(Sesto Potere) – Bologna – 9 dicembre 2024 – La Dop economy italiana, malgrado le varie criticità del sistema produttivo agricolo e dei mercati, si mostra in buona salute.
I dati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita descrivono un settore da 20,2 miliardi € di valore alla produzione nel 2023 (+0,2% su base annua), per una crescita del +52% in dieci anni e un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.
Cresce del +3,5% il comparto del cibo che supera per la prima volta i 9 miliardi €, mentre il vino imbottigliato frena sia come quantità (-0,7%) che come valore (-2,3%) e si attesta su 11 miliardi €. Bene l’export, con i prodotti DOP IGP leva del made in Italy nel mondo, che conferma un valore di 11,6 miliardi € con trend positivo nei Paesi UE. Il sistema della Dop economy italiana si fonda su 317 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura che coordinano il lavoro di oltre 194.000 imprese delle filiere cibo e vino capaci di generare lavoro per quasi 850.000 occupati.
“Il settore delle DOP e IGP si è attestato per il secondo anno consecutivo sopra i 20 miliardi di euro, confermandosi ancora una volta vitale per l’economia dei territori, attrattivo per nuovi operatori, e trainante per l’intero settore agroalimentare”: ha dichiarato Livio Proietti – Presidente Ismea.
Secondo il XXII Rapporto Ismea-Qualivita l’Emilia-Romagna si conferma seconda regione in Italia per valore della Dop economy con 3.874 milioni di euro nel 2023 generati dalle 74 filiere del cibo e del vino DOP IGP che ricadono sul territorio. La Dop economy cala del -2,4% sul 2022, ma registra un +10% in cinque anni per una crescita di oltre 350 milioni di euro dal 2019. La Dop economy ha un peso del 26% sul valore complessivo del settore agroalimentare regionale (la media nazionale è del 19%) grazie al lavoro di 15.951 operatori.
Le prime province per impatto economico sono Parma (1.672 mln €), Modena (769 mln €) e Reggio Emilia (698 mln €), seguite da Piacenza (306 mln €), Bologna (163 mln €), Ravenna (136 mln €), Forlì-Cesena (68 mln €), Rimini (40 mln €) e Ferrara (21 mln €). La filiera che apporta il contributo maggiore in termini economici sono i formaggi (42%), seguita dai prodotti a base di carne (35%), il vino (11%) e gli aceti balsamici (9%).
Comparto cibo
Il comparto cibo ha un valore alla produzione di 3.433 milioni di euro nel 2023 (-2,3% rispetto al 2022) generato da 44 filiere certificate. La regione è 1° in Italia per valore economico generato e il comparto coinvolge 5.814 operatori. Le denominazioni che partecipano maggiormente al valore economico in regione sono il Parmigiano Reggiano DOP, il Prosciutto di Parma DOP, l’Aceto Balsamico di Modena IGP, la Mortadella Bologna IGP, il Grana Padano DOP e la Piadina Romagnola IGP.
Comparto vino
Il comparto vino ha un valore alla produzione di 441 milioni di euro nel 2023 (-3,0% rispetto al 2022) generato da 30 filiere certificate. La regione è 9° in Italia per valore economico generato e il comparto coinvolge 10.137 operatori. Le denominazioni con il maggiore ritorno economico in regione sono le Indicazioni Geografiche Protette Emilia IGP e Rubicone IGP, a cui seguono Romagna DOP, Pignoletto DOP, Gutturnio DOP, Modena DOP, Colli Piacentini DOP e Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP.
Fonte: Fondazione Qualivita – sito web qualivita.it