(Sesto Potere) – Piacenza, 3 agosto 2024 – Prosegue costante l’attenta attività di controllo delle merci di provenienza extraunionale, destinate al mercato nazionale, condotta dagli ufficiali di polizia tributaria e giudiziaria della Sezione Antifrode e Controlli delle Dogane di Piacenza, un’attività di cruciale importanza per la tutela del tessuto economico nazionale e la salvaguardia della salute e della sicurezza dei consumatori.
L’accuratezza con cui i controlli vengono svolti ha portato, questa volta, al sequestro di un ingente quantitativo di dispositivi di protezione individuale (camici monouso): 1515 confezioni del valore complessivo di 23 mila euro.
La merce, prodotta in Cina e spedita dal medesimo Paese, presentava, già ai primi controlli, numerose incongruenze nella documentazione relativa ai singoli modelli e nelle dichiarazioni CE di conformità. Le discrepanze emerse hanno indotto i funzionari dell’Agenzia a condurre ulteriori approfondimenti, sia sulla merce stessa sia sulla documentazione di accompagnamento.
La verifica eseguita ha confermato le perplessità: la merce, infatti, è risultata essere sprovvista delle necessarie dichiarazioni di conformità e delle avvertenze d’uso e informazioni sulla sicurezza da consegnare ai datori di lavoro, prescritte dalle norme vigenti.
L’Ufficio, in conformità al Regolamento dell’Unione Europea n. 1020/2019, ha proceduto ad interessare il Ministero delle imprese e del Made in Italy (Mimit) e il Ministero del Lavoro, autorità di sorveglianza competenti per i controlli su tutti i DPI che entrano nel mercato unionale a tutela della sicurezza dei lavoratori.
I Ministeri hanno pienamente convalidato la correttezza dell’operato dei funzionari delle Dogane che hanno prescritto all’importatore di completare la procedura di conformità dei prodotti, distruggere i DPI o respingerli all’estero.
La ditta importatrice, con sede in provincia di Piacenza, si è tuttavia opposta ad ogni opzione proposta e pertanto l’Ufficio ha proceduto al sequestro dell’intera partita di merce e comminato al trasgressore sanzioni pari a 28 mila euro.
Gli atti sono stati poi trasmessi alla Camera di Commercio dell’Emilia per le determinazioni di competenza.