(Sesto Potere) – Forlì – 27 settembre – In occasione della “Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari”, che si celebra il 29 settembre, il Gruppo Hera rende noti i dati, aggiornati all’ultimo semestre relativi al progetto CiboAmico, nato nel 2009 dalla collaborazione della multiutility con Last Minute Market, impresa sociale e società spin off dell’Università di Bologna che promuove la lotta allo spreco e la sostenibilità ambientale.
Grazie a CiboAmico, nel pieno rispetto di tutte le norme igieniche e sanitarie previste, vengono recuperati e donati i pasti non consumati dalle mense aziendali del Gruppo Hera.
Il progetto coinvolge 8 mense emiliano-romagnole a servizio di sedi della multiutility, precisamente: Bologna, Granarolo dell’Emilia, Rimini Ferrara, Ravenna, Modena, Cesena e naturalmente Forlì.
A Forlì recuperati nel primo semestre 2024 quasi 1.200 pasti
In particolare, nella mensa Hera di Forlì, dove il progetto è stato introdotto nel 2023, grazie a CiboAmico nel primo semestre 2024 è stato possibile recuperare quasi 1.200 pasti, per un valore complessivo che supera i 4.250 euro. Si tratta di numeri in controtendenza rispetto all’andamento nazionale, riguardo al quale purtroppo si registra un generale aumento dello spreco alimentare. Un risparmio che ha consentito alla onlus locale coinvolta di investire le risorse così liberate in altri progetti. Si tratta della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che provvede al ritiro delle eccedenze alimentari e alla loro redistribuzione quotidiana al Villaggio della Gioia della Comunità terapeutica di Fornò.
CiboAmico: dal 2009 ad oggi recuperati oltre 146 mila pasti, per un valore di 600 mila euro
Il progetto, coniuga il contrasto allo spreco alimentare alla volontà di transizione verso un’economia circolare, con l’obiettivo di conseguire benefici non solo di tipo economico e ambientale, ma anche sociale.
Dal 2009 ad oggi i pasti recuperati grazie a CiboAmico sono stati oltre 146.000, per un valore totale che supera i 600.000 euro. In questo modo è stato possibile evitare la produzione di 65 tonnellate di rifiuti. (corrispondenti a oltre 140 cassonetti) e l’emissione di oltre 268 tonnellate di CO2.
I pasti sono donati a enti no-profit del territorio che assistono oltre 200 persone in difficoltà.
A tutto ciò va sommato il risparmio di risorse, come acqua, energia e terreno, necessarie al confezionamento dei pasti.
Il progetto, infatti, coniuga il contrasto allo spreco alimentare alla volontà di transizione verso un’economia circolare, con l’obiettivo di conseguire benefici non solo di tipo economico e ambientale, ma anche sociale.