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Emilia-Romagna 2^ regione italiana per valore delle esportazioni, ma vendite all’estero in calo del 3% nel 2024

(Sesto Potere) – Bologna – 1 agosto 2024 – L’Emilia-Romagna, seconda regione italiana per valore delle esportazioni, ha esportato nei primi tre mesi del 2024 per circa 21 miliardi di euro, che rappresentano il 13,5% dell’export nazionale. Nei primi mesi del 2024 le vendite all’estero delle imprese della regione si sono ridotte del 3%. Rallentano i comparti della sub fornitura regionale, tiene l’agroalimentare. Incide il rallentamento della Germania, verso la quale l’export è diminuito del 6%. Gli Stati Uniti, secondo paese di destinazione, sono in crescita, +1,8%. Rallenta decisamente il Brasile, -9%.

È quanto emerge dalle elaborazioni dell’Area Studi di Unioncamere Emilia-Romagna ha sui dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane.

L’andamento complessivo nel primo trimestre 2024
Nei primi tre mesi del 2024 le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a 20.934,8 milioni di euro, equivalenti al 13,5% dell’export nazionale. Si sono ridotte del 3% rispetto allo stesso periodo del 2023, flessione che in termini reali, dovrebbe essere stata più contenuta considerando che i prezzi alla produzione industriale per il mercato estero nello stesso trimestre sono diminuiti del -1,4%.
L’andamento è stato in linea con quello nazionale (-2,8%) ed è stato prevalentemente negativo per le regioni grandi esportatrici: solo la Toscana ha aumentato l’export segnando +4,4%, mentre il Piemonte ha registrato -2,1%, la Lombardia -3,4%, il Veneto -5,1%.
L’Emilia-Romagna si conferma così come la seconda regione italiana per quota dell’export nazionale, preceduta dalla Lombardia (26%) e seguita da Veneto (12,9%), Piemonte (10%) e Toscana (9,7%).

L’andamento per settori
Solo tre macrosettori regionali hanno aumentato le esportazioni e hanno avuto buoni incrementi. Le esportazioni dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (che incidono per l’1,8% del totale) si sono ridotte del 3,6%.
Sono cresciute le vendite estere dell’industria alimentare e delle bevande (+5,7%) grazie sia alle esportazioni di prodotti alimentari (+5,7%), sia alle vendite estere di bevande (+4,8%).
Le esportazioni delle industrie della moda si sono assestate al -0,7%, con -5,6% nell’industria tessile ed una flessione più contenuta per l’ampio comparto dell’abbigliamento, -1,3%. Bene la pelletteria, +3%.
Con l’inizio dell’anno l’export della piccola industria del legno e del mobile regionale ha subito una nuova decisa contrazione, -6,7%.
Uno dei contributi negativi più rilevanti alla dinamica dell’export regionale è venuto dalle industrie della chimica, farmaceutica e materie plastiche che segnano -8,1%, con un andamento in linea a quello nazionale. A crollare le vendite estere dei prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, -17,1%,
mentre la flessione è stata più contenuta per i prodotti chimici, -5,9%, e gli articoli in gomma e materie plastiche, -3,5%. Il risultato appare decisamente meno pesante per l’industria chimica se si considera che, secondo Istat, i prezzi nazionali alla produzione industriale per i mercati esteri del comparto chimico sono scesi del 6,2%.
La forte tendenza negativa del 2023 per le vendite estere dell’industria della lavorazione di minerali non metalliferi, ovvero dei materiali edili, ceramica e vetro, si è alleviata nei primi tre mesi dell’anno portandosi a -7,7%, in linea con l’andamento nazionale.

Da diciotto mesi prosegue la discesa delle esportazioni dell’industria della metallurgia e dei prodotti in metallo, ovvero del settore cuore della sub fornitura regionale, che con l’inizio del 2024 ha nuovamente accentuato la tendenza negativa con un -12% che ha dato uno dei contributi negativi più rilevanti alla dinamica dell’export regionale, con un andamento in linea con quello nazionale. Il risultato è stato
determinato soprattutto dalla consistente riduzione dell’export della metallurgia, -21,7%, mentre l’andamento negativo delle vendite estere dei prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature, è stato più contenuto -7,7%. Su questi valori ha pesato l’andamento dei prezzi industriali dei prodotti del settore destinati ai mercati esteri, -6,7%, e quindi la contrazione delle vendite estere di quest’industria regionale
dovrebbe essere risultata più contenuta in termini reali.
L’andamento negativo in corso metà 2023 delle vendite all’estero di apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura si è decisamente accentuato e l’export ha accusato una flessione del 10,1%, ben oltre la lieve flessione subita in ambito nazionale (-0,7%). Mentre le esportazioni di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
sono aumentate del 2,1%, quelle di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche hanno subito una decisa contrazione, -15%.
Le vendite estere del fondamentale settore dei macchinari e apparecchiature hanno bruscamente invertito in negativo la precedente tendenza positiva, diminuendo del -5,7%, determinando il contributo negativo più consistente alla dinamica delle esportazioni regionali, tenuto conto del rilievo del comparto in termini di quota dell’export complessivo (26,2%).
Contrastando la prevalente tendenza negativa, le esportazioni di mezzi di trasporto hanno continuato ad aumentare, +5,5%. Il comparto ha rafforzato la sua seconda posizione per rilievo della quota dell’export regionale (14,5%) ed ha fornito il più consistente contributo positivo all’andamento delle esportazioni regionali.
Le più rilevanti vendite estere di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi hanno continuato a crescere anche se a un ritmo più contenuto (+6,8%), mentre le esportazioni di “altri mezzi di trasporto” dopo avere subito due pesanti cadute hanno decisamente contenuto la flessione (-1,9%).
L’export dell’aggregato delle altre industrie manifatturiere ha fornito un contributo positivo, salendo al 4,9% del totale regionale. Forte è stata la crescita sia dell’export di prodotti dell’industria del tabacco (+9,6%), sia delle esportazioni delle altre industrie manifatturiere vere e proprie (+9,9%).

export

Le destinazioni

Europa
Assorbe il 64,7% dell’export regionale, ed ha rafforzato la tendenza negativa che dura ormai da un anno con un calo del 5,9%. Leggermente peggiori le esportazioni verso la sola Unione europea a 27, -6,3%. In flessione, -5,4%, anche le esportazioni destinate ai soli mercati dell’area dell’euro, che rappresentano il 41,9% del totale dell’export regionale.
L’export sul mercato tedesco ha subito una nuova sensibile riduzione, -6%. Analogo il risultato nel mercato francese, -6,3%. Meglio la Spagna, -1,2%. Tra i mercati di sbocco “minori” dell’area nel trimestre è risultato molto pesante quello austriaco, -14,4%, mentre ha avuto una buona ripresa quello greco, – 10,4%. Al di fuori dell’area dell’euro, ma sempre tra i paesi dell’Unione, nuovo crollo delle vendite destinate alla Cechia, ex Repubblica Ceca, -23,2%.
Nel complesso dei paesi dell’Europa non facenti parte dell’Unione europea, le vendite estere emilianoromagnole hanno subito una flessione più contenuta, -4,1%, di quella registrata sui mercati dell’Unione. Nuova caduta delle vendite destinate alla Russia, -24%, che però ha fornito un contributo negativo ormai contenuto. Contrariamente a quanto avvenuto in passato, questo segno negativo non è stato compensato da un altrettanto rilevante incremento delle esportazioni verso la Turchia, +4,2%. Le esportazioni verso il Regno Unito sono diminuite del -5,2%, allineandosi alla tendenza negativa dominante sui mercati europei.

America
Le esportazioni emiliano-romagnole verso i mercati americani, che rappresentano il 16,9% del totale, sono nuovamente e moderatamente aumentate, +1,8%. L’export diretto al mercato statunitense, che ora incide per il 12,4% del totale, è nuovamente aumentato, +2,5%. Sono rimaste sostanzialmente invariate (+0,1%) le vendite verso l’America centro meridionale dove spicca il -9,6% sul mercato brasiliano.

Asia
I mercati asiatici, che assorbono il 14,3% delle esportazioni regionali, sono cresciuti del +6,2%. Stazionario il Medio Oriente nel cui ambito sono salite decisamente, +23,1%, le vendite verso gli Emirati Arabi Uniti, mercato attraverso il quale potrebbero passare alcune triangolazioni. Passo indietro nei mercati dell’Asia centrale, -12,4% determinato dall’analogo andamento sul mercato indiano, -16,7%. In decisa ripresa i mercati dell’Asia orientale, +12,4%, dove Cina, Hong Kong e Macao rallentano del -1,3%. Crescono del +55,6% le esportazioni in Giappone, che ora rappresenta il 3% dell’export regionale, sostenute da un colossale boom dell’export dell’industria del tabacco (+188 milioni di euro, +148%) e da un buon incremento delle vendite di autoveicoli.

Oceania e Africa
I mercati africani rallentano del -10,3%, appesantiti dall’andamento dell’Africa centro meridionale, -12,8%, mentre minore è la discesa dell’Africa settentrionale, -8,6%. L’Oceania che ha avuto un buon aumento, +4,6%, soprattutto grazie al rapido recupero in Australia,
+6,8%.