(Sesto Potere) – Bologna/Bari – 27 ottobre 2025 – Il comparto delle costruzioni continua a rappresentare uno dei motori principali dell’economia italiana. Nel 2024 la filiera ha mostrato un consolidamento dell’occupazione, con un aumento di 156mila addetti su base annua (+5%) che porta il totale a 3,3 milioni di occupati. Dopo tre anni di forte espansione, che ha consentito di recuperare e superare i livelli precrisi del 2008, il valore complessivo della produzione registra una lieve flessione, attestandosi a quota 643 miliardi di euro (-1,7% in termini reali rispetto al 2023).
È quanto è emerso dal Rapporto Federcostruzioni 2024, presentato nel corso del SAIE Fiera delle Costruzioni: progettazione, edilizia, impianti, che s’è svolto a Bari e concluso il 25 ottobre alla Fiera del Levante.
Dal 2018, da quando la fiera viene organizzata da Senaf, SAIE alterna strategicamente un’edizione a Bologna e una a Bari.
Un’impostazione che permette alla fiera di essere riconosciuta dal mercato come la vetrina ideale dell’innovazione e dell’eccellenza per tutto il comparto. L’avvicendamento annuale tra i capoluoghi emiliano-romagnolo e pugliese collaudata nel 2024 a Bologna per poi proseguire nuovamente a Bologna nel 2026.
Tornando al Rapporto Federcostruzioni 2024: la filiera conferma la sua forte vocazione all’export, con esportazioni che raggiungono 64,6 miliardi di euro, generando un surplus della bilancia commerciale di 33,4 miliardi.
I settori più dinamici sui mercati esteri sono: materiali in legno e marmo, prodotti in ceramica, laterizi (22,7 miliardi), produzioni meccaniche e macchine per costruzioni (15 miliardi), servizi di ingegneria e architettura (11,3 miliardi).
Per quanto riguarda le singole filiere produttive, nel 2024 cresce la filiera della progettazione e dei servizi innovativi che raggiunge 154,5 miliardi di euro (+7,6% rispetto al 2023), consolidando il trend positivo degli ultimi anni.
In leggero calo invece altri comparti: la filiera delle costruzioni edili ed infrastrutturali, che rappresenta il 51,4% del sistema con 330,3 miliardi di euro, registra una flessione del -5,3%; la filiera dei materiali per le costruzioni scende a 112,7 miliardi (-2,3%), mentre la filiera delle tecnologie, dei macchinari e degli impianti per l’edilizia si attesta a 45,6 miliardi (-1,6%).
Cosa aspettarsi per fine 2025? A sostenere la filiera nel prossimo futuro sarà soprattutto la realizzazione dei lavori legati ai progetti PNRR la cui conclusione è prevista per il 2026. Finora la spesa PNRR ha raggiunto 74,3 miliardi di euro (con il 52% riconducibile a interventi di interesse per le costruzioni), mentre la spesa per investimenti degli Enti Locali è cresciuta del +16,3%. Per il sistema delle costruzioni nel complesso è attesa una flessione in termini reali del -4,6% rispetto al 2024.
Per le costruzioni in senso stretto, ANCE stima un calo del 7% degli investimenti su base annua, legato soprattutto al ridimensionamento della manutenzione straordinaria abitativa per l’abbattimento delle aliquote fiscali.
“Il Rapporto di Federcostruzioni è la fotografia di una filiera fondamentale per l’economia del Paese. Tra i dati che emergono fa piacere sottolineare l’incremento di 156.000 addetti dell’occupazione del settore e la sostanziale tenuta del valore complessivo della produzione che registra un – 1,7% da 654 a 643 miliardi. Anche l’export registra un dato interessante: 64,6 miliardi con un contributo al surplus nella bilancia commerciale di 33,4 miliardi. – ha dichiarato Paola Marone, Presidente Federcostruzioni. Le prospettive di crescita economica per l’Italia sono però moderate e sono senz’altro condizionate dalla forte incertezza, al persistere delle tensioni geopolitiche e alla politica dei dazi americana. Banca d’Italia stima per il 2025 un aumento del PIL del + 0,6% attribuibile soprattutto all’andamento degli investimenti del PNRR. Sono dati che comunque confermano la vitalità delle nostre imprese, la loro capacità di rapportarsi al contesto economico, anche quando è mutevole e incerto come in questo momento. È questa capacità che ci fa ben sperare nel futuro del sistema delle costruzioni.”
“La filiera delle costruzioni ha dato prova in questi anni di saper affrontare sfide inimmaginabili per un tessuto industriale che ha dovuto reinventarsi dopo essere stato falcidiato dalla crisi. Oggi le imprese sono più solide finanziariamente e più innovative grazie soprattutto al Pnrr che ha permesso un salto di qualità al Paese– ha dichiarato Federica Brancaccio, presidente ANCE. Ma ci troviamo di fronte a emergenze sociali che chiedono risposte immediate: la casa e il rischio idrogeologico. Sfide a cui la filiera delle costruzioni può contribuire per dare una risposta a giovani e famiglie in difficoltà. Sul fronte del caro materiali, altro tema che ci sta particolarmente a cuore, le nostre imprese hanno accolto con favore la notizia delle misure per compensare gli aumenti del 2024, segno dell’attenzione del Mit sulla questione. Ma non basta, ora sarà decisivo intervenire con la legge di bilancio per avere garanzie anche sul 2026, consentendo la prosecuzione dei cantieri e la tenuta del tessuto produttivo”.

