(Sesto Potere) – Bologna – 3 marzo 2025 – In Emilia-Romagna sono cresciuti e, cresceranno ancora, i beni confiscati al crimine organizzato e assegnati agli enti locali per un riutilizzo destinato a finalità sociali e utilità delle comunità. Aumento legato anche alla conclusione del processo ‘Aemilia’ che ha visto condanne e anche confische di beni, immobili e terreni.
L’Emilia-Romagna è oggi la terza regione del Nord Italia per numero di beni immobili confiscati. E di questi, quasi una cinquantina sono già stati assegnati lo scorso anno alle amministrazioni locali nelle sole province di Parma e Reggio Emilia, un volume superiore al complesso di beni immobili a oggi recuperati nell’intero territorio regionale.
Dal 2011, la Regione è intervenuta su 34 beni immobili destinati a enti locali con un contributo regionale di oltre 7,2 milioni di euro, per favorirne il riutilizzo per finalità sociali.
Dal 2011 (anno in cui è entrata in vigore la prima legge regionale in materia, poi sostituita nel 2016 dal ‘Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili’), la Regione supporta tecnicamente gli enti locali e concede finanziamenti per le opere di ristrutturazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, per favorirne il riutilizzo e la fruizione nell’ambito dell’attuazione di politiche a favore della legalità e della prevenzione delle situazioni di disagio, di accoglienza e di supporto per le vittime di reato.
Per affiancare i Comuni emiliano-romagnoli in questo sforzo di dare una ‘seconda vita’ ai beni sottratti al malaffare, la Regione, già a partire dal prossimo bilancio 2025-2027 in fase di approvazione, stanzierà maggiori risorse per sostenere investimenti in questa direzione.

“Quest’anno aumenteremo le risorse in conto capitale, così da rispondere alla necessità per far fronte al recupero di un crescente patrimonio confiscato in Emilia-Romagna. Il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati rappresenta il mezzo attraverso il quale vogliamo garantire in pieno i valori della giustizia sociale e restituire ai territori una ricchezza immobiliare depurata con l’obiettivo di farla divenire, restituendola, un’opportunità di sviluppo territoriale e presidio di legalità”: ha detto l’assessora regionale con delega alla Legalità Elena Mazzoni, intervenuta a Sorbolo-Mezzani (Re) dove si è svolta una giornata di riflessione su tema “Vincere l’illegalità con il riuso dei beni confiscati” (nella foto a lato).
“In accordo con i Comuni, le politiche regionali- ha aggiunto Mazzoni– puntano a valorizzare gli immobili attraverso progetti di inclusione, di formazione, culturali, contro la discriminazione e di contrasto alla violenza di genere. L’assegnazione può, inoltre, essere anche l’occasione per sperimentare forme di progettazione partecipativa aperte a soggetti competenti e interessati del territorio, anche volte a individuare utilizzi inizialmente non considerati e modelli innovativi di gestione”.
Inoltre, a supporto delle amministrazioni locali, “la Regione- ha concluso l’assessora Mazzoni– ha promosso l’organizzazione di un percorso formativo sperimentale destinato al personale degli Enti locali per la valorizzazione e riconversione dei beni, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna”.
A Sorbolo-Mezzani era presente anche la sottosegretaria alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Manuela Rontini, che ha partecipato all’inaugurazione di un parco pubblico nell’ambito de ‘Il Progetto Livatino’ del Rotary, spazio che ha consentito la valorizzazione di un terreno confiscato dove troveranno casa giochi per bambini e piantati alberi. In collaborazione con l’Università di Parma, verrà realizzato inl’arredamento di due appartamenti confiscati, in un condominio limitrofo al parco.