(Sesto Potere) – Forlì – 7 giugno 2024 – “Ci preme tornare sul discusso monumento di Porta Schiavonia, inaugurato nel primo anniversario dell’alluvione, per informare la cittadinanza dell’opaco iter amministrativo che sta dietro la sua realizzazione. Prima di tutto, però, una riflessione ci pare doverosa. L’inaugurazione, a un anno di distanza dall’alluvione, di un monumento ai tanti volontari che si sono distinti in quei giorni avrebbe dovuto essere un momento di unità della nostra città. Perché questo avvenisse, si sarebbe dovuto avviare un percorso pubblico, condiviso con i cittadini, i quartieri, le associazioni, per definire come procedere, come coinvolgere scuole e mondo della cultura nella realizzazione dell’opera, ecc. Invece il Comune ha subordinato ai propri fini di campagna elettorale anche questo momento così simbolico e delicato, operando in maniera unilaterale e senza confronto”: lo scrivono in una nota congiunta Jacopo Zanotti, consigliere comunale Partito democratico, e Federico Morgagni e Riccardo Helg, candidati lista Partito democratico.
Di tutto ciò rende bene l’idea l’iter amministrativo dell’opera. Da numerosi accessi agli atti effettuati, emerge infatti che già ben prima della realizzazione delle statue (addirittura lo scorso 26 aprile), la Soprintendenza aveva prescritto di collocarle a distanza dalla storica Porta di Schiavonia, “al fine di non costituire interferenza visiva con l’impaginato architettonico e decorativo della porta”, nonché, con tanto di sottolineatura, di non realizzare (!) il previsto imponente basamento di cemento armato. Ciononostante l’Amministrazione ha proceduto, peraltro con impegno di spesa notevole (47.000 euro), a far eseguire opera e basamento in cemento, utilizzando, per l’ennesima volta, una procedura amministrativa anomala, con la quale l’8 maggio si affidava l’esecuzione delle due sculture alla ditta Arlam e già il giorno dopo veniva comunicato l’inizio dei lavori. Ci penserà il pittore Ido Erani, in un’intervista rilasciata il 12 maggio a un quotidiano locale, a presentarsi come autore delle sculture, precisando di “aver dedicato mesi alla realizzazione delle opere” su incarico del Servizio cultura del Comune , ma dimenticandosi dello scultore cesenate Navacchia, che qualche giorno dopo si scoprirà esserne il vero artefice (!). A fronte di tali evidenti anomalie, nei giorni successivi giungono alla Soprintendenza ripetute segnalazioni di cittadini preoccupati, a seguito delle quali la stessa Soprintendenza chiede al Comune, il 14 maggio, urgenti chiarimenti sui lavori in corso. Incredibilmente il Comune, invece di inviare le foto dell’opera così come realizzata, cerca di mettere una pezza, spianando a colpi di martello pneumatico e ruspa il basamento”: raccontano ancora Jacopo Zanotti, Federico Morgagni e Riccardo Helg.
“Le statue devono però essere a tutti così inaugurate e così, con una soluzione improvvisata, vengono collocate a livello del suolo e la superficie di ciò che resta del basamento coperta da una poltiglia che simula il fango. Tutto “sanato” da una nuova e tempestiva determinazione in cui si affida, in questo caso addirittura a realizzazione avvenuta, la costruzione del basamento, per una spesa di oltre 7.000 euro. Ai cittadini sconcertati, il Comune risponde che si è trattato di una “normale manutenzione”. Insomma è stato un brutto pasticcio, in cui è emerso plasticamente che la priorità del Comune non era quella di rendere onore ai tanti volontari di quei giorni tragici, ma piuttosto quella di inaugurare in fretta e furia il monumento, in tempo per la tornata elettorale”: affermano gli esponenti e candidati del Pd.
Restano tuttavia senza risposta le numerose domande che la vicenda tuttora suscita: chi del Comune, e quando, ha affidato, formalmente o informalmente, l’incarico di realizzare l’opera al pittore Ido Erani, che poi vi ha lavorato per mesi? Chi del Comune, e quando, ha affidato l’incarico di realizzarla anche allo scultore Navacchia? Quali sono i compensi pattuiti per i due artisti, i cui nominativi non compaiono in alcun atto ufficiale del Comune? Chi dovrà corrispondere tali compensi? Il Comune o la ditta aggiudicataria dell’esecuzione delle sculture? Come è possibile che la delibera di affidamento dell’esecuzione dell’opera sia stata adottata due giorni prima della conclusione dei lavori? E ancora: perché il Comune ha ignorato le prescrizioni della Soprintendenza, con un aggravio di spesa a carico dei cittadini? Chi e con quali atti ha ordinato la demolizione del basamento e quale costo aggiuntivo ha provocato tale demolizione?. E, soprattutto, qual’è il costo complessivo dell’intera vicenda per la casse del Comune?”: sono le domande poste dal consigliere comunale uscente del Partito democratico Jacopo Zanotti, e i due candidati della lista del Partito democratico Federico Morgagni e Riccardo Helg.