(Sesto Potere) – Forlì – 30 luglio 2025 – “Per l’agricoltura europea e per quella italiana i dazi al 15% rappresentano una condanna che colpisce duramente l’intero settore primario. Il riferimento è soprattutto a prodotti come vino, formaggi, pasta e sughi pronti, ma l’impatto non si limiterà a questi soli comparti. Molto dipenderà dalla lista definitiva che verrà a breve comunicata dall’Unione Europea. Quello che è certo è che serve una risposta forte, compatta e tempestiva da parte dell’Europa per sostenere i Paesi e le imprese che subiranno i danni maggiori. Una sostegno che si deve declinare anche su scala territoriale”.
È questo il commento di Daniele Montemaggi, (nella foto) presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, in merito all’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Unione Europea che ha fissato i nuovi dazi al 15%, dopo l’iniziale proposta del 30% da parte dell’amministrazione americana.
“Molte aziende del nostro territorio – prosegue Montemaggi – hanno costruito negli ultimi anni rapporti solidi con il mercato statunitense, investendo in modo significativo sull’export, anche grazie a strategie mirate di promozione e internazionalizzazione. Il comparto vitivinicolo, in particolare, è tra i più esposti: basti pensare alle esportazioni di Sangiovese, Albana, Pagadebit e Rebola, vini che rappresentano un patrimonio identitario e commerciale della Romagna. Subire un freno proprio su uno dei mercati più importanti rischia di compromettere anni di lavoro e investimenti”.
Secondo i dati più recenti, gli Stati Uniti assorbono una parte significativa dell’export agroalimentare delle province di Rimini e Forlì-Cesena, con un valore complessivo che supera i 120 milioni di euro. Il rischio è che i nuovi dazi penalizzino in modo particolare le aziende che esportano prodotti trasformati e di qualità, in un contesto già reso difficile dalla volatilità dei mercati e dall’instabilità geopolitica.
“In un momento tanto complesso e incerto – conclude Montemaggi – è fondamentale tutelare le nostre imprese, già esposte agli effetti del cambiamento climatico, e impedire che altri Paesi approfittino della situazione. Confagricoltura sarà al fianco dei produttori, chiedendo risposte efficaci a livello nazionale e comunitario, affinché non siano proprio le realtà più dinamiche e aperte all’internazionalizzazione a pagare il prezzo più alto”.