giovedì, Febbraio 13, 2025
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Confcooperative Romagna: “il decreto del Codice degli Appalti non ha riconosciuto l’aumento dei costi sui servizi”

(Sesto Potere) – Forlì – 13 febbraio 2025 – Le cooperative che operano nei servizi e nel sociale sono preoccupate perché il Governo, con il decreto correttivo del Codice degli Appalti, non ha aggiornato le soglie e i criteri per adeguare i prezzi dei servizi essenziali (da quelli socio-sanitari alla ristorazione scolastica e ospedaliera) forniti alla Pubblica Amministrazione. Confcooperative Romagna denuncia questa mancanza dopo mesi di attese. Le azioni portate avanti dalla propria Associazione nazionale facevano ipotizzare un esito molto diverso.

Ne parlano la faentina Mirella Paglierani (Lavoro e Servizi) e la riminese Mirca Renzetti (Federsolidarietà)

«È sorprendente che il decreto faccia una distinzione tra cooperative di lavoro e cooperative di servizi, penalizzando chi offre servizi essenziali per la Pubblica Amministrazione – sottolinea Mirella Paglierani, (nella foto in alto), coordinatrice del settore Lavoro e Servizi di Confcooperative Romagna -. Siamo contenti che le cooperative di lavoro, attive soprattutto nell’edilizia, abbiano ottenuto un riconoscimento, ma non possiamo accettare questa disparità di trattamento».

Il Governo con questo decreto ha abbassato dal 5% al 3% la soglia oltre la quale scatta l’adeguamento dei prezzi solo per il settore dei lavori, garantendo una copertura del 90% dell’aumento. Per i servizi, invece, incomprensibilmente la soglia è rimasta al 5%, con una copertura solo dell’80%. Per le cooperative di servizi, sulla base di queste nuove norme, ad esempio, in un appalto in corso della durata di 5 anni che al 4° anno ha avuto un aumento dei costi complessivi del 20%, l’adeguamento delle tariffe ancora una volta non potrà scattare lasciando completamente a carico delle imprese l’assorbimento di questi costi non previsti.

Questo – secondo Confcooperative Romagna – penalizza chi fornisce servizi essenziali come la ristorazione per scuole e ospedali o l’assistenza socio-sanitaria ed educativa.

«L’aumento dei costi per le materie prime e per l’adeguamento dei contratti collettivi nazionali ricade interamente sulle cooperative – spiega Mirca Renzetti, coordinatrice del settore Federsolidarietà di Confcooperative Romagna e vicepresidente dell’Associazione -. Questo mette a rischio la sostenibilità delle nostre imprese, che non solo garantiscono servizi fondamentali per la comunità, ma danno lavoro a decine di migliaia di persone».

I servizi offerti dalle cooperative per conto della Pubblica Amministrazione sono per lo più essenziali e non possono essere interrotti. Tuttavia, il Codice degli Appalti non prevede un’equa distribuzione dei costi, creando così una vera e propria distorsione normativa: secondo Confcooperative Romagna.

«Chiederemo con forza al Governo di estendere la revisione dei prezzi anche al comparto dei servizi – conclude Paglierani -. L’attuale normativa penalizza un settore fondamentale, che deve poter contare su un equilibrio economico stabile per garantire continuità e qualità nel tempo».