(Sesto Potere) – Forlì – 30 maggio 2024 – Anche a Forlì, dal 2025, si avvierà la sperimentazione del nuovo sistema di accertamento, valutazione e gestione della disabilità secondo le linee guida del cosiddetto “Progetto di vita”.
“Si tratta di una procedura che semplifica il sistema di accertamento dell’invalidità civile, eliminando le visite di rivedibilità e che introduce un nuovo paradigma nella presa in carico della persona con disabilità, eliminando le estreme frammentazioni tra le prestazioni sanitarie, socio sanitarie e sociali”: spiega Barbara Rossi, assessore uscente al Welfare del Comune di Forlì e candidata come indipendente nella lista della Lega, che nella giornata martedì (alla presenza del sindaco Zattini) s’è confrontata di persona con il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, sulle novità della riforma voluta dal governo di centrodestra.
“La nuova norma nazionale semplifica e sburocratizza gli iter e soprattutto avvicina le istituzioni alle persone con disabilità a partire dai desideri e dalle scelte di ogni giorno al lavoro e in famiglia, come previsto dalla Convenzione Onu. Garantendo un percorso di vita dignitoso per ogni essere umano”: aggiunge ancora Barbara Rossi.
“Alla base della riforma c’è un ribaltamento di prospettiva sul tema e non si parlerà più di assistenzialismo ma di inclusione e valorizzazione di ogni singolo individuo, anche attraverso un nuovo linguaggio che nelle leggi ordinarie rimuoverà i termini “handicappato” e “portatore di Handicap” per restituire dignità e centralità alla “Persona con disabilità”. Senza per questo considerare che non si tratta solo di una modifica di facciata, bensì l’espressione di una rivoluzione culturale vera e propria”: continua ancora Barbara Rossi.
Il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha illustrato nel dettaglio i contenuti della riforma che prenderà il via a livello sperimentale soltanto in nove province italiane.
Il ministero per le Disabilità ha elaborato, in collaborazione con Anci, un piano didattico per la formazione in modo da dare attuazione concreta alla norma nei territori e per ogni provincia ci saranno alcuni esperti di riferimento che seguiranno direttamente l’avvio della sperimentazione. E ci sarà una collaborazione anche con il ministero dell’Università e della Ricerca affinché le figure professionali più interessate da questo “Progetto di vita” – gli educatori, gli assistenti sociali, gli psicologi, gli infermieri, i medici di medicina generale – acquisiscano le competenze necessarie.
“Tra le nove province italiane scelte per la sperimentazione c’è Forlì-Cesena, segno dell’attenzione che il ministero ha riservato alle politiche di Welfare della nostra città, già da tempo sensibile, anche grazie al mio assessorato, al tema della disabilità e dei percorsi di assistenza e autonomia, promuovendole in pieno. Del resto, già nel 2022 il Comune si era attivato con alcuni “Progetti di vita” seguendo il principio della centralità della persona, a partire dai bisogni del disabile e della sua famiglia. La scelta di Forlì da parte del governo testimonia e promuove, dunque, il nostro impegno nel garantire i servizi sociali sempre ispirati dalla persona”: spiega Barbara Rossi.
“A Forlì c’è collaborazione e condivisone tra enti locali, istituzioni socio-sanitarie, soggetti del terzo settore e del mondo del volontariato in relazione ai progetti inerenti il welfare. Su questa base e sulla esperienza già collaudata dal Comune di Forlì prenderà corpo la sperimentazione, dopo i necessari percorsi formativi, del nuovo sistema di accertamento dell’invalidità civile e della disabilità e della conseguente presa in carico attraverso il “Progetto di vita” che mette al centro la famiglia e il disabile con un programma su misura. Noi siamo pronti”: annuncia l’assessore al Welfare del Comune di Forlì e candidata come indipendente nella lista della Lega.
I fondi per sostenere il progetto ci sono. Il governo ha previsto per l’implementazione dei “Progetti di vita” una dotazione di 25 milioni di euro annui, a decorrere dal 2025, che servirà per garantire anche l’attivazione di interventi, prestazioni e sostegni oggi non rientranti nelle unità di offerta del territorio locale di riferimento.