(Sesto Potere) – Forlì – 8 aprile 2024 – Semplificare l’iter burocratico per il riconoscimento dei danni legati all’alluvione attraverso un intervento diretto da parte del Comune con il sostegno di banche locali convenzionate con la struttura commissariale per il successivo finanziamento sul credito d’imposta.
È questa la proposta elaborata da Loris Ceredi de La Civica Forlì Cambia.
“Come molti sanno – spiega Ceredi – , seguo il problema burocratico “alluvione” dai giorni immediatamente successivi all’evento scontrandomi con diverse problematiche tanto che mi sono chiesto se vi fossero attività che potrebbero aiutare a migliorare la situazione”.
L’iter per vedersi riconosciuti i danni è lungo e non privo di difficoltà . Tra le prime, il reperimento dei titoli abilitativi che in buona parte sono finiti sott’acqua con l’archivio ma anche il reperimento dei tecnici per avere le perizie dal momento che non tutti i professionisti si dedicano a questo tipo di attività. Il caricamento dei documenti sul portale Sfinge, poi, è complicato e non alla portata di tutti così come è complesso l’iter istruttorio, anche per la quantità e diversità delle domande che arriveranno. Anche la fase dedicata alla valutazione delle domande è tutt’altro che immediata: se la verifica delle regolarità dei titoli abilitativi è in capo al Comune, spetta invece ad Invitalia la verifica della congruità mentre l’approvazione del progetto e l’emissione del decreto è in mano al Commissario Figliuolo. Entra, infine in gioco la Banca per l’ erogazione dell’ acconto e del credito d’Imposta ed il privato chiude il cerchio con il saldo a rendicontazione finale con le fatture.
“I soldi ci sono – riflette Ceredi – ma un iter del genere allunga i tempi affinché finiscano nelle tasche di cittadini. In questo senso il ruolo del Comune, d’intesa con banche convenzione con la struttura commissariale, potrebbe essere determinante per fare la differenza semplificando la procedura”.
Ipotizzando il caso di invio della richiesta di acconto, questa potrebbe essere inviata al Comune per un importo massimo pari al 50% dei costi forfettariamente stimati fissando un tetto massimo. Alla domanda basterebbe dunque allegare l’incarico al tecnico per la “perizia” con relativa accettazione e riferimenti assicurativi del professionista; eventuali spese già sostenute; dichiarazione asseverata del tecnico incaricato, coperto da assicurazione professionale, in merito a: nesso di causalità, stima forfettaria dei danni, che non determinerà la somma che poi sarà stimata correttamente dall’ordinanza in oggetto, verifica delle eventuali spese sostenute, documentate da fatture e/o scontrini, documentazione fotografica e richiesta di accesso agli atti.
“L’invio della richiesta di acconto – sottolinea – potrebbe essere trasmessa dal proprietario, dal professionista, dalle associazioni e patronati o da persone delegate in possesso di Posta elettronica certificata. Al Comune spetterà dunque attivare immediatamente la procedura di accesso agli atti che dovrà avere un canale preferenziale, verificherà la richiesta e la validerà trasferendola all’istituto di credito convenzionato che erogherà immediatamente la somma concessa in acconto. Nella successiva richiesta sul portale “Sfinge”, il richiedente dovrà inserire la somma ricevuta in acconto da parte del Comune in modo che la struttura commissariale, fatte le dovute verifiche, possa accreditare tale somma direttamente alla banca erogante, come credito d’imposta”.
Un iter semplificato che produrrebbe diversi vantaggi: “In primis gli alluvionati potrebbero avere una somma immediatamente disponibile e le associazioni incaricate svolgerebbero un ruolo di coordinamento e aiuto alle famiglie alluvionate e alle strutture coinvolte. In seconda battuta tale meccanismo permetterebbe di avere un dato abbastanza preciso sul numero di richieste che arriveranno attraverso il portale “Sfinge” ed il Comune potrebbe strutturare l’unità dedicata al fine di far fronte alle richieste che arriveranno attraverso di esso. Infine, la struttura Commissariale, a seguito delle valutazioni forfettarie indicate nella richiesta di acconto, anche se non definitive, potrebbe valutare l’ammontare delle somme necessarie. La proposta – conclude Ceredi – non ha la pretesa di essere perfetta, ma mi auguro possa stimolare una riflessione per risolvere i problemi e le criticità che si potrebbero incontrare. Infine, alcune di queste procedure potrebbero essere adottate da altri Comuni ed essere assimilate anche nell’ordinanza dedicata alle imprese”.
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