(Sesto Potere) – Forlì – 24 maggio 2025 – “Che il mercato delle locazioni, in particolare, abitative sia in fortissima crisi è purtroppo un dato assodato. La carenza di alloggi si sta cronicizzando tanto che nemmeno è più possibile parlare di quella che a tutt’oggi viene ancora definita, da altri, tra cui esponenti del Comune di Forlì, come “emergenza abitativa”, ma che in realtà, come anche di recente abbiamo avuto modo di chiarire quali stakeholder nel corso di una recente adunanza della terza commissione consigliare, è ormai una problematica ingravescente e da troppo tempo (decenni) radicata nel nostro comprensorio (e non solo). Tutto questo provoca sfiducia nei proprietari tanto che non pochi preferiscono lasciar vuoto l’immobile anziché affittarlo e colpisce anche gli inquilini, sia quelli che soffrono di disagio sociale o economico, quanto quelli del c.d. ceto medio, spesso giovani laureati o lavoratori che non riescono a trovare una casa. Ben vengano dunque iniziative e progetti volti ad interrompere questa stagnazione, a patto però che costituiscano uno strumento serio ed in concreto affidabile”: lo afferma in una nota il Presidente di Confedilizia di Forlì Cesena e della Romagna, avvocatto Stefano Senzani.
“Bene, dunque, il “Patto per la casa”, al quale il Comune di Forlì ha di recente deciso di aderire con delibera assunta lo scorso 29 Aprile. Non è vero, però, che si tratta di un “accordo sottoscritto con le associazioni sindacali di proprietà immobiliari e i sindacati”, così secondo dichiarazione rilasciata dal dirigente del Servizio Welfare del Comune di Forlì il 20 maggio scorso. Confedilizia di Forlì Cesena e della Romagna non ha sottoscritto nulla, ma è stata unicamente invitata lo scorso Gennaio, come le altre associazioni e sindacati di settore, ad esprimere un parere sul “Patto” stesso, e lo ha fatto, precisando che l’iniziativa è di indubbio interesse, ma che vanno incrementati i massimali dei contributi previsti, non si sa poi per quanto tempo, nel programma. È poi opportuno ricordare che al “Patto per la casa” possono aderire i proprietari anche autonomamente, senza cioè affidarsi a quella che il patto chiama “Agenzia”; ed è per questo che Confedilizia ha confermato al Comune la sua piena disponibilità ad affiancare i suoi soci e non, per quanto necessario all’adesione al “Patto”: ha aggiunto ancora Stefano Senzani.
“Discorso a parte va fatto per l’abbattimento dell’IMU sino al 50% per i proprietari che aderiscono, come prospettato dal Comune e dall’Assessore con delega alle Politiche per la Casa. Esaminando la delibera del 29 Aprile, non risulta menzionata tale percentuale e non pare emergano certezze sull’effettivo abbattimento, il quale rimane una mera facoltà o “disponibilità” del Comune, come si legge in comunicato indirizzato dal Comune stesso lo scorso 22 Maggio a Confedilizia ed alle altre associazioni e sindacati di settore. Sul punto si chiede che il Comune faccia chiarezza. Non rimane poi che prendere atto che quei locatori che non intendono aderire al “Patto” e che comunque sottoscrivono contratti di locazione cosiddetti “agevolati”, rimarranno gravati, e così penalizzati, dall’aliquota IMU ridotta del solo 25%. È evidente che ha prevalso la logica della “premialità” (a favore di chi aderisce al “Patto”) anziché quella della perequazione fiscale; il che, per certi versi, può anche essere comprensibile, ma non di più. Il che d’altra parte non stupisce: Confedilizia di Forlì Cesena e della Romagna ha chiesto – anche – a questa Giunta, subito dopo il suo insediamento dello scorso anno, se non di azzerare, quantomeno ridurre l’IMU per tutti i contratti di locazione, ricevendo tuttavia l’ennesimo, netto rifiuto”: sostiene il Presidente di Confedilizia di Forlì Cesena.
“E dire che per il rilancio delle locazioni sarebbe molto più efficace, rispetto a tanti altri mezzi, concedere un abbattimento del 90-95% sui contratti agevolati. Forlì, in passato, è bene e doveroso ricordarlo, lo ha già fatto, quando l’allora Sindaco (Rusticali) e quelli di Bologna e Pisa si schierarono fra gli unici tre capoluoghi di Provincia con aliquote praticamente azzerate; in particolare, a Forlì, l’allora I.C.I. (imposta comunale sugli immobili) venne ridotta allo 0,5/1.000”: conclude Stefano Senzani.