(Sesto Potere) – Forlì – 6 giugno 2024 – “Quello avicolo è un settore fondamentale per l’economia forlivese, che non può morire a causa di diktat ecologici privi di contatto con la realtà. I nostri imprenditori sono all’avanguardia sulla sostenibilità e sul benessere animale, un impegno che Bruxelles deve riconoscere. È quindi necessario portare in Europa la loro voce per cambiare regole che stanno uccidendo la filiera e ridarle la considerazione che merita”.
Sono le parole di Stefano Cavedagna, candidato di Fratelli d’Italia alle elezioni europee nella circoscrizione Nord-Est, a margine dell’incontro che ha avuto con la filiera avicola forlivese al Poultry Forum, accanto al Ministro Francesco Lollobrigida e al deputato e presidente provinciale di FdI Alice Buonguerrieri.
L’agricoltura è un settore in cima all’agenda di Fratelli d’Italia, tanto che lunedì 3 giugno s’è svolto un altro incontro al mercato avicolo di Forlì, dove il settore primario si è confrontato con il Viceministro Galeazzo Bignami.
Il settore avicolo è una delle punte di diamante dell’economia forlivese, una filiera completamente integrata che va dall’allevamento, con un tessuto di tante piccole e medie aziende che conferiscono il prodotto alle grandi realtà del settore, fino alla commercializzazione presso la grande distribuzione. Ed è proprio la parte produttiva quella più in sofferenza, tra costi dei mangimi alle stelle e una regolamentazione europea che rende in alcuni casi proibitivo produrre.
“Ho conosciuto agricoltori appassionati del loro mestiere – commenta Cavedagna -, che fanno un lavoro duro e chiedono all’Europa solo un giusto riconoscimento per l’importanza del loro ruolo nella difesa della sovranità alimentare europea”.
Parole che trovano d’accordo Buonguerrieri. “La prossima legislatura sarà fondamentale per decidere il destino della filiera avicola e, in generale, dell’agricoltura romagnola. Avere a Bruxelles rappresentanti preparati come Stefano Cavedagna è la miglior garanzia di protezione degli interessi dei nostri agricoltori e della nostra identità di romagnoli, che tanto deve alla terra e ai suoi prodotti”.