(Sesto Potere) – Roma – 6 ottobre 2023 – Si è svolta il 4 ottobre scorso, a Roma, nella sede della Direzione Centrale della Polizia Criminale, una riunione dell’Organismo permanente di supporto al “Centro di Coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti”.
I due organismi presieduti dal Ministro dell’Interno (il primo) e dal Vice Direttore Generale della P.S. Direttore Centrale della Polizia Criminale (il secondo).
I Compiti dell’Organismo permanente sono: effettuare un costante monitoraggio del fenomeno degli atti intimidatori, proporre al Centro di Coordinamento iniziative e strategie di prevenzione e contrasto e riferire periodicamente al Centro di Coordinamento sull’andamento del fenomeno.
Nell’occasione della riunione di Roma sono stati forniti i dati statistici del fenomeno in Italia aggiornati al 1° semestre 2023.
Ebbene, nel primo semestre del 2023 sono stati segnalati 46 episodi dalle Forze di Polizia, -28% rispetto ai 64 del primo semestre del 2022.
Su scala regionale i 46 atti di intimidazione hanno interessato 14 regioni. Nelle prime 5 (Lombardia, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia) si sono verificati 32 episodi (69,6% del totale).
Per gravità: 11 casi in Lombardia, 7 in Lazio, 6 in Campania, 4 in Puglia e 4 in Sicilia. Seguono con 2 l’una: Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana, Calabria, e Friuli. Con 1 caso: Veneto, Sardegna, Abruzzo e Umbria.
Nella matrice degli atti intimidatori soprattutto: eventi socio-politici e a seguire contesti di criminalità organizzata.
Nel primo semestre 2023 il 93,5% degli episodi ha interessato, in qualità di vittime, 43 giornalisti, di cui 12 donne (28% del totale di
riferimento) e 31 uomini (72% del totale di riferimento). Nel 2022 l’80% dei 64 casi totali aveva visto coinvolti, in qualità di vittime, 57 professionisti dell’informazione, di cui 16 donne (28%) e 41 uomini (72%).
Percentuali residue riguardano atti avvenuti nei confronti di sedi o immobili appartenenti a redazioni giornalistiche.
Nel modus operandi – sempre nella statistica del 1° semestre 2023 – intimidazioni via Social network/web (17 casi); aggressioni fisiche (9); minacce verbali (6); danneggiamenti (5); missive ingiuriose o minacciose (5); scritte ingiuriose e/o minacciose (3) e invio di oggetti (1).
On line le minacce passano soprattutto attraverso la principale piattaforma Social, ovvero: Facebook, e poi la posta elettronica, le classiche mail. Ma non mancano anche i messaggi via Whatsapp e/o Telegram.
Nelle attività di tutela dei giornalisti, anche a livello internazionale, si sono segnalati nella riunione dell’Organismo permanente di supporto al “Centro di Coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti” il “Progetto OSCE sulla sicurezza dei giornalisti per la libertà dei mezzi d’informazione” e la “Campagna del Consiglio d’Europa: Journalist Matter”.