessi medi mensili, e 7 milioni e 200mila i documenti consultati mediamente ogni mese. Tra i professionisti, oltre ai Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta che hanno integrati nelle proprie cartelle strumenti per la consultazione, sono soprattutto i farmacisti a servirsi in modo consistente del Fse (oltre 19 milioni di accessi nel 2024), per consultare le prescrizioni dematerializzate di farmaci, ai fini dell’erogazione.