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Emilia-Romagna 4^ in Italia per infortuni mortali sul lavoro, 91 vittime in un anno. Rapporto Vega Engineering 

(Sesto Potere) – Bologna – 3 febbraio 2024 – In un anno di morti sul lavoro in Emilia-Romagna: 91 le vittime. La regione è quarta in Italia per infortuni mortali sul lavoro. Ravenna, Forlì-Cesena, Parma e Piacenza, le province più pericolose per i lavoratori, sono in zona rossa. Le province più sicure invece sono: Bologna, Reggio Emilia e Rimini. Preoccupante il numero di denunce di infortunio sul lavoro fino ai 14 anni: sono 5.397, ossia il 7,04% del totale degli infortuni dei lavoratori della regione.

Questi in sintesi i dati della periodica mappatura elaborata nell’Osservatorio sicurezza e ambiente di Vega  Engineering con la regione Emilia-Romagna che abbandona la zona gialla ed entra in zona arancione, con un’incidenza di mortalità sopra la media nazionale.

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI DICEMBRE 2023
“Con l’ingresso in zona arancione a fine del 2023, l’emergenza morti sul lavoro in Emilia-Romagna sembra stia peggiorando. Ricordiamo infatti che la zona arancione, subito dopo la rossa, raccoglie le regioni con le incidenze di mortalità, ossia il numero di infortuni rispetto alla popolazione lavorativa, tra le più elevate del Paese. Parlando in numeri assoluti sono 91 le vittime registrate nel 2023, posizionando l’Emilia-Romagna al quarto posto in Italia”.
L’incipit nella descrizione dell’emergenza in regione giunge da Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering sulla base dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti.  
“Entrando più nel dettaglio, i dati pesati sulla popolazione lavorativa – continua Mauro Rossato – evidenziano che alcune province presentano un rischio di infortunio mortale talmente elevato da entrare addirittura in zona rossa: sono Ravenna, Forlì-Cesena, Parma e Piacenza. Invece, le province più sicure sono Bologna, Reggio Emilia e Rimini”.

IL RISCHIO DI MORTE IN EMILIA-ROMAGNA, PROVINCIA PER PROVINCIA, DA GENNAIO A DICEMBRE 2023. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA
Per individuare le aree più fragili dell’Italia e della regione sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio Sicurezza e Ambiente mestrino elabora da anni una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.
La zona arancione, quella in cui si trova l’Emilia-Romagna, è la zona che, subito dopo la rossa, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le più elevate a livello nazionale. A fine dicembre 2023, il rischio di infortunio mortale in Emilia-Romagna (35 morti per milione di occupati) risulta essere, anche se di poco, superiore alla media nazionale pari a 34,6.
Per quanto riguarda le incidenze nel dettaglio in regione, si scopre che sono: Ravenna, Forlì-Cesena, Parma e Piacenza a trovarsi in “zona rossa” con un’incidenza rispettivamente di 58,0, 56,5, 52,8 e 47,9; seguite in zona arancione da Ferrara (41,8) e da Modena (33,7) che si trova in “zona gialla”. Mentre nella meno rischiosa “zona bianca” ci sono Bologna (21,3), Reggio Emilia (17) e Rimini (13,8).

INFORTUNI TOTALI (MORTALI E NON) DI TUTTO IL 2023 IN EMILIA-ROMAGNA
Sono 91 i decessi da gennaio a dicembre 2023 (3 in più del 2022): 70 quelli rilevati in occasione di lavoro (11 in più dello scorso anno) e 21 quelli in itinere (8 in meno del 2022).
Il più elevato numero di decessi totali (ossia inclusi quelli avvenuti in itinere) si è verificato nelle province di Bologna e Modena (15). Seguono: Forlì-Cesena (13), Parma (12), Ravenna (11), Piacenza (8), Reggio Emilia e Ferrara (7) e Rimini (3).
E Modena conduce le fila anche quando si tratta di infortuni mortali in occasione di lavoro insieme a Parma con 11 vittime. Seguono: Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna (10), Ferrara e Piacenza (6), Reggo Emilia (4), Rimini (2).

Sono 76.687 le denunce di infortunio complessive (ossia infortuni con esito mortale e non) su un totale, in Italia, di 585.356.

UNA BUONA NOTIZIA: ANCHE ALLA FINE DI DICEMBRE SI RILEVA UNA FLESSIONE DELLE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI, MA IL DECREMENTO È PRINCIPALMENTE DOVUTO ALLA CONCLUSIONE DELL’EMERGENZA SANITARIA PER COVID
Alla fine di dicembre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 5,5% rispetto alla fine di dicembre del 2022: erano 81.170 e ora sono 76.687. Un decremento questo, è opportuno sottolinearlo, dovuto anche alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid. Tant’è che il settore che ha registrato una delle diminuzioni più significative è la Sanità.

L’ATTIVITÀ MANIFATTURIERA È IL SETTORE PIÙ COLPITO IN EMILIA-ROMAGNA
Il settore delle Attività Manifatturiere alla fine del 2023 è in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (13.694). Seguono i settori: Trasporti e Magazzinaggio (4.853), Sanità (4.651), Costruzioni (4.221) e Commercio (4.188).

È BOLOGNA A FAR RILEVARE IL PIÙ ELEVATO NUMERO DI DENUNCE TOTALI
Benché sia in zona bianca, ossia con un indice di incidenze di infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa tra i più bassi in regione, la provincia di Bologna è quella con il maggior numero assoluto di denunce totali di infortunio (16.472), seguita da: Modena (14.736), Reggio Emilia (9.536), Parma (8.416), Ravenna (6.871), Forlì-Cesena (6.845), Rimini (5.053), Piacenza (4.467) e Ferrara (4.291).

INFORTUNI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ: ECCO LE STATISTICHE
Sono 26.543 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici (21.354 in occasione di lavoro) e 50.144 quelle degli uomini (44.681 in occasione di lavoro).
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 21.404 (18.492 in occasione di lavoro).
Le denunce di infortunio fino a 14 anni sono 5.397, ossia il 7,04% del totale degli infortuni dei lavoratori della regione.