(Sesto Potere) – Bologna, 12 giu. “Una vera mascalzonata politica. Ma ci opporremo in tutte le sedi”: non ha mezze parole il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, commentando il ‘blitz’ avvenuto ieri nell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dove la maggioranza “ha approvato un emendamento alla legge elettorale regionale, elaborato in fretta e furia, che, nei fatti, stravolge il cronoprogramma che avrebbe dovuto portare alle elezioni regionali dopo il trasloco del presidente Stefano Bonaccini al seggio di Bruxelles”.
“Bene hanno fatto le minoranze a rifiutarsi di votare l’emendamento, un vero e proprio trabocchetto che puzza da tutte le parti. Ogni atto politico deciso unilateralmente dalla sinistra è certamente una fregatura politica per gli avversari. Evidente il giochino: con l’emendamento, le elezioni regionali potrebbero essere anticipate rispetto a quanto previsto. Una vera trappola per l’opposizione e un vantaggio per Pd e alleati che potrebbero giocarsi ancora l’onda lunga della propaganda elettorale di Bonaccini. Di qui, l’obiettivo di non perdere tempo e di mettere in difficoltà gli avversari”: aggiunge Morrone.
“Tengo poi a precisare che in ogni istituzione democratica la legge elettorale e ogni suo cambiamento, anche minimale, sono materia di discussione e confronto e dovrebbero veder convergere su un testo condiviso maggioranza e opposizione. Qui, al contrario, non c’è stato nemmeno un passaggio nella commissione competente. Segno che il Pd aveva molta fretta”: continua il deputato leghista.
“E pensare – conclude Morrone – che nella stessa seduta dell’Assemblea è stato bocciato dalla maggioranza di sinistra un ordine del giorno che chiedeva di rivedere la legge elettorale rivendicando un ruolo più rappresentativo (un maggior numero di eletti in Regione, ndr) per la Romagna. Su questo ordine del giorno, partito dal consigliere regionale forlivese Massimiliano Pompignoli della Lega e condiviso da esponenti di altre forze, si erano addirittura espressi a favore alcuni consigli comunali romagnoli. Ma, evidentemente, oggi a Bonaccini e compagni la Romagna non interessa più e può tornare al ruolo di gregaria”.