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Confindustria Emilia, tenuta complessiva delle imprese nonostante una congiuntura economica molto difficile

(Sesto Potere) – Bologna/Ferrara/Modena – 23 dicembre 2025 – Confindustria Emilia Area Centro presenta la nuova edizione degli Osservatori di filiera, realizzati in collaborazione con Crif, basati sui dati raccolti nel corso del 2025 e riferiti al triennio 2022-2024. Gli Osservatori offrono una fotografia puntuale, secondo alcuni indicatori oggettivi, dello stato del tessuto imprenditoriale, con particolare attenzione al comparto manifatturiero.

L’analisi mette a confronto le performance delle imprese associate con i dati nazionali, con quelli della regione Emilia-Romagna e delle tre province in cui opera l’Associazione: Bologna, Ferrara e Modena.

L’iniziativa mira a mettere a disposizione un insieme strutturato di parametri economici, finanziari e di performance, elaborati per ciascuna filiera e, al loro interno, per area geografica e per anello della catena del valore: si tratta di strumenti di riferimento utili a supportare valutazioni strategiche e comparazioni puntuali.
Come nelle tre edizioni precedenti, anche questa quarta release degli Osservatori si propone di offrire una panoramica aggiornata sull’evoluzione delle filiere produttive.

Confindustria Emilia Area Centro è stata la prima territoriale del sistema Confindustria – e, più in generale, tra i sistemi di rappresentanza associativa – ad adottare un modello organizzativo basato sulle filiere, oggi articolate in 20 ambiti e con grande prevalenza dell’attività manifatturiera, evidenziandone l’andamento in relazione al contesto economico nazionale.

Confindustria Emilia Area Centro raggruppa oltre 3.400 imprese associate, distribuite fra le province di Bologna, Modena e Ferrara che hanno espresso nel 2024 un fatturato di più di 97 miliardi di euro, impiegando quasi 278 mila lavoratori.

In tutte le filiere, il fatturato medio e il numero di dipendenti medi delle imprese associate a Confindustria Emilia Area Centro superano la media nazionale.

Nel 2024 la maggior parte delle filiere di Confindustria Emilia ha registrato livelli di fatturato sostanzialmente allineati a quelli dell’anno precedente. Si registra un decremento di 2 miliardi di euro relativo a modifiche nei criteri di contabilizzazione dei ricavi e quindi non riconducibile ad attività operative.

L’incremento del fatturato della Filiera Automotive è principalmente ascrivibile alla crescita di diverse associate, a cominciare dai produttori di automobili, oltre che all’entrata di un nuovo importante associato.
La sola filiera Facilities ha registrato un decremento significativo, riconducibile però al summenzionato cambio del criterio di contabilizzazione dei ricavi, mentre la diminuzione del fatturato della filiera Energia è principalmente attribuibile all’andamento decrescente del prezzo del
gas e dell’energia.

Anche gli indicatori di redditività si mantengono su valori superiori rispetto ad altre aree geografiche e tengono complessivamente rispetto all’anno precedente nonostante le molteplici criticità derivanti dall’inasprimento competitivo internazionale, dalle pressioni inflazionistiche, dall’aumento dei costi della manodopera, nonché dai livelli elevati dei costi delle utenze e dei tassi di interesse.

In un contesto complesso e in continua evoluzione come quello del periodo 2022-2024, la comunità di aziende di Confindustria Emilia ha dimostrato una significativa capacità di tenuta.

I risultati relativi a fatturato, export, Ebitda e utile ante imposte, dipendenti, export e indice di innovazione confermano infatti la resilienza del sistema produttivo territoriale di fronte alle variabili che hanno caratterizzato il periodo e si mantengono superiori o in linea alle medie registrate nelle varie aree geografiche.

Allo stesso modo, i livelli di investimento e la posizione finanziaria netta evidenziano strutture aziendali solide e orientate alla crescita futura.
Particolarmente significativi sono i dati medi del periodo relativi all’Ebitda (12,0%, contro una media nazionale dell’8,6%), all’utile ante imposte (6,8% contro una media nazionale del 5,1%), agli investimenti in rapporto al fatturato (5,9% contro una media nazionale del 5,2%) che sono superiori a quelli registrati nelle diverse aree geografiche e in buona parte riflettono i summenzionati andamenti di mercato.

Nel triennio 2022-2024, in particolare, prosegue il trend di crescita come mostrato dai dati relativi all’Ebitda su fatturato delle imprese associate: 11,4% nel 2022, 12% nel 2023, 12,2% nel 2024. Il dato evidenziato supera il 18% di media se consideriamo le cinque filiere top performer: Packaging, Energia, Automotive, Digital, Costruzioni e Infrastrutture.

Di assoluto rilievo sono poi i dati relativi all’export: considerando le società di capitali con fatturato superiore ai 500 mila euro, circa il 54% delle imprese associate sono esportatrici (nel 2023 erano il 53%) con un’incidenza dell’export sul totale del fatturato pari al 34,6% (34,4% nel 2023). I dati salgono significativamente se consideriamo le dieci filiere top performer, nelle quali i suddetti indicatori superano
rispettivamente il 76% e il 41% (74% e 40% nel 2023).

In chiusura, vale la pena sottolineare come le imprese associate a Confindustria Emilia Area Centro siano state certificate dai risultati di questa ricerca come le “più innovatrici”: considerando l’Innovation score di Crif che valuta il livello di innovazione, il 29,5% delle imprese associate ha ottenuto 1, il punteggio massimo, conquistato solo dal 10,4% delle aziende con sede nel resto d’Italia (sempre considerando le società di capitali con fatturato superiore ai 500 mila euro).

Per investimenti effettuati in ricerca e sviluppo, per brevetti registrati e per tecnologie utilizzate, Confindustria Emilia Area Centro presenta una percentuale di aziende ad alto livello di innovazione di assoluto rilievo. Il dato evidenziato supera il 45% se consideriamo le cinque filiere top performer: Chimica e Farmaceutica, Veicoli industriali, Packaging, Macchine e Salute. Evidenziamo però che il dato complessivo
è in calo rispetto a quanto registrato nel 2023, quando tale dato era pari al 34%.