(Sesto Potere) – Forlì – 7 maggio 2024 – “Si apprende con stupore e preoccupazione che le collezioni civiche di Palazzo Romagnoli, in particolare la Collezione Verzocchi (foto in alto), non saranno più visitabili a causa delle operazioni di ‘riallestimento’ iniziate nella giornata di lunedì. Una scelta irragionevole da parte di chi amministra il patrimonio culturale e si sta muovendo in modo spregiudicato, come se il mandato conferito dagli elettori trasferisse a chi governa la proprietà dei beni appartenenti a tutta la città. Una scelta che non solo ignora ma è in netto contrasto con le istanze espresse democraticamente dai cittadini che si sono espressi con una petizione che ha raccolto oltre mille firme contro il trasferimento della Collezione Verzocchi a Palazzo Albertini. Non è accettabile che si prosegua senza confronto su progetti che alterano e impediscono la fruibilità del patrimonio pubblico”.
Così il candidato sindaco del centrosinistra Graziano Rinaldini (foto a lato) in merito alla chiusura temporanea di Palazzo Romagnoli dove, dalla giornata di lunedì, sono iniziati i lavori di riallestimento e trasferimento delle opere.
“Con questa operazione – aggiunge Graziano Rinaldini – si viene meno all’obbligo di valorizzazione del patrimonio nel momento in cui si vanifica l’indotto collegato alla presenza della grande mostra ai Musei San Domenico avviando quello che più correttamente andrebbe chiamato ‘smantellamento’ di uno dei poli di attrazione museale della nostra città. Si limita allo stesso tempo la possibilità per i visitatori di usufruire e di beneficiare di due sedi museali anziché una, come previsto dal biglietto cumulativo, proprio nel momento di maggiore afflusso”.
“Senza considerare gli ingenti costi e la spesa di denaro pubblico, per di più in piena campagna elettorale, per la collocazione in un deposito (quale?) della Collezione Verzocchi e per il suo trasferimento in un futuro imprecisato a Palazzo Albertini. Correttezza vuole – continua il candidato sindaco del centrosinistra – che, nell’eventualità di un cambio di amministrazione, si eviti di mettere in campo spese che impegnerebbero la nuova giunta e i nuovi gestori, esplicitamente contrari al progetto, e che dovrebbero essere poi duplicate per far tornare le cose al loro posto. Non si vedono le ragioni di questa forzatura che non ha motivo di urgenza, se non la volontà di vincere una prova muscolare che va contro quanto democraticamente espresso in questi mesi dai cittadini, costretti oltretutto a subire notizie frammentarie e ambigue sul destino del loro patrimonio storico artistico, come nel caso di questo ‘riallestimento’ che è in realtà un punto di non ritorno che li priverà per sempre di questo museo che sarà convertito in sede temporanea della Biblioteca, con alcuni quadri dell’attuale allestimento ridotti a ornamento delle pareti”.
“Questo non è amore per il proprio patrimonio e per la propria città – conclude Rinaldini -. Privilegiare lo scontro, anziché il confronto, non fa bene a nessuno, soprattutto quando si tratta di beni pubblici, di soldi pubblici, di patrimonio comune”.