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Confartigianato Cesena: “Progetto per la formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere”

(Sesto Potere) – Cesena – 18 giugno 2025 – In occasione della II edizione di “Recidiva Zero. Studio, formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere”, Il Cnel ha siglato un protocollo d’intesa con 16 organizzazioni rappresentanti delle categorie produttive, tra le quali Confartigianato, per l’adesione al Segretariato permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale, istituito presso il Consiglio.

La partnership punta a combattere la recidiva attraverso percorsi di formazione e lavoro, rendendo strutturali le iniziative di reinserimento.

Le 16 organizzazioni datoriali rappresentate nel Cnel hanno così deciso di unirsi in una grande alleanza per il lavoro, dandosi regole di ingaggio comune ed impegnandosi a sviluppare in maniera continuativa e diffusa a tutti i 189 istituti penitenziari, iniziative imprenditoriali all’interno delle carceri, recuperando così aree e spazi un tempo adibiti ad attività produttive ed attualmente inutilizzate, nonché a valutare, anche per il lavoro esterno, l’inserimento di detenuti ed ex detenuti.

“Confartigianato e le altre organizzazioni – afferma il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena – si sono impegnate a promuovere e realizzare, in un progetto in divenire e da costruire in futuro in collegamento con i territori, d’intesa con il segretariato, le seguenti attività: monitoraggio dei profili professionali richiesti sulla base delle specificità territoriali (“banca dati” domanda/offerta); monitoraggio dei fabbisogni di istruzione e di formazione professionale interna alle carceri tarati sulla popolazione e calibrati sulle diverse strutture penitenziarie; servizio di “donorship” per finanziare progetti, attività di matching (incontro tra risorse finanziarie/infrastrutturali e risorse progettuali) azione di ramificazione capillare dei nodi di prossimità (attraverso l’auspicabile avvio di una piattaforma informatica open source); creazione di piani di fattibilità dei progetti, attraverso l’attività di verifica e messa a terra, improntata a obiettivi di equilibro territoriale, di idoneità logistico-strutturale e di congruenza rispetto a quantità, qualità e tipologia della popolazione carceraria; creazione di strumenti di certificazione dei prodotti e dei marchi “made in carcere” e loro auspicabile orientamento verso circuiti agevolati o sociali di distribuzione e messa in vendita”.