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Crisi della Meccanica, a che punto siamo? Focus Confartigianato Emilia-Romagna

(Sesto Potere) – Bologna – 18 settembre 2025 – Nel primo semestre 2025 la produzione del comparto meccanico in Italia scende del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte del -2,1% del totale manifatturiero. A calare in maniera più marcata sono i Mezzi di trasporto (-8,6%). Pesa infatti la crisi europea dell’auto che ha il suo epicentro in Italia: nei primi sei mesi del 2025 la produzione di autoveicoli in UE scende del 4,4% e, tra i maggiori paesi produttori, il calo è più intenso per l’Italia che segna un -17,3%.

Per quanto riguarda i macchinari, altra importante filiera della meccanica, si osserva al II trimestre 2025 una ripresa degli investimenti in macchinari e impianti (+1,8%), dopo 5 trimestri consecutivi di calo. Con la discesa dei tassi di interesse, infatti, tornano a crescere i prestiti alle imprese (+0,8% a luglio 2025, meglio del +0,4% di giugno).

A supportare gli investimenti delle imprese, oltre al credito bancario, si auspica una rimodulazione di Transizione 5.0 che al 3 settembre 2025 conta ancora il 69,9% delle risorse inutilizzate.
Nei primi 6 mesi del 2025 la dinamica dell’export della meccanica continua a essere negativa, ma si osservano diffusi miglioramenti tra le principali regioni.

Rispetto al primo semestre 2024 l’export di prodotti della meccanica in Emilia-Romagna cala dell’1,8%, con un calo meno accentuato rispetto al -3,2% dell’anno 2024 e in linea con il -1,7% del totale made in Emilia-Romagna.

Questo emerge nel focus dell’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna.

Nel dettaglio, i macchinari, che rappresentano il 53,9% delle esportazioni della meccanica della regione, calano del 2,3% nel primo semestre 2025 a fronte del -7,3% del 2024. Segnali di ripartenza per i macchinari vengono dalla Germania, uno dei principali mercati di sbocco, verso cui tornano a crescere del +1,2% le esportazioni emiliano-romagnole, dopo il calo a doppia cifra registrato nel 2024 (-11,2%). Prosegue invece la frenata dell’export regionale di macchinari sul mercato statunitense, che dopo un -11,0% nel 2024 cala di un ulteriore -13,7% nei primi 6 mesi del 2025.

Gli autoveicoli, che rappresentano un ulteriore 22,1% delle esportazioni meccaniche in regione, rallentano la crescita, registrando un +1,9% nei primi 6 mesi del 2025 dopo il +11,7% del 2024. Circa un terzo (il 32,8%) dell’export di autoveicoli made in Emilia-Romagna è diretto verso gli Stati Uniti.

Dopo un 2024 brillante, con esportazioni al +19,3%, il primo trimestre del 2025 ha visto un’ulteriore accelerazione delle vendite (+23,7%) a seguito dell’anticipazione degli acquisti da parte degli importatori statunitensi per evitare l’applicazione di maggiori dazi. Nel secondo trimestre le esportazioni infatti sono crollate del 29,3%, risultando quindi in una media sul semestre del -6,0%.
L’introduzione dei nuovi dazi allontana la ripresa della manifattura. Gli Stati Uniti sono infatti il primo mercato di riferimento per l’export emiliano-romagnolo della meccanica, con 3,1 miliardi di esportazioni nei primi 6 mesi del 2025 pari al 15,3% del totale export della meccanica, in calo del 10,4% nel semestre dopo un 2024 positivo (+1,6%).

All’effetto dazi si aggiunge la svalutazione del dollaro del 12,3% tra gennaio e agosto 2025, che peggiora ulteriormente la competitività delle nostre esportazioni.
Come emerge da un sondaggio svolto a marzo 2025 tra la base associativa di Confartigianato EmiliaRomagna, più di 2 imprese manifatturiere su 3 esportano direttamente o indirettamente, e per fare fronte alla situazione preoccupante l’87,7% delle imprese adotta contromisure: la principale è la diversificazione dei mercati di sbocco; per chi non ha un controllo diretto sul mercato di riferimento,
invece, la strategia più diffusa è l’ampliamento del numero di committenti.

I dati più aggiornati sul mercato del lavoro vedono una sostanziale tenuta dell’occupazione in Italia a inizio 2025 (+0,1% media annuale al I trimestre 2025), meglio del 2024 (-0,4%) ma inferiore alla media europea (+0,7%). Nonostante il numero di occupati rimanga costante, le entrate di lavoratori previste dalle imprese della metalmeccanica tra settembre e novembre 2025 calano del 9,1%, a fronte del +5,9% del totale entrate. A pesare è il contesto di incertezza che spinge a scelte prudenti.
Nonostante le nuove assunzioni siano in calo, continua a crescere la difficoltà di reperimento del personale, che per la Metalmeccanica ed elettronica riguarda il 60,7% delle entrate in EmiliaRomagna, in crescita di 4,1 punti sul 2023.

Dopo il forte aumento registrato nel 2024, quando le ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS nella meccanica in Emilia-Romagna sono più che raddoppiate (+106,8%), nei primi sei mesi del 2025 la crescita risulta più contenuta (+27,9%).

Anche i dati forniti da EBER sulle imprese artigiane della meccanica confermano una tendenza simile: nei primi 5 mesi del 2025 le imprese che hanno beneficiato di assegno di integrazione salariale sono diminuite (-33,9% rispetto ai primi 5 mesi del 2024). Tuttavia ci si è assestati su valori che sono doppi rispetto allo stesso periodo del 2023 (+107,6%). Si ricorda infine che il 9,2% delle imprese che hanno fatto ricorso all’assegno di integrazione salariale hanno già terminato le 130 giornate di plafond a loro disposizione su due anni, e si trovano pertanto più vulnerabili ad eventuali nuove crisi.